Ancora una volta è l’8 marzo. Ancora una volta ci chiediamo cosa ci sia da festeggiare: i numeri ci parlano di troppe donne uccise dai loro uomini: mariti, amanti, fidanzati, ex o in carica, ma anche padri, fratelli, figli… donne che subiscono in silenzio, o anche si ribellano e per questo vengono uccise, senza che le istituzioni e le forze di polizia possano tutelarle. Donne che sono comunque sempre sole davanti alla propria condizione di dolore e di violenza. Mancano leggi rigide, punizioni severe, strutture che accolgano e proteggano le donne minacciate.
Non basta denunciare uno stato di malessere e di violenza che serpeggia in una società degradata e immiserita, in cui le tensioni crescono e si scaricano sui più deboli: poveri, bambini e donne.
E tuttavia dobbiamo essere consapevoli che molto dipende anche da noi: non dobbiamo aspettare ancora che qualcuno faccia qualcosa per noi! E’ necessario invece mobilitarci con costanza e continuità: non è da molto che il movimento delle donne si è ricompattato, spinto da questa emergenza violenza, intorno a iniziative come “Se non ora quando?” ed altre molte belle e coinvolgenti, come quella delle scarpe rosse e delle danze nelle strade di tutto il mondo.
Il fatto poi che in queste ultime elezioni i partiti dell’area progressista abbiano candidato molte più donne del solito nelle loro liste, non deve farci abbassare la guardia: questo paese va rieducato al principio del rispetto e non solo verso le donne.
E la rieducazione deve cominciare in famiglia, dalle mamme di figli maschi, che troppo spesso educano i loro figli in modo sbagliato, inculcando diffidenza e disprezzo nei confronti delle altre donne, o trattando in modo discriminatorio le figlie femmine rispetto ai figli maschi.
Siamo noi che li portiamo in grembo, che li mettiamo al mondo, che li cresciamo, che li amiamo e li educhiamo: facciamone degli uomini gentili e rispettosi di tutte le donne.
BUON 8 MARZO A TUTTE LE DONNE E A TUTTI GLI UOMINI GENTILI E RISPETTOSI