Sempre caro ci fu quell’ermo Colle…

di Barbara Fois - Liberacittadinanza.it - 27/01/2022
Chi sarà il nuovo Presidente? E che fine farà Draghi?un po’ di bla bla bla

Finalmente naufragata l’operazione Scoiattolo (questa volta le noccioline non sono bastate a comprare tutti i voti necessari, anche perché Cip e Ciop se la sono filata all’inglese, lasciando al cavaliere, in disarmo e malato, il compito di ritirarsi) le “grandi manovre” per conquistare il Quirinale sono finalmente entrate nel vivo. E si sente subito che il clima è cambiato, soprattutto nei riguardi di Draghi, che, come il marziano di Flaiano, dopo tanti salamelecchi, si sta prendendo anche qualche pernacchia. Qualcuno dice che è la rivincita della politica, che dopo essersi sentita Cenerentola (e non essendo abituata a stare in un cantuccio) vuole riprendersi la scena, buttando via colui che fino ad ora gli ha salvato il popò. Non ho nessuna stima ( e come potrei??) della nostra casta/crosta, ma non posso davvero credere che sia così cretina da accantonare il solo che possa non solo salvarci dal disastro economico, ma anche l’unico di cui l’Europa si fida: aspettiamo ancora un sacco di miliardi, ma a seconda di chi potrebbe sostituirlo, magari non ce li darebbero più e allora sì che sarebbero sorci verdi!

Perché dico questo? Perché è ovvio che hanno preparato a Draghi una trappola: gli hanno fatto fiutare il Colle, ma poi se lui si fosse fidato e magari si fosse dichiarato disponibile, non lo avrebbero votato al Colle e lasciato senza una sedia. E noi tutti saremmo stati nei guai, ma tanto a questi scappati da casa cosa gli importa? Gente solo ansiosa di mantenere il proprio vitalizio, lasciando- fra le tante promesse fatte a parole - i terremotati nelle loro baracche, che avrebbero dovuto essere solo temporanee e che invece saranno loro ad essere vitalizie. Con queste premesse trovare una figura che abbia i requisiti per ricoprire una carica così importante, e cioè onore, responsabilità, onestà e capacità, è una impresa titanica. E se è vero che i nomi fatti sono solo quelli “bruciati”, è evidente che non abbiamo ancora sentito quello giusto: vedremo solo domani che cosa sono riusciti a scovare. Eh sì, perché dovrebbe essere un nome condiviso e nonostante questo, secondo Salvini e Meloni, dovrebbe essere anche di centrodestra, il che ovviamente sembra una contraddizione in termini, un ossimoro politico ripugnante e demenziale, illogico e anticostituzionale.

Ora bisogna appunto vedere chi sarà il prescelto e se il CS lo accetterà. E siamo a questo punto, in un sistema chiuso di veti incrociati, di muro contro muro, anche se tutti dicono di essere aperti a tutto e di non avere preclusioni, tanto ormai non gli crede più nessuno, qualunque cosa dicano.

C’è poi, fra i rumors, una voce consistente che possa essere eletta una donna. Ci credo poco: figurati se lasciano un posto così importante a una donna!! E poi chi sarebbero queste donne? Vediamo un po’ chi sono i nomi fatti.

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Maria Elisabetta Alberti Casellati (Rovigo 1946), attuale presidente del Senato. Dio ci liberi! Ma sapete chi è questa signora? Berlusconiana della prima ora (sostenitrice della veridicità di Ruby come nipote di Mubarak !!! e basterebbe solo questo) è una che si è definita cattolica e conservatrice e di conseguenza non meraviglia che sia contro la fecondazione eterologa, che abbia firmato una proposta di legge per abolire la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza e che abbia affermato che il via libera alla pillola abortiva Ru486 sarebbe “ un gravissimo errore, che strizza l’occhio alla cultura della morte”.

