Addio a Franca Rame

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 30/05/2013
E’ morta Franca Rame, una donna straordinaria che lascia un segno indelebile non solo per il suo talento artistico, ma anche per il suo impegno civile

E’ morta Franca Rame. Con emozione tante immagini sue affollano la mia mente: la prima è quella lontana della irriverente sigla della Canzonissima del 1962, trasmissione legata alla lotteria nazionale, che lei conduceva insieme a suo marito Dario Fo su Rai 1. Alle prime battute della sigla ricordo che mio padre fece un salto sulla poltrona e si voltò a guardarci con gli occhi sbarrati “Glielo hanno permesso?? E’ incredibile!” e poi scuotendo la testa “Vedrai che li cacciano via… appena si accorgono di quello che significa!”

E intanto, su delle immagini inconsuete, la marcetta accattivante della sigla faceva entrare concetti e parole mai sentiti in TV:

Facciam cantare gli orfani
Le vedove che piangono
E gli operai in sciopero
Lasciamoli cantare
Facciam cantare gli esuli
Quelli che passano le frontiere
Assieme agli emigranti
Che fanno i minator
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar

Mio padre aveva visto giusto, come tutti quelli che hanno subito persecuzioni politiche, e infatti Franca Rame e Dario Fo furono cacciati via dopo un paio di puntate, ma fin dalla prima puntata i loro sketch diventarono un caso nazionale, provocando anche interrogazioni parlamentari: trattavano infatti di problemi scottanti legati alla vita reale, come le malattie professionali dell'intera famiglia di una casellante, o di muratori che muoiono precipitando dalle impalcature per colpa di imprenditori che non rispettano le norme di sicurezza e così via, e per la prima volta in televisione si sentono pronunciare parole come «mafia», «morti bianche», «serrata» e «sciopero». Una ventata di aria fresca, ma anche una sprangata sui denti per tutti i parrucconi democristiani che mettevano i mutandoni non solo alle Kessler, ma anche alle gambe dei tavoli e propinavano una TV melensa e bolsa, completamente avulsa da qualsiasi riferimento a una realtà sociale problematica e conflittuale.

Ma per me, quattordicenne, la cosa più eclatante era che lei non faceva solo spettacolo, faceva anche politica!, e – meraviglia – non corrispondeva affatto al cliché che allora andava della donna impegnata e intellettuale: brutta, racchia e poco femminile.

No, lei era bellissima, bionda e con un corpo mozzafiato eppure era intelligente, colta e impegnata. Per me ragazzina e con la passione della politica, fu una scoperta straordinaria. Si poteva anche essere femminili: non era necessario infagottarsi e imbruttirsi per essere prese sul serio.

Ed è così che voglio ricordarla: giovane, bellissima e impegnata politicamente. Anche se ho avuto la fortuna di vederla a teatro in diverse età della sua vita, l’immagine che mi viene subito alla mente è quella di lei giovane, bionda, di una orgogliosa e trionfante bellezza.

Le sono grata per molte cose e per tanti momenti speciali: mi sono divertita e ho riso di cuore alle sue battute, al suo fine senso umoristico, ma mi sono anche emozionata fino alle lacrime al suo monologo “Lo stupro”, che si riferisce proprio alla violenza da lei subita da un branco di squallidi fascisti. Miserabili vigliacchi, come tutti gli uomini che per sentirsi tali debbono violare e punire le donne che non sono alla loro portata. In questo periodo purtroppo assistiamo a infiniti esempi di violenza sulle donne, trucidate o sfigurate da uomini che dicono di amarle, ma in realtà preferiscono ucciderle che lasciarle libre di farsi una vita autonoma.

Lei si è sempre spesa contro la violenza alle donne, fattivamente e non solo a parole. Il suo impegno politico, il suo desiderio di incidere nella realtà sociale, la sua voglia di cambiare e di fare qualcosa di utile per i cittadini e i lavoratori, la portò in Parlamento, senatrice dell’IdV. Ma quando si accorse che purtroppo non le consentivano di fare nulla, dignitosamente si dimise, con parole di dolorosa amarezza.

Ieri l’Aula di Montecitorio le ha reso omaggio con un applauso corale, dopo che con un breve intervento la deputata Pd Barbara Pollastrini ne aveva annunciato la morte. In Senato invece la notizia è stata accolta da un minuto di silenzio in segno di lutto, chiesto dal presidente Piero Grasso. L’anno scorso aveva avuto un ictus dal quale si era ripresa, ma ultimamente era caduta in casa procurandosi delle lesioni alla spina dorsale. Poteva muoversi a fatica, anche se continuava a scrivere e a progettare, proiettata nel futuro. Poche settimane fa, nel suo blog sul “Fatto quotidiano” ha scritto una bellissima lettera d’amore a suo marito Dario Fo. Quasi un testamento o un addio, in cui si immagina un suo possibile funerale con “…donne, tante donne, tutte quelle che ho aiutato, che mi sono state vicino, amiche e anche nemiche... vestite di rosso che cantano “Bella Ciao”».  

Dopo la chiusura della camera ardente ( aperta da stamani alle 10 al Piccolo Teatro di via Rovello a Milano e che resterà aperta anche tutta la notte), Franca Rame verrà ricordata con una cerimonia laica venerdì mattina alle 11 davanti al teatro Strehler. Non ho dubbi che ci saranno tante amiche vestite di rosso a salutarla. Anche noi, pur lontane centinaia di chilometri, metteremo addosso qualcosa di rosso e penseremo a lei, a una compagna vera, a una donna straordinaria, a una attrice versatile, a una persona che anche se non abbiamo conosciuto personalmente, sentiamo come una di noi, un’amica cara a cui abbiamo voluto bene.

 

Se volete ricordarla:

Ricordi autobiografici (bellissimi!)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/06/cosi-in-parco-di-milano-conobbi-dario/318526/

 

Canzonissima 1962

 http://www.unita.it/culture/fo-rame-canzonissima-62-scandali-e-censure-video-1.502963

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=38597

 

Lo stupro

http://www.affaritaliani.it/coffee/video/lo-stupro-franca-rame.html

http://youmedia.fanpage.it/video/aj/UaXJHeSw-nyqEceh

intervento in senato

http://youmedia.fanpage.it/video/al/UaXOfeSw-nyqEd3s

lettera d’amore a Dario Fo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/30/lettera-damore-a-dario/483928/


Franca Rame 02

 

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