Accadeva 71 anni fa : 23 maggio 1947

di Claudio Mazzoccoli Bonadies - 23/05/2018

71 Anni fa: Venerdì' 23 maggio 1947 . La Assemblea Costituente, riunita nella seduta numero 130 ("CXXX") analizzava il tema del Sistema Tributario. Erano molte le preoccupazioni per i Padri e le Madri Costituenti in quel momento. L’Italia era ancora preda del dramma della seconda guerra mondiale: dovunque si voltasse lo sguardo si vedevano macerie. Miseria, fame, analfabetismo determinavano urgenze che i Costituenti ben comprendevano. Quello che i Costituenti stavano descrivendo dal giugno del 1946 era la visione che le generazioni future avrebbero dovuto realizzare attraverso la passione, l’impegno, la laboriosità, l’onestà.

Visione o Sogno ?

Solo pochi giorni prima qualcuno aveva paragonato la Costituzione ad un "Grande libro dei sogni". Durante la seduta di giovedì' 8 maggio 1947, l'On. Francesco Saverio Nitti aveva espresso in modo evidente la cosa "...le promesse fatte al cittadino sul diritto al lavoro ed alla sua libera scelta, ad una retribuzione proporzionata alla quantità' e qualità' del lavoro adeguata alle necessita' di una esistenza libera e dignitosa per sé e per la sua famiglia, che il lavoratore ha diritto non rinunciabile al riposo settimanale ed a ferie retribuite, diritto alla salute e all'istruzione erano buoni propositi ma che, date le condizioni strutturali dell'Italia, non potevano essere garantite.. ". Nitti non aveva davvero risparmiato critiche quel giorno. "..E noi ci mettiamo a garantire qui, seriamente, che alle famiglie italiane noi daremo ora un alto tenore di vita. Non potremo dare mai ciò che l'Italia non ha mai avuto. Avendo adottata la formula politica che abbiamo adottato, non dobbiamo discreditarla, promettendo cose che l'Italia non.può ora e non potrà dare né meno in avvenire prossimo.." Parole durissime, che richiedevano una soluzione coraggiosa e decisa.

Ma c'era dell'altro nell'aria: era innanzitutto qualcosa che arrivava dallo Statuto Albertino e, in particolare, dalle disposizioni in tema di concorso ai carichi del Regno, previsti rigorosamente in modo Proporzionale ("Flat Tax" diremmo oggi) . Si trattava dell'articolo 25, il quale diceva: «Essi (cioè i cittadini) contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato». Questa norma enunciava il principio della generalità e dell'uniformità dell'imposta, e lo collegava con la regola della proporzionalità dell'imposta stessa. I Costituenti erano riusciti a liberarci dalla morsa dello Statuto Albertino sostituendo, a principi come quelli espressi in articolo come l' Art. 4. -" La persona del Re è sacra ed inviolabile", quelli mirabilmente impressi negli articoli 2 e 3 Art. 4 (Statuto Albertino). -" La persona del Re è sacra ed inviolabile" "Art. 2 (Costituzione). La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. "Art. 3 (Costituzione). “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Diritti va bene, ma ... i doveri ?

Ma vi erano anche altre questioni che andavano indirizzate, questioni antiche. Il paese, in tema di imposte, era come lo avevano descritto in tanti, dall'On. Filippo Meda (per due volte ministro delle Finanze nei governi Boselli e Orlando durante gli anni della Prima Guerra Mondiale) a Giolitti. Ecco cosa osserva Filippo Meda in un suo scritto del 1920 "...i contribuenti titolari di redditi fissi sono tassati fino all’ultimo centesimo con aliquote non indifferenti; mentre, invece, il reddito dei professionisti e degli industriali e commercianti privati sfugge sempre, talvolta in notevole parte e talvolta interamente al dovere tributario.." Ed ecco Giolitti nel settembre 1900 “... il paese, dice l’On. Sonnino, e' ammalato politicamente e moralmente, ed e' vero; ma la causa più' grave di tale malattia e' il fatto che le classi dirigenti spesero enormi somme a beneficio proprio quasi esclusivo e vi fecero fronte con imposte, il peso delle quali cade in gran parte sulle classi più' povere; noi abbiamo un gran numero di imposte sulla miseria: il sale, il lotto, la tassa sul grano, sul petrolio, il dazio sul consumo, ecc… NON NE ABBIAMO UNA SOLA che colpisca esclusivamente la ricchezza vera; perfino le tasse sugli affari e le tasse giudiziarie sono progressive a rovescio; quando nel 1893, per stringenti necessita' finanziarie, io dovetti chiedere alle classi più' ricche un lieve sacrificio, sorse da una parte delle medesime una ribellione assai più efficace contro il governo che quella dei poveri contadini siciliani, e l’On. Sonnino, andato al governo dopo di me, dovette provvedere alle finanze RIALZANDO ancora il prezzo del sale e il dazio sui cereali. Io deploro quanti altri mai la lotta di classe; ma, siamo giusti: chi l’ha iniziata ?...

Ora, 2018, la distruttiva Flat Tax rischia di farci ritornare ai tempi non dello Statuto Albertino ma addirittura ai primi del 1900 in quanto, per non fare saltare i conti, si rischia di dover pagare tasse ancora più salate sui Consumi (IVA ed Accise sui Carburanti) e “dazi” dappertutto (ticket salati sulle prestazioni). Una questione decisamente non facile da gestire, a causa delle tante leggi e leggine, eccezioni e regolamenti emessi in favore di questa o quella classe di persone o che favorivano un territorio rispetto ad un altro: un vero e proprio groviglio che avrebbe fatto osservare ad Einaudi "...Semplificare il groviglio delle imposte sul reddito è la condizione essenziale affinchè gli accertamenti cessino di essere un inganno, anzi una farsa. Affinchè i contribuenti siano onesti, fa d'uopo anzitutto sia onesto lo stato... Oggi, la frode è provocata dalla legge...".

Questo era il quadro che i Padri e le Madri Costituenti avevano ben chiaro quel 23 maggio del 1947. Ma loro, nuovamente, seppero superare anche questi incredibili ostacoli. Seppero superare attraverso l'Articolo 53, tutte le questioni aperte in tema fiscale, proponendo, caso forse unico caso al mondo, un articolo che pone le basi di un sistema equo, progressivo e capace di assicurare ad ogni cittadino un un sacrificio assolutamente adeguato alle proprie possibilità.

Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Articolo53_Chi_siamo.pdf

FISCO La Costituzione Tradita.pdf

 

Aspettiamo vostri commenti e vi lasciamo alla lettura di alcuni documenti consigliati sul nostro sito

 

http://articolo53.it/Documenti/ComeCambiareIlPaese/


 

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