Come non bastasse si è detta favorevole alla riapertura delle case di tolleranza, convinta del fallimento della  legge contro la prostituzione nei casini di stato, firmata dalla deputata socialista Lina Merlin, negli anni ’50. Pensate un po’ che apertura mentale!! E mica è finita qui: si è opposta alla legge Cirinnà del 2016, ovvero alla legge che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso, affermando che «la famiglia non è un concetto estensibile. Lo Stato non può equiparare matrimonio e unioni civili». Inoltre sostiene la castrazione chimica per i colpevoli di violenze sessuali o pedofilia. Inoltre sostiene la leggi Bossi-Fini contro l’immigrazione clandestina, ed è favorevole alla legittima difesa, sostenendo «La difesa, lo voglio dire con forza, è sempre legittima. Chi viola una proprietà privata deve sapere che rischia una reazione sempre legittima. La legge attuale è insufficiente, va cambiata. Questo sarà il primo disegno di legge che presenterò, ove eletta, in Senato, perché è inaccettabile che la nostra sia una giustizia capovolta, nella quale chi è aggredito, chi è vittima e si difende in casa, chi lavora per proteggerci, debba poi difendersi anche in Tribunale.» Capito chi è? E davvero la vogliamo vedere al Quirinale? Capo delle Forze Armate e della Magistratura? Ma non ci basta il Covid??

L’altra donna è Letizia Moratti (Milano 1949), che ovunque sia stata e qualsiasi sia stata la carica che ha ricoperto, è stata aspramente contestata.

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Dal 1994 al 1996, durante il governo Berlusconi I, Letizia Moratti è stata nominata presidente della RAI. Tuttavia già nel novembre 1994, il consiglio d'amministrazione RAI da lei guidato rischiò la dissoluzione per via delle minacciate dimissioni di tre consiglieri, a seguito di controversie sulle nomine e sulle modalità di gestione dell'azienda. L'allora consigliere RAI Franco Cardini giudicò che la gestione Moratti era stata fin dall’inizio segnata da troppi errori e da un "clima irrespirabile".

Nel 1995, si avviò un processo di privatizzazione della Rai, fortunatamente non attuato. La Moratti propose un piano di ristrutturazione, con una rete nazionale finanziata dalla pubblicità e un canale federalista pagato dal canone Rai, ma il progetto non fu portato avanti.

Dopo la presidenza RAI, ha ricoperto la carica di Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dall’11 giugno 2001 fino alla fine della XIV Legislatura. Durante il suo mandato come ministra ha elaborato e realizzato una legge di riforma del sistema scolastico italiano che ha suscitato reazioni e proteste ed è stata contestata da una gran parte del mondo della scuola e da tutto il centro sinistra. La riforma Moratti aveva abolito quella Berlinguer del 2000 e a sua volta è stata cancellata e sostituita dal secondo Governo Prodi.

E poi è stata sindaco di Milano. E anche qui ci sono stati dei grossi problemi: dopo l'elezione del 2006 la Moratti avrebbe licenziato senza giustificato motivo una decina di dirigenti del Comune, affidando quasi contemporaneamente 54 incarichi a consulenti esterni, spesso senza i requisiti necessari. Per questo la Moratti è stata condannata dalla Corte dei conti a risarcire il Comune, sentenza poi confermata in cassazione. Il pubblico ministero ha definito non penalmente rilevanti le pressioni sui dirigenti comunali perché accettassero il pre-pensionamento, rilevando che non ci sarebbe stata nessuna «minaccia di un male ingiusto nel caso in cui non fosse stata accettata la risoluzione del contratto» pur ammettendo che le modalità sono state lesive della dignità delle persone. Nel dicembre del 2009 ha annunciato di voler dedicare un parco di Milano a Bettino Craxi, ma la decisione non ha mai avuto seguito. E meno male.

