Di sistema fiscale ed
 in particolare di significato di Capacità Contributiva e di 
Progressività  abbiamo scritto molto, noi di “Articolo 53”.  Abbiamo 
fatto anche di più. Abbiamo condotto approfondimenti e delineato quello 
che Padri e Madri Costituenti hanno disegnato per noi.  Abbiamo 
percorso, con lettere, comunicazioni, email, incontri e contatti, 
l’intero arco parlamentare di almeno due legislature.  Le nostre spalle 
sono arrossate per le tante pacche che abbiamo ricevuto da chi ha poi 
continuato a “fare il suo” come se niente fosse.  Abbiamo incontrato per
 anni cittadini e movimenti di ogni tipo e ideologia, ricevendo 
complimenti a voce ma poco nei fatti.  C’è chi, specialmente nella 
Firenze della “intellighenzia di sinistra”,  ci ha bannato, criticato, 
deriso, tolto la parola, oscurato, ignorato (“nemo propheta in patria” ) .  Oggi apprendiamo che il Movimento 5 Stelle potrebbe trovare l’accordo con la Lega Nord cedendo sulla Flat Tax.
 Ammesso e non concesso che le cose stiano così, e pur comprendendo che è
 quanto meno spinoso trovarsi a discutere con chi ha fatto della Flat 
Tax il suo primo cavallo di battaglia, non possiamo se non ribadire che 
non può essere oggetto di trattativa politica il tradimento dei principi costituzionali. 
 Pensando poi all’impegno da noi profuso in tempi non sospetti per far 
crescere i cittadini -e fra loro tanti simpatizzanti M5S-  nel solco 
della Costituzione, specialmente in Toscana, al fatto che ci era stata 
espressamente chiesta copia del Progetto di Riforma del Sistema Tributario su base costituzionale,
 offerto da noi gratuitamente alla rete, quindi a tutti gli uomini di 
buona volontà ed in particolare a quelli di “sana e robusta 
Costituzione”,  non vorremmo davvero sentirci come quel professore che, 
nonostante l’impegno profuso nelle spiegazioni, si trova a dover dare un
 pessimo voto alla classe che sbaglia completamente il compito.  
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E’ straziante, credeteci, dover dire “Noi ve lo avevamo detto....”.
  Ma come potremmo iniziare questo tristissimo messaggio ?  La assoluta 
inanità delle classi politiche che hanno non-governato negli ultimi 40 
anni, il malcostume diffuso (non occorre essere tributaristi o 
specialisti in materia in quanto  la evidenza è quotidiana e tutti 
possono toccarla con mano) , la Illegalità diffusa, la Corruzione 
dilagante cui si accompagna il pessimo esempio che si fornisce alla 
popolazione con una normativa  depotenziata al punto che chi viene 
condannato in via definitiva per frode fiscale non si vede neanche 
comminare la perpetua interdizione dai pubblici uffici,  sono elementi 
che, nel tempo, hanno portato alla sostanziale distruzione del senso di 
responsabilità e della stessa appartenenza ad una Italia che, sempre 
più, resta forse nel ricordo lontano di una fotografia che la ritrae 
come “il bel paese”.    A parole, siamo orgogliosi di avere la 
Costituzione più completa, ma nei fatti non abbiamo il coraggio di 
metterla in pratica e neanche di rivendicarne la esistenza, al punto che
 Giornalisti ed Intellettuali neanche ne fanno più menzione nei 
programmi televisivi.  Con la nobilissima eccezione di “Report” e 
qualcosa di “Presa Diretta” di Iacona, il copione sembra standard: non 
sollevate questioni di rigore costituzionale in quanto nel dibattito 
tutto deve essere dichiarato possibile.   E allora nessuno si va a 
documentare su quello che Padri e Madri Costituenti indicarono. Con 
buona pace del fatto che, ESPRESSAMENTE, il disegno costituzionale 
chiede che la Progressività sia Effettiva.   Per giunta, allo scopo di 
non essere fraintesi, i Costituenti diedero l’esempio,
 dicendo PERCHE’ una cosa come la Flat Tax, la tassa che dà tanto più 
sollievo quanto più alto è il reddito (si arriva tranquillamente ad un 
minore aggravio di 60.000 Euro...)  , non poteva e non doveva trovare 
luogo in una Costituzione come quella italiana.  
Scoca Relatore Ass. Costituente, 23/05/1947)  “Ma,
  lasciandosi  guidare  da un  sano  realismo, non   si   può   negare  
 che   una   Costituzione   la quale,  come  la  nostra,  si  informa  a
  princìpi  di democrazia  e  di  solidarietà  sociale,  debba  dare la 
 preferenza  al  principio  della  progressività.  Le dispute   dei   
dotti   su   questo   tema   mi   hanno lasciato    sempre    perplesso;
    non    cosi    le osservazioni    d'ordine    pratico.    Ho    
sempre pensato che chi ha dieci mila lire di  reddito e ne paga  mille  
allo  Stato,  con  l'aliquota  del  10  per cento, si troverà con 9 mila
 lire da impiegare per i    suoi    bisogni    privati;    mentre chi   
ne    ha centomila, dopo aver pagato l'imposta del 10 per cento in base 
alla stessa aliquota, si troverà con una disponibilità di 90 mila lire. È
 ovvio che per pagare  l'imposta  il  primo contribuente  sopporta un   
 sacrificio    di    gran    lunga    maggiore   del secondo,    e    
che   sarebbe    equo    alleggerire l'aggravio   del   primo   e   
rendere   un   po'   meno leggero quello del secondo. Si può discutere 
sulla misura  e  sui  limiti  della  progressione;  non  sul principio”  .  
