Lettera ai componenti della Commissione Affari costituzionali del Senato

di Rete per la Costituzione - 23/06/2014

Ai componenti della Commissione Affari costituzionali del Senato

e p.c.

al Presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso

ai Capi-gruppo del Senato della Repubblica

 

Il progetto di riforma costituzionale attualmente all’esame della Commissione di cui fa parte sta generando preoccupazione e allarme in tanti cittadini che considerano la Costituzione repubblicana il fondamento della convivenza democratica.

Con il referendum del 2006 la maggioranza degli italiani sbarrò la strada al tentativo di stravolgere le norme su cui si fonda l’ordinamento dello Stato italiano. Oggi rivediamo in questo progetto un nuovo pericolo, prima di tutto aggravato dall’essere frutto di esclusiva iniziativa governativa – con conseguente mortificazione del ruolo parlamentare in materia costituzionale – e frutto di accordi intervenuti tra soggetti privati (non tra forze politiche e alla luce del sole) tra i quali pari dignità di “costituente” viene riconosciuta a chi ha commesso gravi reati contro lo Stato per i quali è stato definitivamente condannato dal giudice penale ed ha in corso l’espiazione della pena.

L’attuale Parlamento, uscito da una legge elettorale dichiarata costituzionalmente illegittima, non ha ricevuto alcun mandato a modificare la Costituzione italiana.

Non vi sono fondate ragioni di natura costituzionale per trasformare il Senato della Repubblica in una “camera consultiva”, privata delle fondamentali funzioni che la Costituzione ha attribuito proprio pensando al bilanciamento dei poteri costituzionali.

Bilanciamento peraltro del tutto annullato dalla previsione di un Senato non eletto dai cittadini italiani ma composto da soggetti eletti per altre funzioni (consiglieri regionali e sindaci) e contestualmente solo nominati a svolgere la funzione di senatore.

Se a ciò si aggiunge la previsione, fatta entrare quasi di soppiatto con emendamenti dell’ultima ora, di mantenere l’immunità parlamentare anche ai nuovi senatori nominati e non eletti, ci paiono manifestamente violati i principi di eguaglianza sanciti nell’art. 3 della Costituzione.

Questo progetto che vi accingete a discutere - dopo che alla Camera è stata approvata una nuova legge elettorale che presenta tutte le caratteristiche della precedente dichiarata incostituzionale - autorizza a pensare che a voler essere eliminata dalla Costituzione è la democrazia rappresentativa, per passare a un pericoloso sistema di investitura plebiscitaria.

Chi attualmente svolge funzioni di parlamentare non può sottrarsi al dovere di fare conoscere alla cittadinanza italiana le ragioni e la reale portata di una radicale modifica della struttura istituzionale dello Stato, prima ancora che quella stessa cittadinanza esprima con il voto referendario il diritto costituzionale di scegliere se volerla o meno.

Inviamo questa lettera quali cittadini componenti di associazioni e comitati in difesa della Costituzione affinché il progetto di riforma costituzionale in discussione venga bloccato.


Distinti saluti.

Rete per la Costituzione

 

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