Letizia Moratti è stata anche criticata per la scarsa presenza in Consiglio Comunale: 6 presenze nel 2008 e 3 nel 2009, di cui l'ultima il 21 ottobre 2009, per la presentazione di un primo bilancio del mandato. Dei 61 rappresentanti di giunta e consiglio, Letizia Moratti è ultima per presenza alle votazioni, con un totale del 5%. Il sindaco Moratti è stata inoltre richiamata dal presidente del Consiglio Comunale, Manfredi Palmeri, per non aver risposto alle 100 interrogazioni poste dal consigliere di opposizione Pierfrancesco Majorino ai sensi del regolamento. Per la rielezione a sindaco, ha impostato la sua campagna usando la macchina del fango (tipica della tradizione berlusconiana) contro Pisapia, accusandolo perfino di reati non commessi.

A seguito della sconfitta, Moratti ha confermato la volontà di continuare l'attività politica dai banchi dell'opposizione: "Resterò cinque anni in consiglio comunale per spirito di servizio alla città e ai milanesi che mi hanno eletto". Tuttavia, nel dicembre 2011, solo pochi mesi dopo, l'ex sindaco di Milano annuncia la sua fuoriuscita dal PdL e a fine gennaio 2012 ha rassegnato le dimissioni dalla carica di consigliere comunale. La vogliamo anche al Colle??

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Il terzo nome fatto è quello di Elisabetta Belloni (Roma 1958), non schierata politicamente, vissuta nell’ambiente della diplomazia, vedova di Giorgio Giacomelli, che era un ambasciatore, scomparso nel febbraio 2017. Draghi l’ha nominata nel 2021 direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che ha compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani ed è la prima volta che è una donna a coprire quel posto e conoscendo la cautela di Draghi direi che è un punto a suo favore. E’ la persona di cui sappiamo di meno e con questi chiari di luna è un altro punto a suo favore. Ma ovviamente Renzi è contrario. Sarà perché avrebbe voluto lui il suo posto? Vi ricordate che polverone aveva alzato? Macchè! Sono solo malignità…

Noi continuiamo a pensare che fra la rosa dei nomi femminili ci starebbe benissimo anche quello di Rosi Bindi, ma ci rendiamo conto che non c’è nessuna delle forze politiche in campo che sarebbe disposta a portarla. Perché è realmente una donna che non è “a disposizione di nessuno”.

Quanto agli uomini in campo, si fa il nome di Casini e ancora una volta Draghi, con un sacco di veti dall’una e dall’altra parte. E mentre ieri pomeriggio guardavo annoiata la maratona Mentana e ascoltavo le dichiarazioni inconsistenti di tutti i grandi elettori intervistati, è scoppiata una notizia bomba: Salvini sarebbe andato a trovare il prof. Sabino Cassese (Atripalda 1935)… scioccante!! Non potevo credere che uno come Salvini pensasse a un uomo straordinario come Cassese ed ero anche disposta a mettermi la cenere in testa, quando è arrivata la smentita. E tuttavia stamattina la Meloni indica fra i papabili proprio Cassese e la Belloni… boh?? Sarà perché è sicura che sarebbero bocciati? Mah…

Sono le 13 di giovedì 27 gennaio e siamo alla quarta votazione: il CD ha detto ai suoi di astenersi dal voto. Questo per contarsi meglio, evidentemente. E poi? Continueranno a intestardirsi su Casini? Visto che la candidatura Draghi è evaporata - anche perché la paura che salti il governo e si vada a elezioni anticipate morde le frange di peones, che sanno che con i tagli ai parlamentari non saranno più rieletti e dunque perderanno il vitalizio - e non si vedono altri nomi in campo, per il momento.

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C’è da chiedersi se non sarebbe ormai il caso che il presidente venisse eletto dai cittadini, invece che lasciare il pallino della scelta a un ormai disorientato e inaffidabile Parlamento. Nel bene o nel male saremmo insomma noi a scegliere chi siederà al colle. Almeno potremmo comunque partecipare in qualche modo alla vita politica!

E adesso, cari amici e compagni, mettiamoci comodi a seguire la maratona Mentana e guardiamo lo spettacolo dei politici in passerella, mormorando annoiati “ e mo’ facce ride”

 

Barbara Fois

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