Stop ai licenziamenti o libertà di licenziare ?

di Umberto Franchi - 07/08/2020
In questi giorni assistiamo ad una campagna mistificatoria da parte della Confindustria, di alcuni economisti, di giornalisti e commentatori politici su diversi organi di stampa, dei partiti di destra (Lega Forza Italia FdI) mezzo PD ed Italia Viva , (solo i sindacati, i partiti di sinistra e 5S sono per la proroga dei licenziamenti)
Come sappiamo nel “Decreto Agosto” del governo, si sta discutendo sulla necessità di prorogare per legge il blocco dei licenziamenti  fino alla fine 2020, nonché  la proroga della cassa integrazione di ulteriori 18 settimane e comunque in attesa che l’economia riparta del tutto.
Ora il blocco dei licenziamenti è una conseguenza necessaria alla perdita di ordinativi delle imprese a seguito del  Lock Down... ma le imprese che hanno registrato una perdita di fatturato superiore al 20%  non vengono minimamente penalizzate , le altre dovranno pagare un contributo del 9%  oppure del 18 % se mettono in CIG e durante il blocco hanno continuato a produrre senza diminuzione del fatturato.
Quindi  i lavoratori, con il blocco dei licenziamenti ,  anziché  essere licenziati andranno in Cassa integrazione con l’80% del salario che dovrà essere corrisposto anticipato dalle aziende,  che a loro volta decurteranno la somma anticipata dai contributi assicurativi che mensilmente devono versare all’Inps. 
 Ma in questi giorni assistiamo ad una campagna mistificatoria da parte della Confindustria,  di alcuni  economisti, di giornalisti e commentatori politici su diversi organi di stampa, dei partiti di destra (Lega Forza Italia FdI) mezzo PD ed Italia Viva , (solo i sindacati, i  partiti di sinistra e 5S sono per la proroga) i quali sostengono che bisogna cessare il blocco dei licenziamenti  e dare alle imprese la libertà di licenziare.  
Costoro : ad esempio l’economista Tito Boeri assieme al Presidente  di Confindustria Carlo Bonomi, ed a altri  personaggi politici , ecc... hanno detto che l’Italia non è la Corea del Nord,  e che il blocco dei licenziamenti, secondo loro,  blocca la possibilità da far fare alle imprese nuove assunzioni, perché gli imprenditori non sanno se poi potranno licenziarli  (sic) ...
In realtà quello che vogliono è  questo:
  • continuare ad avere totale mano libera sulla “Forza Lavoro” al fine di far lavorare i propri dipendenti sotto il ricatto del licenziamento ... quindi di imporre ai lavoratori carchi di lavoro più pesanti , orari più pesanti, flessibilità nei turni di lavoro, condizioni ambientali senza i minimi criteri di sicurezza ,  salari di fame, ecc..  I “padroni”  vogliono il comando unilaterale , dicendo al  proprio dipendente : “lavora  come ti comando io, o  li c’è il cancello e sei  licenziato “;
  • il blocco dei licenziamenti contrasta in merito alla posizione di Confindustria la quale nei rinnovi contrattuali in atto in molte categorie dell’industria, vogliono mettere in discussione e cancellare alcune norme  su orari, turni, flessibilità, diritti, salari contrattuali, ecc...;
  • le aziende vogliono libertà di licenziare anche al fine di sbarazzarsi dei lavoratori, più sindacalizzati, quelli più anziani, quelli più “tosti” nel rivendicare i propri diritti, al fine di cambiarli con altri disoccupatiti che verrebbero assunti  con salari più bassi, con meno diritti, con meno tutele sindacali.
In realtà quello che interessa a lor signori  è continuare  nella gestione dell’economia e del lavoro come prima e peggio di prima della pandemia ... continuando con un tipo di sviluppo perverso  tutto  fondato sul risparmio del costo del lavoro, senza investimenti innovativi sui processi, sui prodotti, sullo sfruttamento dei lavoratori ed il comando unilaterale del padrone... con un ritorno ad un noto e triste passato.
Ora sembra che il decreto prevederà tre cose:
  • Incentivi alle imprese che escono dalla cassa integrazione facendo rientrare al lavoro i cassa integrati;
  • Incentivi alle imprese che assumano nuovi lavoratori;
  • Cassa integrazione per 18 settimane e blocco dei licenziamenti fino a fine anno ma solo per le aziende che mettono in cassa integrazione.
Ritengo che siano sbagliati tutti i tre provvedimenti per questi motivi:
  1. Le imprese assumano lavoratori o li fanno rientrare dalla cassa integrazione solo se hanno più ordinativi, (commesse) ma le commesse dipendono dalla possibilità di aumentare i consumi , ma per fare aumentare i consumi dovrebbero aumentare le pensioni ed i salari... invece è stato rinnovato il contratto degli alimentaristi con un incremento di 119 euro a regime in 4 anni (sic) e  le pensioni sono di fame ;
  2. Non è il blocco dei licenziamenti che va ridotto , non più a fine 2020 ma rapportato alla fine dei 18 mesi di CIG...  al contrario è la possibilità di mettere in CIG dovrebbe essere allungata fino alla fine dell’anno.
Umberto Franchi

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