Sul fascismo e dintorni

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 30/09/2022
Parliamone un po’: è il momento giusto

Dal momento che ha vinto la destra estrema e che malauguratamente è possibile che governi a lungo, sarà il caso che impariamo a conoscere questo antagonista in modo approfondito, non lasciandoci fuorviare da luoghi comuni e da stagionate e purtroppo ormai accettate fake news.

Noi usiamo il termine fascista in modo improprio e dispregiativo, per indicare non tanto una precisa ideologia politica, quanto una scelta di modelli di vita angusta, meschina, arretrata, egoistica, razzista, misogina, etc etc., identificando per converso tutto quello che è buono, sano, progressista, politically correct etc., con cio' che è di sinistra. È una radicalizzazione piuttosto approssimativa, ma efficace. Purtroppo ormai però questo non è più vero - se mai lo è stato - e basta guardare gli esponenti attuali del PD and company, per fare un esempio, per esserne assolutamente certi. Ma non è questo né il luogo nè il tempo per parlare della sinistra.

Parliamo invece della destra e dei molti libri che si stanno pubblicando in questi ultimi due-tre anni sul fascismo. Ci si può chiedere come mai questo rinnovato interesse per un fenomeno che dovrebbe essere ormai archiviato nel passato remoto. Ma la domanda è superflua, perchè il motivo è ben chiaro e presente e il risultato di queste ultime elezioni lo spiega bene anche a chi non vuol capire. Perché ci sentiamo addosso la puzza del fascismo, come il rigurgito maleodorante di fogna di un bagno intasato. Ed è una puzza stantia, che come una nuvola greve è parcheggiata sopra le nostre teste da sempre.Vi segnalo alcuni di questi libri preziosi, perché spazzano via tanti falsi convincimenti sul fascismo e su Mussolini. E vedrete che ne sarete sorpresi.

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Proprio in questi giorni esce, per la Mondadori, un volumetto di Aldo Cazzullo, dal titolo Mussolini il capobanda, Perché dovremmo vergognarci del fascismo, che ci racconta chi era davvero il Duce. “…un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l'aveva messo al mondo…” e qui Cazzullo si riferisce a Ida Dalser e al loro figlio Benitino Albino. Siamo negli anni intorno alla Prima Guerra Mondiale, quando ancora Mussolini non ha né potere né soldi, ma li spreme alla sua compagna Ida, fino a che lei non si vende tutto, compresa la casa e la sua impresa. Lui, ora che non può scucirle altro, l’abbandona con cinico egoismo senza una lira e con un figlio sulle braccia. “Toglietemeli di torno” dirà una volta al potere ed è così che finiranno in manicomio e poi moriranno, dopo indicibili pene. Ma questo non è il peggio di cui si sia macchiato.

PA leggere le pagine scritte da Cazzullo ci si rende conto che quella di Mussolini è una figura di cui la maggioranza degli italiani si è fatta un'idea sbagliata: uno statista che fino al '38 le aveva azzeccate quasi tutte… peccato l'alleanza con Hitler, le leggi razziali, la guerra. Cazzullo ricorda che prima del '38 Mussolini aveva provocato la morte dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli. Aveva conquistato il potere con la violenza - non solo manganelli e olio di ricino ma bombe e mitragliatrici - facendo centinaia di vittime. Fin dal 1922 si era macchiato di orribili crimini, con avversari gettati dalle finestre di San Lorenzo a Roma, o legati ai camion e trascinati nelle vie di Torino. Sotto il fascismo c’erano: Tribunale speciale, polizia segreta, confino, tassa sul celibato, esclusione delle donne da molti posti di lavoro, riducendole a mere fattrici, subalterne e umiliate. Aveva commesso crimini in Libia - 40 mila morti tra i civili - in Etiopia, in Spagna. Aveva usato gli italiani come cavie per cure sbagliate contro la malaria e per vaccini letali. Insomma non è mai stato una brava persona, ma solo un orrendo macellaio. La guerra poi non fu un impazzimento momentaneo del Duce, ma lo sbocco logico del fascismo, che sostiene la sopraffazione di uno Stato sull'altro e di una razza sull'altra. Idee che purtroppo non sono morte con Mussolini. E l'antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani.

