Né popoli eletti, né popoli reietti

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 27/01/2014
Nel giorno della memoria, in cui si celebra la Shoàh, noi vogliamo ricordare anche lo sterminio del popolo Palestinese

Qualcuno leggendo questo articolo dirà che l’ho già pubblicato: è vero! E intendo ribadire lo stesso concetto ogni anno, alla stessa data: ho preso questo impegno e intendo mantenerlo.Lo scempio disumano e crudele di 6 milioni di Ebrei – che è giusto ricordare non erano israeliani, ma tedeschi, italiani, francesi, polacchi, etc. – da parte dei nazisti, non può far dimenticare né deve giustificare i morti Palestinesi per mano israeliana.

Israele Germania

Il giorno della memoria non può far dimenticare tutto il resto, non può diventare un paravento dietro cui si nasconde un altro sterminio: quello del popolo palestinese.

Di più: non ho paura di ribadire ancora una volta che se un popolo come quello ebraico, con tutto quello che ha sofferto, è capace di infliggere le stesse torture e crudeltà ad un altro popolo, più povero e disarmato, vuol dire che non ha imparato nulla dal suo vissuto e questo è non solo inquietante e ingiustificabile, ma anche a dir poco ignobile.

Abbiamo già avuto modo di parlare di questa dimenticanza, di queste forme di corale amnesia, di questo oblio selettivo, ma non ci basta: vogliamo qui richiamare alla memoria collettiva anche altri morti, proprio perché il giorno della memoria non può essere appannaggio del solo popolo ebraico.

Ma c’è di più: il popolo di Israele ha per il popolo Palestinese un evidente piano di sterminio, espressamente esposto a più riprese e da diversi leaders e che persegue da anni ed attua con crudele determinazione davanti agli occhi del mondo intero. Perchè nessuno lo ferma? E perché si tira fuori la sgangherata scusa dell’antisemitismo ogni volta che qualcuno ci prova?

E se volete qualche numero su questo eccidio andate su un sito credibile e serio come quello di peace reporter, collegato ad Emergency, e leggerete:

Le guerre tra Israele e i paesi arabi confinanti, del 1948 al 1973, hanno causato la morte di circa 100mila persone. La prima Intifada, dal 1987 al 1992, ha causato la morte di 2 mila persone, in massima parte palestinesi. Dall'inizio della seconda Intifada (settembre 2000) al 20 giugno 2007, hanno perso la vita 4626 palestinesi e 1050 israeliani. Almeno 214 palestinesi sono morti negli scontri tra le milizie di Hamas e Fatah. Il bilancio provvisorio della guerra nella Striscia di Gaza del dicembre 2008/gennaio 2009 è di quasi 800 palestinesi morti, quasi metà dei quali civli, e 11 vittime israeliane.” http://it.peacereporter.net/conflitti/paese/4571

Se pensate che i morti Palestinesi non sono abbastanza, che non arrivano alla tragica cifra di 6 milioni, possiamo dirvi con certezza che, se non cambiano le cose, nel futuro arriveremo anche per i Palestinesi a doppiare quella cifra: è solo una questione di tempo.

Noi però davanti a questi dati non possiamo restare indifferenti. Di più, noi siamo del parere di Antonio Gramsci: odiamo gli indifferenti. Per cui ripetiamo come sempre:

Noi non gireremo la faccia. Non siamo disposti a ricordare solo la shoàh: noi vogliamo ricordare insieme alle vittime di religione ebraica, anche quelle di etnia Rom, gli omosessuali e i prigionieri politici uccisi anch’essi nei lager e le recenti vittime Palestinesi. Non ci stancheremo, ogni volta che si ricorderà l’olocausto, di far presente anche lo sterminio del popolo palestinese. Noi ci batteremo perché non possa cadere nell’ indifferenza e nel disinteresse il dolore e la tragedia di un intero popolo. Se dobbiamo ricordare, allora ricordiamo tutto. Di tutti. Nella storia dell’Umanità non ci debbono essere popoli eletti e popoli reietti.


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