MELONI: L’ASSASSINO SI’, I PACIFISTI ITALIANI NO

di Lino D’Antonio - liberacittadinanza.it - 05/10/2025
La Meloni riceve conclamati delinquenti all’aeroporto (Chico Forti) e evita accuratamente le persone per bene della “Flotilla”.

Il disprezzo, il livore, l’odio politico espressi dalla Meloni per i componenti della “Flotilla”, sono inaccettabili e incomprensibili, se non si prende atto del fatto che la presidente del Consiglio è il capo di una precisa fazione e non di tutti gli italiani. Ciò la rende inconsapevole del suo stesso ruolo istituzionale.

La sua è una precisa scelta, motivata anche dalla rabbia per l’enorme riscontro nel mondo da quanto fatto dalla “Global Sumud Flotilla”, andato molto oltre le aspettative, scuotendo la coscienza civile di intere masse. Rimane l’auspicio che venga stigmatizzato il comportamento vergognoso del governo italiano circa le sevizie e le illegalità perpetrate dagli israeliani nei confronti di liberi cittadini.

Ma c’è un episodio che stride fortemente con il disimpegno attuale del governo italiano e che innalza un muro tra  esso e i cittadini diversamente pensanti. “Gli anti italiani” definizione di mussoliniana memoria con cui anche oggi, spesso vengono indicati gli oppositori dall’estrema destra di governo.

Per ritornare all’episodio succitato, nel maggio 2024, la premier si recò all’aeroporto di Pratica di Mare, per accogliere, unitamente all’ineffabile ministro degli Esteri, Tajani, Chico Forti, condannato all’ergastolo in Florida per omicidio. Per il trasferimento in Italia molto si era dato da fare il governo italiano, per fargli scontare la pena nel nostro paese.

Quindi, la Meloni riceve conclamati delinquenti all’aeroporto e evita accuratamente le persone per bene della “Flotilla”. Tutto ciò dovrebbe far comprendere a quei cittadini che ancora credono alla Meloni, che ogni suo atto non è limpido, ma ispirato al più mero e spericolato opportunismo.

La “famosa nazione” sempre da lei pomposamente citata, si esaurisce nel ridotto della sezione dell’MSI di Colle Oppio. 

Lino D’Antonio   Napoli      

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