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E le cose buone che avrebbe fatto e di cui cianciano Tajani e Salvini?

A questo risponde Francesco Filippi, con un suo sarcastico, documentatissimo libro dal titolo Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo, uscito nel febbraio del 2020 allegato a La Repubblica. Come scrive Diego Longhin “Il libro di Filippi è un dizionario dei luoghi comuni, da quelli più celebri e "pop", come "i treni passavano in orario", a quelli più sociali come "Mussolini ha dato la pensione agli italiani", fino ad arrivare alle grandi costruzioni della dittatura: dal duce voleva bene agli italiani, al duce "costruttore" che ha realizzato le bonifiche, passando per il capo di Stato abile nella politica estera. Bugie che servono a mettere in secondo piano gli errori e gli orrori che Mussolini avrebbe compiuto seguendo Hitler sulle leggi razziali e la guerra. Abile strategia per giustificare e riabilitare - secondo un rigurgito nostalgico - il duce. Il prontuario di Filippi smonta in maniera chirurgica tutte le storielle, argomentando, mettendo nero su bianco dati e fatti che smascherano le fake news storiche che oggi, grazie alla rete "nera" sui social, si moltiplicano senza freni. Il libro si apre con una delle affermazioni più famose dell'abile ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels: Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà una verità.”

E questo processo di metabolizzazione della menzogna è testimoniato anche nell’articolo di Diego Pretini sul Fatto Quotidiano del 25 aprile 2019, quando cita le affermazioni di due politici oggi alla corte della Meloni: “ Salvini, 2016: “Mussolini fece tante cose buone in vent’anni, prima delle leggi razziali e dell’alleanza con Hitler. Fu Mussolini a introdurre la pensione di reversibilità per garantire la natalità nel caso morissero lui o lei. La previdenza sociale l’ha portata Mussolini, non l’hanno portata i marziani. In 20 anni, prima della folle alleanza con Hitler e delle leggi razziali, delle cose giuste le fece sicuramente: stiamo parlando di pensioni, poi le bonifiche. C’erano intere città, come Latina, che erano paludi”. Tajani, 2019: “Io non sono fascista, non sono mai stato fascista e non condivido il suo pensiero politico però se bisogna essere onesti, ha fatto strade, ponti, edifici, impianti sportivi, ha bonificato tante parti della nostra Italia, l’istituto per la ricostruzione industriale”. E’ la zona grigia del riduzionismo, come l’ha chiamata tempo fa Ezio Mauro: non c’è bisogno di essere fascisti per rivalutare il fascismo. “

E Filippi si chiede Com’è possibile che dopo tutto quello che è successo – dopo una guerra disastrosa, milioni di morti, l’infamia delle leggi razziali, la vergogna dell’occupazione coloniale, una politica interna economicamente fallimentare, una politica estera aggressiva e criminale, un’attitudine culturale liberticida, una sanguinosa e lunga guerra civile… – oggi ci guardiamo intorno, ben addentro al terzo millennio, e ci scopriamo ancora fascisti? Ma cos’altro avrebbe dovuto succedere per convincere gli italiani che il fascismo è stato una rovina?

Filippi a questo punto argomenta “Mentre le fake news sul presente servono a indirizzare l’opinione del pubblico a cui sono rivolte – le false notizie sulla storia hanno lo scopo più profondo di rassicurare chi le accetta nei propri sentimenti, nelle proprie emozioni. Una balla sul passato è rassicurante, conferma sensazioni di cui altrimenti ci si vergognerebbe”. Di più: “Pensare a un ipotetico passato positivo lascia una speranza nell’animo di chi è scontento del proprio presente. In un momento di velocità e valori fluidi, avere un posto sicuro e tranquillo in cui rifugiarsi è rinfrancante, anche se questo posto è la memoria, anche se questa memoria è falsa”. Mussolini ha fatto cose buone diventa un modo per depurare la memoria avvelenata di un popolo che ha il male della mancata resa dei conti con la Storia.

