C'era un buffissimo uccello, chiamato Fenice, nel più remoto passato...
E questo uccello ogni quattro-cinquecento anni si costruiva una pira e ci si immolava sopra.
Ma ogni volta che vi si bruciava, rinasceva subito poi dalle sue stesse ceneri, per ricominciare.
E a quanto sembra, noi esseri umani non sappiamo fare altro che la stessa cosa, infinite volte, ma abbiamo una cosa che la Fenice non ebbe mai:
Sappiamo la colossale sciocchezza che abbiamo appena fatta!
Conosciamo bene tutte le innumerevoli assurdità commesse in migliaia di anni...
E finche' sapremo di averle commesse e ci sforzeremo di saperlo, un giorno o l'altro la smetteremo di accendere i nostri fetenti roghi funebri, e di saltarci sopra.
(Ad ogni generazione, raccogliamo un numero sempre maggiore di gente che si ricorda...)
P.S.
E sull'una e sull'altra riva del fiume, v'era un albero della vita che dava dodici specie di frutti, rendendo il suo frutto per ciascun mese.
E le fronde dell'albero erano per la guarigione delle genti.
07 Aprile 2020
Prof.Giovanni Scavazza