Il Coordinamento per la democrazia costituzionale sottolinea l’importanza dello sciopero generale indetto dalla Cgil per il 12 dicembre. Le legge di bilancio non offre alcuna risposta positiva ai problemi del nostro paese. Al contrario sceglie di premiare i più ricchi e di concentrare la spesa e gli indirizzi produttivi verso una economia di guerra. La sua dimensione è modesta proprio perché il governo aspetta l’uscita dalla procedura di infrazione per potere elargire ulteriori benefici ai ceti più elevati in vista delle elezioni del 2027 e di incrementare ulteriormente le spese militari in accordo con gli orientamenti e le direttive della Commissione europea.
Nello stesso tempo le destre continuano la loro opera di smantellamento dei diritti e dell’ordine democratico. Le pre-intese sull’autonomia differenziata fra Governo e regioni del Nord, l’attacco alla indipendenza della magistratura con la legge Nordio, il progetto di premierato e la legge elettorale con un forte premio di maggioranza sono le punte di attacco della strategia governativa.
Intanto stipendi e pensioni soffrono per il mancato adeguamento all’incremento dell’inflazione. Il fiscal drag si è mangiato fino a duemila euro annui a chi vive di un reddito da lavoro. La sanità pubblica viene smantellata e le persone non hanno modo di curarsi. La precarietà e la disoccupazione aumentano, in particolare dei giovani e delle donne, mentre si prevede un innalzamento dell’età pensionabile peggiorando la già pessima “riforma” Fornero. L’attacco alla democrazia e le misure repressive vanno di pari passo con il peggioramento delle condizioni materiali di vita.
La storia del nostro paese ci ha insegnato che senza lo sviluppo del conflitto sociale non sono possibili conquiste né sul piano economico né su quello democratico. Per queste ragioni è decisiva la piena riuscita dello sciopero del 12 dicembre, nella convinzione che questa potrà rafforzare la lotta per la pace, contro un’economia di guerra, e per la democrazia, di cui sarà una tappa importante la vittoria del No alla controriforma Nordio nel referendum della prossima primavera, quando bisognerà andare a votare in tanti, sia perché in un referendum costituzionale non è previsto il quorum, quindi in ogni caso l’esito del referendum deciderà delle sorti della legge Nordio, sia perché la partecipazione massiccia al voto rafforza la vitalità del nostro sistema democratico..
La presidenza del Cdc
Roma, 10 dicembre 2025
Ufficio stampa: Andreina Albano 3483419402 – andreinaalbano@gmail.com