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In sintonia perfetta scrive Andrea Scanzi nel suo puntualissimo, sarcastico “Sfascistoni. Manuale di resistenza a tutte le destre” pubblicato nel 2021 per Paper First ” Il problema è che a noi c’è mancata Norimberga. L’Italia non ha mai fatto i conti con il fascismo e con la sua memoria storica

Il rischio supremo lo aveva già intuito Beppe Fenoglio…Fenoglio sottolineò più volte la mancanza di una seria “epurazione” fascista…temeva che quei fascisti si sarebbero di lì a poco ricicliati, e dunque reinseriti, nelle istituzioni. Quel che poi è avvenuto.”

Scanzi ha ragione, infatti non si celebrarono mai i processi dei responsabili delle stragi nazifasciste in Italia. Il motivo? Beh, ce ne sono stati tanti: prima di tutto ben 3 amnistie: una voluta da Togliatti addirittura nel 1946, una nel 1953 voluta dal governo Pella che approvò l'indulto e l'amnistia proposta dal guardasigilli Antonio Azara per tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948 e la terza addirittura del 1966. C’era poi sicuramente anche la paura che, aprendo la porta ai processi per crimini di guerra, ci finissero dentro anche molti italiani, che evidentemente avevano ancora un certo potere. E’ scritto alla voce Resistenza, su Wikipedia “ Infine durante gli anni sessanta seicentonovantacinque fascicoli riguardanti le stragi nazifasciste in Italia vennero, per le ragione sopraesposte, "archiviati provvisoriamente" dal procuratore generale militare e i vari procedimenti furono bloccati, garantendo quindi l'impunità per i responsabili ancora in vita. Solo nel 1994, durante la ricerca di prove a carico di Erich Priebke per la strage delle Fosse Ardeatine, venne scoperta l'esistenza di questi fascicoli (trovati in quello che giornalisticamente è stato definito l'"Armadio della Vergogna") e alcuni dei procedimenti furono riaperti, ad esempio quello a carico di Theodor Saevecke, responsabile della strage di Piazzale Loreto a Milano, ove furono fucilati per rappresaglia 15 tra partigiani e antifascisti. La maggior parte delle indagini e delle denunce contenute nei fascicoli non portarono tuttavia a un processo, poiché molti degli indagati risultarono essere non perseguibili in quanto già morti o per l'intervenuta prescrizione dei reati loro ascritti.”. Bene! Ora si capiscono molte cose, come per esempio che ci sia ancora qualcuno che saluta col braccio teso e festeggia il duce a Predappio e non viene perseguito per il reato di apologia di fascismo. Perché i vecchi gerarchi si riciclarono e si reinserirono come non fosse successo niente, nel tessuto sociale, politico ed economico, portandosi dietro quella putrida e vomitevole mentalità, che ancora ammorba la vita di questo Paese. E mentre costoro riprendevano i loro posti di potere, i partigiani, quelli che avevano salvato l’Italia, venivano lasciati fuori dalle istituzioni.

Ma continuiamo a parlare del libro di Scanzi. La differenza sostanziale fra il suo libro e gli altri qui citati è che mentre Cazzullo e Filippi analizzano attentamente il passato: il fascismo, Mussolini e i suoi scherani, Scanzi parla dei “fascisti” di oggi. E’ un lungo, minuzioso elenco di nomi e di esempi di esponenti di FdI e della Lega che, con fatti e azioni più o meno gravi, hanno dimostrato di essere realmente fascisti, vicini a CasaPound, a Lealtà Azione, a Forza Nuova e a tutte le frange più estreme, quando non si sono macchiati di reati più o meno gravi. E naturalmente ci sono attacchi precisi e argomentati sulle responsabilità di Salvini e Meloni nei confronti dei loro stretti collaboratori che si sono infilati in situazioni non proprio limpide. A lungo parla del caso Luca Morisi per la Lega e di Fidanza per FdI. I due ex potenti si sono dimessi, ma questo non annulla la mancanza di eticità, l’egoismo, il razzismo, la grettezza, ma soprattutto l’ipocrisia e la menzogna che li proteggono e inquinano i loro partiti.

