Un ciclo è finito!..?

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 14/11/2011
Possiamo davvero credere che la partita con Berlusconi sia definitivamente chiusa? Che non dobbiamo aspettarci agguati e rappresaglie, tentativi di golpe e di destabilizzazione, come ne “Il caimano” di Moretti? La prudenza con lui non è mai troppa…

Berlusconi si è dimesso da premier. Forse perché questo momento lo abbiamo tanto atteso, non sembra reale che sia davvero finito un ciclo dissennato, che ci ha portato alla bancarotta. Ci sentiamo incerti e fragili, un po’ come dopo che si è patito un forte dolore fisico - un mal di testa o di stomaco o di denti – e che quando finisce ci lascia timorosi che possa ritornare.

Ha dato le dimissioni il presidente del consiglio peggiore degli ultimi 150 anni. Noi lo abbiamo fieramente avversato in tutti questi anni, ma ora non parteciperemo a nessun tipo di “piazzale Loreto”. Non solo perché lo riteniamo troppo facile e scontato e non vogliamo trovarci insieme a quelli che, dopo averlo votato e supportato, ora grideranno più forte di tutti contro di lui, ma soprattutto perché di lui, delle sue storie torbide e ripugnanti, ne abbiamo le scatole piene. Vogliamo dimenticarcelo, proprio come un brutto mal di testa. Vogliamo tornare ad avere una vita normale, a pensare a noi e al nostro futuro e non a lui e ai suoi problemi. Ma prima dovremmo essere certi che il mal di testa è davvero finito. Non siamo preoccupati delle vane minacce e dei patetici veti o delle richieste inopportune del cavaliere, come il salvacondotto per sè - nelle sue vertenze con la giustizia - e per le sue aziende, o i nomi che vorrebbe imporre. Ci chiediamo solo se il nuovo presidente del consiglio gli darà retta. Perché se così fosse cominceremmo davvero male questa nuova fase di passaggio.

Intanto che scriviamo compare in TV il video messaggio d’addio del cavaliere-venditore di balle. Un pezzo patetico e ridicolo ma anche minaccioso, sotto il miele fasullo della mozione degli affetti. “Ho dato le dimissioni per senso di responsabilità… per il bene del paese, con generosità…” così ha cominciato l’ultimo spettacolo. Tutte balle come sempre, naturalmente, perché quello che ha detto va tradotto così “ho dato le dimissioni perché se no scoppiava la rivoluzione nelle piazze d’Italia, crollava la borsa e finivamo tutti a gambe per aria. Ho dato le dimissioni perché ormai mi schifano anche i miei e scappano dalla mia nave che affonda. Ho dato le dimissioni perché ormai a livello internazionale ridono di me. Ho dato le dimissioni perché mi sono circondato di pescecani avidi e miserabili, che si sono mangiati le risorse del paese. Ho dato le dimissioni perché ho pendenze pesantissime con la giustizia, perché sono un bugiardo e sono nelle mani di squallidi mezzani di escort, perfino minorenni. Ho dato le dimissioni perché se vado alle elezioni anticipate stavolta finisco proprio male.” Questo avrebbe dovuto dire, invece ha aperto la bocca per affermare, con la sua faccia di tolla “io sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto per il paese” e a questo punto non si sa davvero se indignarsi o mettersi a ridere sgangheratamente: che caspita ha fatto per il paese?? Ci ha raccontato qualche barzelletta! Sporca, naturalmente. E adesso osa anche dire che il suo governo è caduto per i giochini di potere e il trasformismo imperante nel Parlamento. Come se lui non avesse inzuppato il pane in questo “vizio italico” e non si fosse comprato i voti dei voltagabbana, appena 11 mesi fa.

