Il monito di Jeffries ai subalterni di Trump: non avete immunità

di Domenico Maceri - 14/10/2025
Chuck Schumer, il senatore di New York e leader della minoranza democratica al Senato, ha dichiarato alla Cnn che Trump sta usando il ministero di Giustizia come “strumento per attaccare i suoi nemici” e anche per aiutare i suoi amici. Si tratta, ha continuato Schumer, di un percorso verso “la dittatura”.

Non avete immunità”. Questo il monito di Hakeem Jeffries, durante un'intervista alla Msnbc, diretto ai “sicofanti repubblicani” di Donald Trump che seguono gli ordini potenzialmente illegali dell'attuale presidente. Jeffries, il leader della minoranza democratica alla Camera, non ha dato esempi specifici ma ovviamente si riferiva alle azioni dell'attuale inquilino della Casa Bianca che continua a governare con procedure che sfidano la costituzione americana. Ovviamente, Trump non mette in atto i suoi ordini che vengono eseguiti dai suoi ministri e i loro subalterni. Jeffries ha continuato spiegando che se adesso il presidente può offrire protezione da incriminazione, con le elezioni di midterm del 2026 e la prossima elezione presidenziale le cose potrebbero cambiare.

Il presidente americano, come si sa, possiede l'immunità durante gli anni in carica. Questa immunità non continuava dopo l'uscita dalla Casa Bianca ma nel mese di luglio dell'anno scorso la Corte Suprema ha deciso che i presidenti americani godono di immunità anche dopo la fine del loro mandato per “atti ufficiali”. La costituzione non dice nulla sull'immunità del presidente e la Corte Suprema è stata criticata perché la loro decisione ha in effetti aggiunto una clausola alle leggi americane.

Se il presidente americano non deve dunque preoccuparsi per le sue azioni che potrebbero solo essere punite dalla Camera con l'impeachment e un'eventuale condanna di due terzi del Senato, i subalterni dei presidenti dovrebbero fare attenzione perché potrebbero essere soggetti a ripercussioni criminali a lungo andare. Jeffries ha anche reiterato che il giuramento dei ministri e altri collaboratori del governo è di difendere la costituzione e non il presidente in carica.

Nella campagna elettorale del 2024 Trump aveva spesso parlato di “retribution” promettendo ai suoi elettori che lui sarebbe stato la loro “vendetta”. In realtà Trump pensava alla propria vendetta da quelli che vedeva come i suoi avversari politici. Adesso da presidente sta usando il ministero di Giustizia sotto la guida della sua fedelissima Pam Bondi esattamente per colpire i suoi nemici. Uno di questi che è stato incriminato è James Comey, ex direttore dell'Fbi, accusato di falsa testimonianza e intralcio al Congresso. Il procuratore della Virginia Eriki Siebert si era rifiutato di incriminare Comey e Trump lo ha pressionato a dare le dimissioni, sostituendolo poi con Lindsay Halligan, ex avvocatessa del presidente, la cui esperienza legale è nel campo assicurativo. Dato che nessuno nell'ufficio ha voluto firmare il documento di accusa la Halligan è stata costretta a farlo lei solamente, suggerendo che il caso è debolissimo.

Trump ha anche diretto la Bondi a querelare Laetitia James, procuratrice dello Stato di New York che aveva fatto processare Trump per frode fiscale, ottenendo la condanna con una multa di 500 milioni di dollari. La Corte di Appello a New York ha però eliminato la multa anche se ha riconfermato l'accusa di frode fiscale, impedendo al presidente e ai suoi figli di partecipare in posizioni di leadership in corporation per due anni. La James è stata accusata di frode bancaria e false dichiarazioni.

Nelle sue dichiarazioni sulla sua piattaforma Truth Social Trump ha anche additato altri individui che, secondo lui, sono colpevoli incoraggiando la Bondi di querelarli. Questi includono il senatore californiano Adam Schiff che da deputato democratico nel primo mandato di Trump condusse il suo impeachment. Anche il procuratore di Manhattan Alvin Bragg, che riuscì a fare condannare Trump in un caso penale nel 2024, è stato preso di mira come pure Fani Willis, la procuratrice di Atlanta che l'anno scorso stava preparando il processo su Trump per frode elettorale nello Stato della Georgia. E non poteva mancare Jack Smith, il procuratore speciale che condusse le indagini sui documenti top secret posseduti illegalmente da Trump a Mar-a-Lago e l'insurrezione del 6 gennaio 2021. Smith non è stato ancora incriminato ma è indagato perché avrebbe violato “The Hatch Act” che stabilisce regole per mantenere obiettività nei programmi federali. Trump ha anche minacciato Barack Obama e Joe Biden accusando il primo di tradimento e il secondo per avere strumentalizzato il ministero di Giustizia.

Per colpire tutti questi nemici Trump deve usare collaboratori i quali non si preoccupano di possibili contraccolpi. Jeffries però nel suo monito li ha avvertiti mandando anche un messaggio alle possibili vittime di Trump, suggerendo che se il presidente può nascondersi dietro l'immunità, i subalterni non posseggono quello scudo. Se il presidente non deve preoccuparsi di ritorsioni legali per la sua immunità, avvocati e procuratori potrebbero perdere molto se si comportano in modi che vanno al di là della legge. Le licenze degli avvocati potrebbero essere messe a rischio e in altri casi ci sono cause civili che possono causare grossissimi grattacapi come è successo all'ex sindaco Rudy Giuliani, condannato a risarcire di 148 milioni due impiegate dell'ufficio elezioni di Atlanta in Georgia. Giuliani fu costretto a dichiarare bancarotta e non versa in condizioni finanziarie brillanti.

Chuck Schumer, il senatore di New York e leader della minoranza democratica al Senato, ha dichiarato alla Cnn che Trump sta usando il ministero di Giustizia come “strumento per attaccare i suoi nemici” e anche per aiutare i suoi amici. Si tratta, ha continuato Schumer, di un percorso verso “la dittatura”. Difficile dargli torto.

Domenico Maceri

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