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Lode a Fanpage, che ha aperto una inchiesta grandiosa sulla lobby nera , che impera in questo disperato Paese. Si tratta anche di 100 ore di filmati con testimonianze shock sulla destra più becera e corrotta. Molti filmati ( ma si tratta di pochi minuti) sono stati mostrati nell’inchiesta che è stata trasmessa nel talk di Corrado Formigli “Piazza pulita”. Chi ha perso le puntate può vederle sul web.

Ma torniamo al volumetto di Scanzi: a chiudere la demoralizzante carrellata di politici di quart’ordine, ronzanti attorno a Meloni e Salvini, e capaci solo di battute indecenti e razziste su omosessuali, donne e immigrati e grondanti della più becera e nauseante retorica filofascista, l’autore chiude il suo libro con un capitolo intitolato “Manuale di resistenza. Come salvarsi dalla catastrofe” , in cui in 10 punti Scanzi offre la sua ricetta per evitare il peggio. Li enumeriamo qui senza gli approfondimenti e le spiegazioni di cui li ha corredati l’autore: 1) fare squadra; 2) coltivare l’arte di indignarsi; 3) turarsi il naso quando occorre farlo; 4) avere memoria; 5) esigere candidati seri; 6) informarsi; 7) andare oltre le antipatie personali; 8)sognare quando si può, votare quando si deve; 9) schierarsi sempre, astenersi mai; 10) fare squadra e a questo punto è doveroso riportare la sua giustificazione per la ripetizione: “L’ho già detto, ma lo ripeto. O si uniscono Pd, 5Stelle, sinistra più o meno radicale, sardine, venusiani e marziani ( ove democratici), o non ne usciamo più. Proviamoci.”

Purtroppo Scanzi scriveva questi consigli l’anno scorso e non poteva sapere che la sua ricetta non avrebbe funzionato, o meglio: sarebbe stata ignorata da una sinistra divisa, litigiosa e arrogante, che ha preferito perdere che ammettere i propri sbagli. Oggi noi, a disastro compiuto, possiamo solo cercare di contenere i danni, facendo le sentinelle e vigilando sul bene della democrazia del nostro Paese, infatti non abbiamo bisogno che per noi lo facciano francesi o tedeschi: nei momenti che contano siamo capaci di esserci.

Certo è che nessuno di noi, a questo punto, riesce a farsi una ragione della vittoria di una acchiappata di personaggi così sconfortanti e non può fare a meno di chiedersi, come fa Scanzi “Perché il fascismo ha successo? Perché siamo un Paese senza memoria. Perché il leader greve al comando è sempre piaciuto agli italiani. Perché da noi il fascismo è eterno ( garantiva Umberto Eco). Perché abbiamo una maggioranza fatalmente egoista, non di rado ignorante e quasi sempre malamente arrogante. Il fascismo, da sempre, è perfetto per esaltare il peggio degli italiani. Ieri come oggi.” E cita un brano cinico e amaro di Ennio Flaiano che comincia così “Il fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità…”

La mia mamma, piemontese, avrebbe a questo punto chiosato con sintesi graffiante " L'om l'è fait de sporc" e nella parola sporc non c'è nessun riferimento al fango della Creazione…

Barbara Fois

 

Approfondimenti

https://www.youtube.com/watch?v=OCBoHRfs7Fw (video di Cazzullo)

https://www.repubblica.it/robinson/2020/02/13/news/mussolini_ha_fatto_anche_cose_buone-248429778/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/25/25-aprile-le-bufale-del-fascismo-pensioni-bonifiche-case-stipendi-le-cose-buone-che-mussolini-non-ha-mai-fatto/5122512/

https://it.wikipedia.org/wiki/Resistenza_italiana

 

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