Lavaggi e lavacri

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 14/02/2024
Le guerre moderne sono state scatenate dopo una propaganda sistematica. I leader convincevano la popolazione che correva il pericolo di essere attaccata o distrutta, provocando così reazioni di odio contro le presunte nazioni nemiche, anche se spesso non esisteva l'ombra di una minaccia - Erich Fromm

Ho visto su YouTube l’intervista di Carlson a Putin. Interessante ed inquietante. Qui la sua trascrizione https://www.lindipendente.online/2024/02/09/la-traduzione-integrale-dellintervista-rilasciata-da-vladimir-putin-a-tucker-carlson/

La parte iniziale- una sorta di lezione di storia tipo strano ma vero della Settimana Enigmistica, peggio di quelle che rifilo io - è un’asfaltatura di palle da competizione. Tuttavia, se uno la supera senza addormentarsi in poltrona o senza chiudere il tutto passando per compensazione a Viva La Rai, troverà un costrutto complesso e robusto con cui confrontare le proprie opinioni e valutazioni sulle dinamiche geopolitiche degli ultimi dieci anni. E’ un po' come il Nome della Rosa, devi superare le prime cinquanta pagine. Che poi piaccia no, questo è un altro film.

In che cosa si sostanzia l’interesse? In una diversa narrazione dei medesimi eventi. Il che non vuol dire né che essa sia potabile né che stia in piedi. Vuol dire solo che abbiamo l’opportunità di ascoltare un ragionamento diverso e misurarci con una logica differente. Da laico quale sono, non per fatica ma per eredità, il mio ragionamento è semplice: chi dice che ho ragione io?

Misuriamo, valutiamo, ragioniamo sui fatti. Non per la ricerca della verità assoluta, un esercizio inutile, quanto per comprendere come i fatti stessi abbiano più di una interpretazione. Poi ognuno scelga la sua ed amen.

Credo sia interessante incrociare un altro sistema di valori, un modo antitetico di interpretare ed agire la realtà perché non vi è alcun dubbio che tutto l’Occidente geografico viva dentro uno schema di informazione e di valutazione omogeneo, organizzato dagli Stati di Uniti d’ America.

Di fatto questa grande potenza ha indirizzato il pensiero politico ed il costume collettivo delle cosiddette democrazie liberali tramite la potenza militare, la forza del dollaro ed ollivud . Il tutto è stato agevolato o condito dalla gratitudine che la passata generazione ha tributato agli States visti come i liberatori dal nazismo. Il che è vero, ma solo in parte. Senza la caparbia resistenza inglese e soprattutto senza il sacrificio russo – diciamo circa 20 milioni di morti – non avremmo avuto un esito del conflitto così definitivo.

Il risultato di questo combinato – potenza esterna e gratitudine interna- è un sostanziale costante allineamento di tutto l’Occidente alla narrazione americana.

Voglio essere molto chiaro. Personalmente sono molto contento di avere avuto sul groppone decenni di minchiate americane, che ho potuto obiettare e spernacchiare in piena autonomia, piuttosto che beccarmi i cingoli dei carri armati di Stalin ed avere la testa infilata in una busta di plastica. Sono molto grato di essere nato da questa parte del muro. Questo però non implica che io non veda quanto questo muro sia voluto da tutte e due le parti e per intenti del tutto simili, anche se – fortunatamente - attraverso comportamenti diversi.

Lavaggi del cervello

In un film stralunato di un regista stralunato come Kubrick - Arancia Meccanica – il giovane disadattato e violento viene curato mostrandogli ininterrottamente filmati orrendi e dolorosi accompagnati dalla sua musica preferita. Un lavaggio del cervello che lo restituisce alla società allineato e fragile.

Estremizzazione alla Kubrick utile per riflettere su come ognuno di noi sia parimenti rincitrullito dal sistema d’informazione nel quadro di quella manipolazione di massa che ci fa credere, più o meno sempre, a copioni prescritti. Il modo è certamente meno invasivo e cruento, ma non meno efficace. Una sola verità è praticabile, perché di un fatto vi è una sola interpretazione insistente e pervasiva. Abbiamo così una dittatura, fattuale, dell’informazione. In proposito due riflessioni ben più autorevoli

Una volta che abbiamo consegnato in nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un'azienda privata o dare in monopolio a una società l'atmosfera terrestre.
Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare – Garzanti ed.

