Uno straccio di pace

di Redazione di Emergency - emergency.it - 11/03/2022
“Uno straccio di pace” è stata una campagna simbolica lanciata da EMERGENCY nel 2001 per esprimere contrarietà all’intervento militare in Afghanistan

Il 7 ottobre 2001, poco meno di un mese dopo l’attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono, gli USA hanno attaccato l’Afghanistan per “sconfiggere il terrorismo”. L’attacco era sostenuto da larga parte della comunità internazionale, Italia compresa.

Mentre la guerra veniva propagandata come l’inevitabile misura di legittima difesa di un Paese sotto attacco, EMERGENCY sapeva che la guerra non avrebbe portato giustizia alle vittime dell’attentato, né avrebbe eliminato la minaccia terroristica: sarebbe stata un altro atto di violenza su un Paese già devastato da decenni di guerra. Chiedemmo ai cittadini italiani che condividevano il nostro dissenso di esprimerlo con uno straccio di pace, una piccola striscia bianca di tessuto sarebbe diventata il simbolo di riconoscimento di chi «vuole trovare nuove forme di stare insieme, nuovi modi per risolvere i problemi che non siano la violenza, il terrorismo, la guerra».

Sono passati più di 20 anni da quando abbiamo invitato tutti a indossare uno straccio di pace… eppure, ancora oggi, c’è bisogno di ricordare che la guerra non è mai “inevitabile”, non è mai “necessaria”, non è mai “giusta”, non è mai la soluzione.

Con un pezzo di stoffa bianco, una piccola striscia bianca di tessuto, uno straccio di pace, vogliamo dire NO ALLA GUERRA.

A tutte le guerre.

Uno straccio di pace

“Uno straccio di pace” è stata una campagna simbolica lanciata da EMERGENCY nel 2001 per esprimere contrarietà all’intervento militare in Afghanistan.

Il 7 ottobre 2001, poco meno di un mese dopo l’attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono, gli USA hanno attaccato l’Afghanistan per “sconfiggere il terrorismo”. L’attacco era sostenuto da larga parte della comunità internazionale, Italia compresa.

Mentre la guerra veniva propagandata come l’inevitabile misura di legittima difesa di un Paese sotto attacco, EMERGENCY sapeva che la guerra non avrebbe portato giustizia alle vittime dell’attentato, né avrebbe eliminato la minaccia terroristica: sarebbe stata un altro atto di violenza su un Paese già devastato da decenni di guerra. Chiedemmo ai cittadini italiani che condividevano il nostro dissenso di esprimerlo con uno straccio di pace, una piccola striscia bianca di tessuto sarebbe diventata il simbolo di riconoscimento di chi «vuole trovare nuove forme di stare insieme, nuovi modi per risolvere i problemi che non siano la violenza, il terrorismo, la guerra».

Sono passati più di 20 anni da quando abbiamo invitato tutti a indossare uno straccio di pace… eppure, ancora oggi, c’è bisogno di ricordare che la guerra non è mai “inevitabile”, non è mai “necessaria”, non è mai “giusta”, non è mai la soluzione.

Con un pezzo di stoffa bianco, una piccola striscia bianca di tessuto, uno straccio di pace, vogliamo dire NO ALLA GUERRA.

A tutte le guerre.

 

Il testo integrale dell’appello lanciato da EMERGENCY nel 2001

“L’Italia ripudia la guerra”, dice la nostra Costituzione, e lo dice – all’indomani del secondo conflitto mondiale – perché il nostro Paese ha vissuto sulla sua pelle l’orrore della guerra e non vuole che si ripeta mai più.

Eppure, da allora, il “ripudio della guerra” è stato spesso negato, la nostra Costituzione violata.

Chi governa ci dice che la guerra può essere “umanitaria”: sappiamo che non è vero, la guerra porta sempre morte e distruzione, la guerra è la negazione dell’umanità.

Ci dicono che la guerra può essere giusta, necessaria, e “inevitabile”: sappiamo che non è vero, la guerra appare inevitabile solo a chi non ha fatto nulla per evitarla.

Ci dicono che in guerra le vittime civili sono solo “effetti collaterali”: non è vero, i civili sono le prime vittime della guerra, di qualsiasi guerra.

Ci dicono che tutti i soldi buttati in spese militari sono necessari a mantenere la sicurezza: noi crediamo che quei soldi andrebbero investiti in ospedali, scuole, lavoro, pensioni, perché è questo che serve ai cittadini del mondo, non i cacciabombardieri; sicurezza è avere un presente dignitoso e poter sperare in un futuro per i nostri figli.

Ci dicono che la guerra serve a costruire la pace: non è vero, sappiamo che solo la pratica dei diritti umani può costruire la pace, la guerra serve solo ad aumentare la violenza, la distruzione, ad alimentare altra guerra.

I potenti del mondo possono levare alta la loro voce quando raccontano queste bugie, invece i cittadini del mondo – che sanno benissimo che la guerra è il problema, e non la soluzione – spesso non hanno voce.

Per questo motivo abbiamo pensato di dare voce a chi non ce l’ha: con un semplice pezzo di stoffa bianca, uno “straccio di pace”. Appeso alla borsetta, al balcone, legato al guinzaglio del cane, all’antenna della macchina, al passeggino del bambino, alla cartella di scuola… un modo semplice e immediato per esprimere il nostro ripudio della guerra, del terrorismo, della violenza.”

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