Parla del suo amore per il paese: e meno male che lo amava, pensa se lo avesse odiato come poteva ridurlo! Non riusciamo nemmeno a immaginarlo! Lui che ha istigato all’odio quelli della sua parte contro la sinistra, chiamando “coglioni” i suoi elettori. Lui che vedeva comunisti dappertutto: dalle toghe rosse a qualsiasi cronista che liberamente dicesse la sua. Lui che ha usato le sue TV e quella pubblica e soprattutto i suoi giornali come armi per contrastare gli avversari, lui che ha promosso campagne denigratorie contro i suoi oppositori: Boffo docet. Ma quale amore?? Odio puro. Quest’uomo stillava odio come un pino cola resina. E ognuno raccoglie quello che semina.

E poi, con la stessa livida prepotenza di sempre, osa minacciare il futuro del nuovo governo dicendo “Stacchiamo la spina quando vogliamo!” Ancora non è uscito dalla porta che è già pronto a rientrare dalla finestra! Sento che mi torna il mal di testa…

Mi era passato ieri a vedere la sua auto passare fra ali di folla festante e insultante: quel messaggio gli è finalmente arrivato forte e chiaro fino al suo cervello obnubilato dal narcisismo e l’uomo ha accusato il colpo. Per questo forse sono stati mandati in piazza oggi i suoi sostenitori? Ma vedi cosa capita a imbrogliare sempre e a mentire: che a vedere dei suoi sostenitori uno pensa subito: ma quanto li ha pagati questi figuranti? Magari invece sono andati spontaneamente… non ci credete? Nemmeno io.

Ma ieri i suoi detrattori erano veri, in piazza ci erano andati spontaneamente e gratis. Suonavano e cantavano con gioia vera l’Inno di Mameli, l’Alleluia di Haendel e Bella ciao, in un mescolio festoso e patriottico, fra sventolio di tricolori ( ma c’erano anche i miei 4 mori) e trenini da conga. Qualcuno ha lanciato anche qualche monetina, ma non con la rabbia con cui la gente le lanciò contro Craxi, ma quasi a chiudere un ciclo: Craxi ha creato Berlusconi e la monetina è un gesto scaramantico di chiusura di un’epoca e di una mentalità. Almeno lo speriamo.

Si può condividere o meno questo tipo di festeggiamenti, ma erano legittimi, dopo tanti anni di un regime insopportabilmente settario, oltre che corrotto e colluso. Perché Berlusconi non è mai stato un capo di stato, ma il presidente di un partito fazioso, che per primo emarginava e irrideva i suoi antagonisti. E adesso se ne è andato perché, sia chiaro, ha perso: ha perso la maggioranza nel parlamento, ha perso la leadership del partito, ha perso la credibilità internazionale, ha perso la fiducia degli italiani, ecco perché è andato via, non perché è generoso e responsabile. Se ne è andato perché non poteva più restare. E se vorrà tornare ci troverà pronti a reagire e a ricacciarlo indietro, dove non possa più nuocere a nessuno. Lui e i suoi impresentabili cortigiani.

E adesso non resta che aspettare i nomi del nuovo governo. Non vogliamo credere a nessuno di quelli che circolano, perché ce n’è uno che ci lascia un po’ perplessi: quello di Giuliano Amato. Ma come, il fidatissimo “dottor Sottile” di Craxi, il novello Talleyrand passato indenne attraverso mille governi, torna sulla breccia? Ma non aveva dichiarato il suo ritiro dalla politica nel 2008? Non sembra una bella pensata. Soprattutto è un pessimo segnale a proposito della tanto sospirata discontinuità.

Ma aspettiamo a sentire e leggere i nomi veri scelti da Monti, prima di fasciarci la testa. Una testa indolenzita da tanti pensieri. Uno più di tutti, che passa rapido nella nostra mente sospettosa: le banche hanno creato la crisi finanziaria e adesso in Italia, in Grecia e un po’ ovunque sta salendo al potere una casta di economisti-banchieri… ma la gente normale, che fine ha fatto???

Va beh…. adesso posso uscire fuori nel terrazzo, a guardare il cielo stellato e senza nuvole. Ha smesso di piovere: prendiamolo come un buon auspicio, almeno sull’onestà del nuovo governo.

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