Il gioco riuscì.
Ma riuscì solo per l'interessato che potè saldare la montagna di debiti che affondava le sue imprese, alla faccia dell'imprenditore più abile degli ultimi 150 anni. Gli altri che non erano caduti nel gioco, più informati della caratura del personaggio, capirono che si stava transitando da "manipulite" a "coscienzesporche".
Il Parlamento divenne un ente di beneficenza dove collocare, a spese dei contribuenti, gli avvocati che difendevano il premier dai suoi reati, le escort che allietavano le monotone serate, gli imprenditori che cercavano immunità parlamentari, i capitalisti senza capitali alla ricerca proprio dei capitali. Il medesimo personaggio non lesinava elogi nei suoi stessi confronti, esaltazione delle sue virtù, esibizione delle capacità, appresso si levava il coro dei vassalli che annuivano, applaudivano a comando, e trasferivano le parole d'ordine ai valvassori e da questi ai valvassini, tutti proni, con la mano tesa per raccogliere il compenso pattuito e conquistato grazie alla faccia di bronzo diventata la costante di riconoscimento.
La storia è finita male, sgattaiolando dalla porta di servizio che conduce all'ignominia e non dall'Arco di Trionfo che conduce alla Storia.
Sic transit storia mundi... ma è una storia da dimenticare, non da tramandare.
Era iniziata come l'Araba Fenice, risorta dalle ceneri precedenti, con la dispensazione di speranze, quelle speranze che "mani pulite" aveva condizionato e, spesso, mortificato