La minoranza

di Francesco Baicchi - 15/04/2016

Nonostante i mezzi economici illimitati (forniti dalle nostre imposte), il quasi monopolio dell’informazione e la faccia tosta con cui spara balle, il nostro capo del governo e il suo Pigmalione Napolitano temono così tanto l’esito del referendum di domenica 17 aprile da invitare all’astensione per farlo fallire.

Ne dobbiamo dedurre che sono certi di non avere il consenso della maggioranza degli elettori e delle elettrici; nemmeno dopo averli sommersi di false informazioni sulla presunta perdita di posti di lavoro, sulle conseguenze per la mancanza di energia, ecc….

Il provvedimento che i promotori del referendum chiedono di cancellare rappresenta senza dubbio anche una scelta sbagliata sul piano energetico, che presume la volontà di continuare a investire prevalentemente sulle fonti fossili (in via di esaurimento). Ma la vera motivazione, come ormai è innegabile, è addirittura più bassamente meschina: non stabilire un termine per le concessioni estrattive consente alle compagnie petrolifere di continuare a NON ESTRARRE gas e petrolio senza pagare royalties e senza essere obbligate a smontare le piattaforme e risanare l’ambiente marino che hanno inquinato, riservandosi in un indefinito futuro e in caso di forte risalita dei prezzi del greggio di riprendere l’attività o di lasciare che le piattaforme vengano demolite dallo stesso mare, con le conseguenze ambientali che si possono immaginare.

C’è poi da sottolineare che una concessione sine die di occupazione di un’area pubblica in favore di un imprenditore privato assomiglia molto a una rinuncia di sovranità. Questo non scandalizza certo un governo infarcito di ‘amici’ e familiari di finanzieri e imprenditori assai discutibili.

Ma la cosa più grave è appunto la esplicita ammissione dell’attuale maggioranza parlamentare raccogliticcia (e del suo vero promotore) di non rappresentare che una minoranza di italiani, e quindi di detenere il potere senza una legittimazione popolare, grazie a una legge elettorale dichiarata incostituzionale e al colpevole silenzio di chi avrebbe il compito di garantire la legalità costituzionale.

Come dovremmo definire il caso di una minoranza che governa e pretende addirittura di riscrivere le nostre Istituzioni per perpetuare questo scippo di sovranità?

Domenica 17 chi non vuole essere preso in giro (e non è uno ‘del quartierino’ citato dalla ex-ministra Guidi) va a votare e vota SI.
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