Lo strumento principale del sistema di "lavaggio del cervello in regime di libertà", che raggiunge la forma più alta nel paese più libero, consiste nell'incoraggiare il dibattito sui problemi politici, costringendolo però entro presupposti che incorporano le dottrine fondamentali della linea ideologica ufficiale.
Noam Chomsky
Pirati e imperatori – Tropea ed.

Noi – nelle democrazie liberali - diciamo che è grave censurare, che è grave nascondere opinioni diverse, che Putin o Xi sono dittatori perché censurano testate ed arrivano ad incarcerare ed in taluni casi ad uccidere giornalisti.

Allora io dico che noi non siamo così diversi. Dico che le televisioni russe sono censurate da due anni, che da tempo non è stato ascoltato per intero – se non in testate di nicchia – un discorso di Putin. Ed in quanto ad incarcerare giornalisti anche nel nostro sistema c’è usanza. Ricordo che se non fosse stato per il PSI - che lo candidò ed elesse al parlamento – Scalfari negli anni ’60 sarebbe finito in galera. Per chi lo avesse dimenticato https://fondazionenenni.blog/2022/07/15/quando-scalfari-venne-eletto-alla-camera-con-il-psi/

In quanto a giornalisti uccisi, tanti, ne ricordo tre: De Mauro, Siani, Fava, giornalisti scomodissimi per tutti. Il primo indagava sull’omicidio Mattei, il secondo sui soldi spartiti dalla DC in Campania, il terzo sui legami tra politica e mafia. Ahhh certo..certo sono stati uccisi proprio dalla mafia non dal potere. Eccome no.

Questo rende Putin meno colpevole? Ma nemmeno un po'!! Serve solo a ricordarci che colpevoli lo siamo anche noi. Con una piccola aggravante noi – le democrazie liberali - dovremmo essere i buoni, i laici, le menti aperte, i tolleranti. Ed invece giustifichiamo alcune nostre prassi identiche, od almeno assai simili, a quelle altrui. Le giustifichiamo solo perché nostre, dei buoni. Dunque per proprietà transitiva buone o bonificate anch’esse.

Spianare Kiew è un crimine, farlo a Gaza un‘esagerazione. Occupare l’Ucraina è un’orrenda invasione, occupare Bagdad una scelta necessaria. Bombardare Belgrado una cosa giusta, finanziare chi destabilizza un paese è giustificato, uccidere un terrorista in casa d’altri prevenzione.

Ma quante cazzate ci raccontiamo per continuare a sentirci i buoni come nei film di ollivud mentre puzziamo come qualsiasi altra carogna? E’ il capitalismo, baby. Mò ce vò, ekkeka.

Putin non mi piace è un omofobo, un ex stalinista, un oligarca. Per lo stesso motivo non mi piace Trump, assolutamente simmetrico, o Biden che diciamo è un tipo. Basta ed avanza.

Sento fare molte polemiche su questa intervista, le trovo sorprendenti. Da certe facce le demonizzazioni non te le aspetti. Sembra quasi che a seguire quell’intervista ci sia il rischio di beccarsi la putinite, come è successo a Salvini, che da quando l’ha abbracciato va in giro a sparare cazzate dal profondo.

Ascoltare quello che dice Putin non è come prendersi l’Aids, Intendo quella malattia che da quando è passata dal continente dei bianchi ricchi a quello dei neri poveri non interessa più a nessuno. Ascoltare vuol dire prendere atto di come egli ragioni. Ed in proposito: il sior Vlad francamente può essere molte cose, ma non è uno sciocco e non è superficiale.

Ci fa senso? Ci piace? Ci sembra una maestrina di matematica? Con i tacchi alti ed il cerone ci attizza? Chi se ne frega. Quello che conta è che finalmente possiamo ascoltarlo e valutarlo. E provare e vedere se, tra le sue rutilanti cazzate e quelle altre che erutta Biden, noi Cittadini riusciamo a ricostruire un minimo di fattualità. A farci uno straccio di opinione personale libera.

E’ un lavacro laico contro i lavaggi del cervello ascoltare chi è diverso.

Dovrebbe essere un filino una prassi per ogni sincero democratico ascoltare chiunque se non altro perché il sincero in questione dovrebbe avere la forza tranquilla di chi si è formato democraticamente un’idea propria. O no?

Infine: è cosa sana e corretta costruire le proprie opinioni consultando più fonti. Specie se fra queste ce n’è qualcuna che proviene da un modo di ragionare profondamente diverso, da una cultura davvero differente per radici e sviluppi.

Diceee:… scusa, aa’coso, ma allora tu t’ascolti pure er cognato, Lollobrigida? Evabbè ooo! laici okkei, ma mò non esageriamo….

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