Confusi e infelici

di Gianluca Cicinelli - diogeneonline.info - 26/09/2022
La domanda che deve porsi chi di sinistra si dice, è: quali proposte concrete, realizzabili troviamo per combattere la crisi? Il resto, l’antifascismo di maniera, invocare consensi in base a un’identità di 77 anni fa è finito ieri

Stupirà, e forse indispettirà, chi legge il pensiero che in realtà non è accaduto niente che modifichi l’esistente radicalmente rispetto a ieri. L’avanzata in termini numerici del centrodestra è diventata irresistibile in termini di seggi soltanto grazie a una legge elettorale stupida e incostituzionale, voluta, imposta e mai modificata, nonostante le numerose occasioni passate, dal Pd, il partito che più di ogni altro esce sconfitto da queste elezioni.

Il centrodestra, con vari rimescolamenti che lo rendono di volta in volta più centro e stavolta più destra, si è sempre attestato intorno al 40% in Italia, ma oggi in parlamento i seggi lo rendono una corazzata con la maggioranza assoluta, anche se privo dei due terzi necessari per compiere in autonomia modifiche costituzionali.

Quello che chiedo con franchezza a chi legge è semplice: accettiamo o no il gioco democratico? Se lo accettiamo, anche nella forma di simulacro che ha assunto, dobbiamo analizzare il fatto che mai il centrosinistra, e meno ancora la sinistra, è stato maggioranza numerica in Italia, eccezion fatta per le elezioni del 1996 (nel 2001 vinse per poche migliaia di voti).

Quindi il vero punto di snodo è, all’interno del centrodestra, il rimescolamento a favore degli eredi diretti del Movimento Sociale di Almirante guidati oggi da Giorgia Meloni. Dico subito che affibbiare la qualifica di fascisti a tutti gli elettori della Meloni oltre che semplicistico non racconta la verità. A meno che non pensiamo che Salvini e la Lega siano meno pericolosi e Forza Italia la continuazione della Dc con altri mezzi.

C’è quindi un elemento che dà fastidio ma è estremamente reale. Sono passati 77 anni dalla fine della guerra al nazifascismo. Non si puó far finta di continuare a vivere in quella dimensione e chiedere voti in base a ció che è stato il momento piú alto di mobilitazione popolare italiana, perchè istituzionalizzarlo senza rinnovarne la spinta al cambiamento sociale ne ha svuotato il significato agli occhi di chi è nato nel 2000.

Quindi sí, hanno vinto quelli con la fiamma che riprende la tradizione del movimento sociale per chi ha una certa etá, hanno vinto quelli, gli unici, che stavano fuori dal governo Draghi per tutti gli altri. Forse che a sinistra, intendo quella fuori dal pd, non ci sono spinte antieuropeiste, nogreenpass, filorusse come quelle che vengono rinfacciate a FdI?

Questo continuo richiamo al passato è servito a chiudere gli occhi sia su come la destra culturale ha governato di fatto con partiti ufficialmente antifascisti, la vergogna della legge Fornero, dei decreti minniti e del jobs act sta lí a provarlo, sia a evitare provvedimenti seri sulla povertá crescente per milioni di persone lasciandole senza prospettive. E quando le persone sono con le spalle al muro possono fare qualsiasi cosa nel tentativo di sopravvivere. E ne hanno diritto.

Molti ritengono che quello al Movimento 5 stelle sia stato un voto di sinistra. Di sicuro lo è stato nelle intenzioni degli elettori, come di sicuro questa campagna elettorale è stata la loro ennesima operazione di trasformismo. Conte li ha salvati elettoralmente, sia chiaro, anche da Grillo stesso, ma è un altro partito da quello del 2008, da quello del 2013, da quello del 2018, da quello del Conte 1 e del Conte 2. Prende molti voti oltre che al sud, oltre che per aver introdotto il reddito di cittadinanza, da un pezzo di sinistra per la questione della guerra e per aver fatto cadere Draghi, ma dopo averci governo insieme. Il sospetto che possa mutare ancora forma non è infondato.

Non è bastata la benedizione di Melenchon a far varcare la soglia del 3% a Unione Popolare. Anche qui è un po’ semplicistico ritenere che il problema sia nel presente. E’ il passato delle formazioni principali che hanno dato vita, con l’ennesimo magistrato al comando, al cartello elettorale di Up che non ha convinto gli elettori. Un passato che ci racconta l’assenza dal territorio di partiti che pure hanno progetti interessanti per il territorio. Certo è che la raccolta miracolosa delle firme per presentarsi alle elezioni conferma che quando sei presente, quando sul territorio ci sei a spiegare le tue ragioni, le persone ti stanno a sentire.

Non sarebbe probabilmente andata meglio a Sinistra Italiana e Verdi se si fossero presentati da soli. La loro presenza nella coalizione con il Pd, insieme alla Bonino, ha permesso a quanti hanno votato la coalizione turandosi il naso di non votare il Pd pur restando nell’area del centrosinistra. E va ricordato che il Pd aveva riassorbito Articolo 1 di Speranza.

A qualcuno piace ripetere che l’astensionismo sia frutto principalmente di qualunquismo. In parte può essere vero, ma è un modo qualunquistico di non vedere che l’astensionismo penalizza sempre principalmente la sinistra sinistra o il centro con venature di sinistra. Il dubbio che in quell’offerta politica a fianco o fuori dal Pd manchi un partito di sinistra in grado di parlare alle persone e non soltanto per spaventarle su quanto sono cattivi “quegli altri” mette in crisi questa visione semplicistica e limitata della volontà popolare.

Adesso ci sono due fattori a minare la marcia su Roma di Giorgia Meloni. Il primo è Forza Italia che gli chiede, come suo costume, una tangente usuraia per sostenere un suo eventuale governo. Prima tra tutte Berlusconi presidente del Senato. Il che è forse un po’ troppo persino per i post fascisti, non tanto per le collusioni con la mafia arrivate a giudizio definitivo per alcuni esponenti di Forza Italia, visto i numerosi arresti per le stesse collusioni di esponenti di FdI. Berlusconi puttaniere, non va dimenticato, è diventato un caso internazionale molto più del Berlusconi che nei processi a Dell’Utri viene indicato come coautore delle azioni di Dell’Utri.

L’altra incognita riguarda la possibile alleanza tra Azione-Italia Viva con Forza Italia stessa. Che potrebbe o trascinare Calenda in un’area di governo o dare vita a una formazione corposa per numero di deputati pronta a mettere i bastoni tra le ruote all’eventuale governo Meloni. Con il fattore Renzi che incombe, una persona disposta a tutto pur di contare qualcosa, che rende la stessa formazione con Calenda, che comunque non ha raggiunto il risultato sperato, passibile di scissione da un momento all’altro, quello che più converrà a Renzi appunto.

Se almeno questo punto così basso del mercato elettorale servisse a rilanciare la politica sarebbe servito a qualcosa. Se da domani anzichè cercare d’individuare un richiamo al fascismo in ogni battito di ciglia della Meloni si tornasse a pensare a proposte perlomeno socialdemocratiche su come affrontare crisi, guerra e impoverimento una parvenza di sinistra tornerebbe a farsi luce. Chi ha fiato respira, dunque la domanda che deve porsi chi di sinistra si dice è: quali proposte concrete, realizzabili troviamo per combattere la crisi? Il resto, l’antifascismo di maniera, invocare consensi in base a un’identitá di 77 anni fa è finito ieri.

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