Ma come mai nessuno legge questo passaggio in una trasmissione TV ?  
Misteri della comunicazione via etere ?  Non 
possiamo saperlo, ma abbiamo mandato tante e tante comunicazioni alle 
redazioni di programmi come “La Gabbia”, “Di Martedì”, “Piazza Pulita”, 
etc....
Non possiamo  e non vogliamo pensare che sia considerato “demodè”, 
ovvero antiquato, parlare di Costituzione in questi programmi. I 
cittadini, però, dovrebbero essere resi edotti di quello che la 
Costituzione chiede.   Quando il Costituente fa una affermazione come 
quella che segue, “Non  è questo il momento più 
opportuno per attuarla, ma credo  necessario  che  si  inserisca  nella 
 nostra Costituzione,  in   luogo   del   principio   enunciato 
dall’articolo 25 del vecchio Statuto [albertino, n.d.r.] , un principio 
informato   a   un   criterio   più   democratico,   più aderente alla 
coscienza della solidarietà sociale e più conforme alla evoluzione delle
 legislazioni più progredite....” ,  occorre che qualcuno informi
 i cittadini del fatto che  170 anni fa,  la tassazione era 
proporzionale, inserita nell’art. 25 dello Statuto Albertino approvato 
il 4 marzo 1848: «Essi (cioè i cittadini) contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato».
   Quasi cento anni più tardi, il 23 maggio 1947, l’Assemblea 
Costituente elaborò il testo dell’art. 53 della Costituzione 
Repubblicana tuttora vigente: «Tutti sono 
tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità 
contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di 
progressività».  
Ordunque, la cosiddetta “rivoluzionaria” proposta della 
“tassazione ad aliquota unica”, è  in assoluto contrasto con l’art. 53 
della Costituzione ma, udite udite, anche in contrasto con gli articoli 2
 (nella corrispondenza tra diritti e doveri)   e 3 (nella uguaglianza 
sostanziale) .   Infatti, l’articolo 2 recita che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”  mentre l’articolo 3 recita “ Tutti
 i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla 
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
 opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della 
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, 
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
 il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di 
tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del 
Paese. 
Confidiamo in una netta posizione da parte del M5S nei confronti della 
tracotanza di chi vorrebbe imporre una proposta fallimentare, 
demagogica, dannosa, incostituzionale. 
A coloro che sembrano inseguire le rimostranze dei ricchi e dei potenti,
 da sempre desiderosi di sottrarsi ai propri obblighi fiscali, 
dedichiamo un celebre passo tratto da un discorso di Giolitti del 
settembre 1900  “... il paese, dice l’On. Sonnino, 
e' ammalato politicamente e moralmente, ed e' vero; ma la causa più 
grave di tale malattia e' il fatto che le classi dirigenti spesero 
enormi somme a beneficio proprio quasi esclusivo e vi fecero fronte con 
imposte, il peso delle quali  cade in gran parte sulle classi  più 
povere; noi abbiamo un gran numero di imposte sulla miseria: il sale, il
 lotto, la tassa sul grano, sul petrolio, il dazio sul consumo, ecc… Non
 ne abbiamo una sola che colpisca esclusivamente la ricchezza vera; 
perfino le tasse sugli affari e le tasse giudiziarie sono progressive a 
rovescio; quando nel 1893, per stringenti necessita' finanziarie, io 
dovetti chiedere alle classi più ricche un lieve sacrificio, sorse da 
una parte delle medesime una ribellione assai più efficace contro il 
governo che quella dei poveri contadini siciliani, e l’On. Sonnino, 
andato al governo dopo di me, dovette provvedere alle finanze rialzando 
 ancora il prezzo del sale e il dazio sui cereali. Io deploro quanti 
altri mai la lotta di classe; ma, siamo giusti: chi l’ha iniziata ?... “
Come
 non immaginare la devastazione morale, prima ancora che sociale ed 
economica, che questo comporterebbe ? Il paese sarebbe retrocesso ai 
tempi in cui parlava Giolitti, quindi nel 1900, quando ancora era 
assodato che ricchi e potenti dovevano essere esentati dai doveri 
fiscali.   Certo, con questo livello di 
dis-informazione, passerebbe come banale notizia di cronaca il fatto che
 l’IVA dovrebbe salire ben oltre il 25% previsto dai soliti meccanismi 
di salvaguardia. 
Pensate forse che qualche giornalista rivelerebbe, senza rischiare il 
posto, che i Costituenti intendevano la Progressività del sistema 
fiscale come segue ? 
 “Salve  le  esclusioni  e  le  
riduzioni d'imposta   intese   ad   assicurare   la disponibilità del 
minimo necessario al soddisfacimento dei bisogni essenziali della  vita,
  tutti  debbono  concorrere alle   spese   pubbliche   in   modo   che 
l'onere tributario complessivo gravante su  ciascuno risulti informato 
al criterio della progressività”   nel senso che “la
  progressione  applicata  ai  tributi  sul  reddito  globale  o  sul  
patrimonio dev'esser  tale  da  correggere  le  iniquità  derivanti 
dagli  altri  tributi,  ed  in  particolare  da  quelli  sui consumi...”
 DANNI DISCONOSCIUTI DELLA LEGGE FORNERO
Maurizio Sbrana - Liberacittadinanza
                  Al Capo politico del Movimento Cinque Stelle
I firmatari della lettera
                  Un pericoloso atto di autolesionismo
 Giuristi Democratici, Articolo 21, vedi altri in fondo all'articolo
                  “Nessun bambino dovrebbe entrare in carcere”
Redazione DINAMOpress.it
                  
    
