la pace di Putin

di Pancho Pardi - 08/09/2025
La sinistra italiana non può continuare con la favola della “guerra americana”

La Pace di Putin procede con i bombardamenti sull’Ucraina. L’opinione prevalente nella sinistra italiana attribuirà anche questa prassi ormai martellante alla “guerra americana” contro la Russia? Solo in un senso si può sostenere che nella pioggia di droni e missili russi sull’Ucraina c’è qualcosa di americano: l’incapacità di Trump nel fermare la ferrea volontà di guerra di Putin.

Non è cosa di poco conto. Anche nella stampa internazionale si sostiene ormai che proprio l’irresolutezza di Trump ha convinto Putin che può aspirare a una vittoria militare sul campo. E il Kremlino si comporta di conseguenza. Il disinteresse dell’alleato americano sempre più svogliato e la sua manifesta intenzione di caricare sull’Europa il peso della difesa continentale hanno esposto l’Ucraina alla crescente offensiva russa e hanno, allo stesso tempo, posto i paesi europei di fronte a una responsabilità ineluttabile. Se davvero gli USA mollano l’Europa, questa dovrà fare da sola. Sarà costoso e difficile ma sarà impossibile sostenere che l’Europa potrà, come le piace pensare, difendersi “con la cultura”. Ci vorrà un decennio, se basta, per elaborare la materia.

Ma nel frattempo la sinistra italiana non può continuare con la favola della “guerra americana”. Vorrà capire che la pace è impedita solo dalla volontà russa di imporre la resa all’Ucraina? O ha già accettato che solo la resa porrà fine alla vicenda? La sinistra non riesce a dire: la Russia non deve vincere, l’Ucraina non può perdere. Le sue illusioni sulla Russia lo impediscono. Ma se l’Ucraina sarà condannata alla resa nemmeno la sinistra potrà illudersi che la sua sconfitta sia senza conseguenze per l’Europa. I paesi baltici, che prima del crollo del Muro di Berlino avevano fatto la catena umana di due milioni di persone per testimoniare la loro aspirazione all’indipendenza, e accanto a loro la Polonia hanno lunga esperienza di quanto il confine con la Russia sia stato plasmato e modificato nel corso dei secoli e non nutrono alcuna illusione sulla benevolenza russa. Nel 2030 Putin concluderà il suo quinto mandato e trenta anni ininterrotti di permanenza al potere. Se l’Ucraina sarà sotto il suo tallone niente impedirà che possa ricevere un sesto mandato fino al 2036. Per i paesi sul confine occidentale della Russia questa non è una prospettiva rosea. Perciò l’indipendenza dell’Ucraina dovrebbe essere per l’Europa un principio irrinunciabile. Cui la sinistra continentale dovrebbe dare il suo diretto contributo con la ricostruzione della sua perduta creatività progressiva.

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