Tutti proni davanti al cavaliere

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 23/04/2010
Direzione nazionale del PdL: mai vista nemmeno in chiesa tanta gente genuflessa tutta insieme!

Direzione nazionale del PdL : l’arena è pronta ad accogliere lo scontro fra Berlusconi e Fini. E Fini fa un intervento pacato ma preciso, tagliente, che - fra le altre tante cose - rivela anche che il re è nudo e non è una gran bella visione. Ma nessuno prende coscienza di questo in senso profondo, come nella favola di Andersen, anzi: tutti si scapicollano a porgergli asciugamani e accappatoi, paraventi e mutande, con servile reverenza.

E’ Bondi che tradisce il pensiero nascosto di tutti e dice con foga “qui non ci sono spiriti liberi e servi...” e scoppia un applauso clamoroso. Allora lo sanno di essere dei servi, viene da dire. Altrimenti questo scoppio di applausi non avrebbe senso. Sono dunque consapevoli, soprattutto gli aennini, di essere in una posizione falsa. Oggi si tengono la sedia ben stretta sotto il sedere, nascondendosi dietro il dito dell’unità del partito, ma non imbrogliano nessuno: davanti a tutti restano quello che sono: degli opportunisti avidi e cinici.

Lui, il cavaliere, intanto, tiene la scena davanti alla sua claque e minaccia Fini di spogliarlo della carica di presidente della Camera e di cacciarlo dal partito. Non risponde alle domande che gli ha fatto: domande politiche di grande importanza per un dialogo interno, come quella sul ruolo della Lega e del PdL nel nord, della democrazia e del dibattito aperto dentro il PdL, sulla posizione davanti alla riforma della giustizia, davanti all’emigrazione, davanti alle riforme costituzionali. Sono punti nodali, che mettono in discussione la stessa vita democratica non solo nel PdL, ma anche nelle Istituzioni. Ma Berlusconi non solo non risponde, ma tira fuori la mozione degli affetti e fa la conta degli amici. Del resto lui non risponde mai alle domande di nessuno, o dovrebbe render chiara la sua pochezza. Lui glissa sempre e poi attacca, prima di essere attaccato. E ha ragione, visto che fino ad ora gli è andata bene. Evidentemente George Bernard Show quando diceva che Il martirio è l'unico mezzo con il quale un uomo può diventare famoso senza abilità, non conosceva il cavaliere.

Italo Bocchino, braccio destro di Fini, l’ha detto con nettezza nei giorni scorsi: la richiesta di una spiegazione per certi comportamenti abborracciati, intollerabili e personalistici ha bisogno di una urgente risposta, perché non possa più accadere di vedere un Calderoli correre dal presidente Napolitano per parlare di riforme costituzionali, d’accordo con il solo Berlusconi, senza che la cosa sia stata discussa a nessun livello.

Lo spettacolo rivoltante sono comunque tutti gli altri, i suoi cortigiani, i suoi servitori zelanti, i turibolanti sacerdoti del culto della personalità del cavaliere. Ma quale personalità?!? Viene da chiedersi e non a torto. Solo qui può sembrare una personalità, in altri paesi nessuno lo prenderebbe sul serio. Ma che rispetto di sé hanno questi berlusconiani che applaudono acriticamente ogni sillaba detta dal cavaliere? Si vede bene come sono arrivati ai posti che ricoprono: devono tutto a lui e riconoscenti chinano la testa. E questo accadrà sempre, se la legge elettorale rimane la stessa e a scegliere i deputati saranno i capi dei partiti. E sarà sempre peggio e i parlamentari saranno scelti fra i più servi, i più inquadrati, i più muti, i più scemi, così non rompono le scatole. Quello che è successo stasera lo dice con agghiacciante chiarezza. E fa vedere un luminoso avvenire politico per gente come Renzo la trota Bossi.

E finchè le cose resteranno così il nostro legittimo desiderio di tornare a una vita politica normale, in cui possano governare persone che abbiano almeno intelligenza, cultura ed educazione ( se è troppo ingenuo sperare nell’ onestà, nella capacità di fare il bene comune, con impegno e serietà), sarà frustrato.

Questa gente infatti non è in grado di garantire neppure questo minimo. Sono solo capaci di ripetere a pappagallo quello che dice il premier, senza aggiungere nemmeno una parola di proprio, timorosi di esporsi e di perdere il posto. E da stasera saranno ancora più timorosi. E per molti motivi, non solo per le minacce e gli anatemi lanciati a Fini da Berlusconi. Il fatto è che non si possono permettere - né il cavaliere né i suoi - che ci siano voci discordi: non sono attrezzati per la democrazia interna, per il dibattito. Non hanno l’abitudine a discutere.

E’ ovvio, infatti, che una persona come Fini, che non solo dice quello che pensa, ma ha anche il coraggio di fare domande imbarazzanti e di contraddire Berlusconi, li getti in una crisi profonda: la sicurezza che dà loro l’obbedire, il seguire gli ordini senza discutere, senza prendersi alcuna responsabilità è incrinata da ogni voce fuori dal coro, fuori dal gregge. Vero è che - come sostiene Eistein - per essere l’immacolato componente di un gregge, bisogna prima di tutto essere pecore.

E pecore però che – tutte insieme – possono diventare aggressive, se qualcosa mette in pericolo la loro tranquillità. Così a fine di una riunione di scontri, stilano un documento abominevole e indegno di una democrazia del 2000, e che potremmo riassumere brevemente così: o mangiate questa minestra o saltate dalla finestra. E il peggio è che lo firmano quasi tutti... campagna acquisti del cavaliere? “Alla fiera dell’est per due soldi alcuni ratti il papino comprò...”

Beh, comunque vadano le cose, almeno il muro impenetrabile di unanimismo che circondava la destra si è malamente incrinato. Non lo diciamo nel senso di “mal comune mezzo gaudio” - visto lo stato della sinistra - ma con la speranza che questo possa anche significare un rimescolamento di carte e una fine più vicina del governo Berlusconi.

Certo, questo vorrebbe dire elezioni anticipate e, se la sinistra resta in questo stato confusionale e catatonico, forse potrebbero essere ancora più pericolose, se confermative di questa maggioranza ( e allora i deliri di onnipotenza chi li fermerebbe più?!), ma d’altra parte non è più possibile vivere in questo incubo spaventoso, in questa incertezza istituzionale, con la libertà e la democrazia appese a un filo. Qualunque sarà lo scenario che si aprirà, speriamo che porti una ventata di novità, perché ormai siamo in apnea da troppo tempo

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