Il Governo ha accelerato l’approvazione delle modifiche della Costituzione che mettono in discussione l’indipendenza della magistratura. Dopo la Camera toccherà al Senato l’approvazione in seconda lettura.
Potrà bloccarne l’entrata in vigore solo il referendum costituzionale che ci sarà nella prossima primavera perchè l’approvazione non ha raggiunto i due terzi dei parlamentari. La destra è convinta di farcela, ma per riuscirci deve alzare i toni dello scontro politico per convincere settori di elettorato sconcertati che occorra stravolgere un caposaldo della Costituzione come l’indipendenza della magistratura. Non a caso Giorgia Meloni ha alzato i toni, sfruttando lo sciagurato assassinio di un dirigente Maga americano (negli Usa non in Italia) e rispolverando i toni dei comizi peggiori. Colpisce che per farlo abbia scelto la platea di Vox, i neofranchisti spagnoli.
I risultati del governo sono scarsi, meglio buttarla in caciara.
E’ una contraddizione che il governo in 3 anni abbia aumentato il numero dei reati (+18) per convincere che si sta facendo qualcosa. In realtà sono aumentati gli anni di carcere infliggibili, mentre le incoerenze legislative hanno avvicinato la galera per un’occupazione di case o per un blocco stradale ai delitti contro la persona.
Questa faccia feroce del governo è in contraddizione con la delegittimazione della magistratura. Sono segnali che contraddicono il sentire di una parte dell’elettorato della destra.
Mantenere nel simbolo di F.I. il nome di Berlusconi, malgrado non possa essere più eletto, configura una vendetta postuma verso la magistratura. F. I. ha scoperto la carica di segretario del partito solo per lasciare nel simbolo Berlusconi presidente.
La tradizione democratica dovrebbe difendere la classica tripartizione dei poteri: potere legislativo delle camere per fare le leggi e controllare il governo; potere esecutivo per lavorare nell’ambito delle leggi approvate dal parlamento, invece il governo decide anche modifiche della Costituzione come questa; magistratura indipendente, con accusa e giudicante nell’ambito di un unico corpo di magistrati, per fare rispettare la Costituzione e le leggi anche quando il governo pretende di stravolgerle, come è accaduto per i centri per i migranti in Albania.
Le modifiche della Costituzione sulla magistratura sono la spia di un potere che non sopporta critiche, controlli e poteri indipendenti, che spinge verso l’autocrazia. C’è consonanza impressionante con gli atteggiamenti di Trump. Senza una reazione democratica ci troveremmo su un sentiero pericoloso per la democrazia italiana.
La democrazia italiana è disegnata dalla nostra Costituzione, nata dalla Resistenza. La Costituzione dovrebbe illuminare tutta la legislazione, invece si stanno approvando leggi sbagliate e incostituzionali, come la Calderoli sull’Autonomia regionale differenziata, colpita dalle sentenze della Consulta, ed ora l’intervento sulla magistratura cambiando la Costituzione.
Le modifiche sulla magistratura sono inaccettabili e vanno respinte nel referendum popolare facendo vincere il No. Da questa prima rottura costituzionale in futuro potrebbe uscire di peggio, come mettere sotto controllo del governo la pubblica accusa, tipico dei regimi con aspirazioni autoritarie, fino a mettere in discussione la stessa obbligatorietà dell’azione penale.
La separazione delle carriere tra accusa e giudicante è il primo punto, anche se riguarda solo un 3-4% di magistrati interessati a cambiare funzione e per una volta sola, ma inciderebbe sulla formazione comune di tutti i magistrati in Italia, per questo è previsto che l’accusa cerchi prove sia a carico che a discarico dell’imputato. Un magistrato formato con la nostra Costituzione sa che i diritti sono il fondamento di tutta la legislazione.
E’ grave togliere ai magistrati l’autogoverno delle proprie funzioni che si manifesta attraverso un unico Consiglio superiore della Magistratura eletto da tutti i magistrati, per affrontare l’insieme dei problemi della magistratura, comprese le sanzioni disciplinari. Il governo vuole i magistrati del Csm sorteggiati, una follia che va fermata e il referendum è l’occasione per dire alla destra che la Costituzione va attuata non stravolta.
L’Associazione nazionale magistrati ha costituito il suo comitato per il No nel referendum. Al suo fianco occorre costruirne un altro con le rappresentanze della società e con le migliori energie intellettuali per dire No alla controriforma Nordio.
Alfiero Grandi