Un erto colle

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 17/04/2013
L’elenco “bipartisan”( fra PD e PdL) dei papabili al Quirinale è veramente inaccettabile. Apertura insperata di Grillo verso il PD per il governo, sempre che votino uno dei suoi candidati al Colle, quasi tutti validissimi

Forse c’è qualche novità nella palude puzzolente e asfittica della politica italiana: l’apertura di Grillo a Bersani. Il baratto è semplice: vota il nostro candidato al Quirinale e forse possiamo fare un governo insieme. Come mai questa decisione ormai inattesa e insperata del genovese? Forse perché il suo gradimento è sceso di molti punti nei sondaggi: la gente che l'ha votato è esasperata dalla sua tecnica di filibustering, per usare il termine inglese che definisce la tattica dell'ostruzionismo parlamentare. E poi perché i nomi dei candidati al colle che circolano nel PD sono inaccettabili: Amato, D’Alema, Violante, persone che non voteremmo mai e non solo per i loro trascorsi politici, ma perché su di loro convergerebbero anche i voti del PdL e non per caso.

Mi spiego meglio: perché il PdL e soprattutto il cavaliere vorrebbero uno di questi signori sul colle del Quirinale, pur essendo del partito avverso? Perché certamente ricambierebbero il favore e nominerebbero senatore a vita il caimano, che in questo modo avrebbe eterna impunità. L’inciucio PD-PdL si consumerebbe così sotto altra forma, ma comunque venendo come sempre incontro ai desiderata di Berlusconi. Gira gira è tutto qui il punto e Grillo non può passare per quello che ha permesso si consumasse una simile infamità. Da qui l’offerta a Bersani, anche se non è detto che poi non se la rimangi.

I candidati usciti dal sondaggio del M5S d’altra parte, sono tutte persone affidabili e non farebbero mai un errore del genere! Vi immaginate se mai, con quella nomina, la Gabanelli, o Rodotà, o Caselli, o Prodi sottrarrebbero al suo giusto destino giudiziario il cavaliere? Impensabile. E questi sono i primi nomi venuti fuori dal sondaggio 5 stelle.

E sono nomi su cui il PD non può tergiversare più di tanto: non solo perché sono delle persone perbene, ma perché ( soprattutto i tre uomini) sono nell’area PD! Certo non hanno mai fatto parte del suo apparato ( e meno male!), ma l’area politica è quella del CS.

Quanto alla Gabanelli: è difficile che accetti la candidatura e d’altra parte come Gino Strada o Dario Fo, ha una strada diversa da seguire. Anche Grillo si è cancellato dalla lista: qualche maligno ha insinuato che l’abbia fatto perché non era stato votato abbastanza e non era fra i primi. Il che ammettiamolo: era piuttosto imbarazzante…

Ma al di là di queste malignità, tornando alla sua apertura al PD, ora dunque la mossa spetta a Bersani: Grillo gli ha gettato un salvagente piuttosto grosso e se stavolta lo smacchiatore di giaguari si lascia sfuggire l’occasione, vuol dire proprio che non ha la stoffa per fare il Presidente del Consiglio in un paese come questo, in cui ci vuole coraggio, fantasia, costanza e determinazione. Certo, è possibile che Grillo faccia a Bersani lo scherzo che fa sempre Lucy a Charlie Brown con il pallone da football e che una volta votato il suo candidato al Colle, decida di non collaborare alla formazione di un governo, ma in fondo il rischio sarebbe più di Grillo - che apparirebbe inaffidabile e irriterebbe ancora di più il proprio elettorato - che di Bersani e in ogni caso avremmo un presidente della Repubblica autorevole e rispettabile. Dunque che rischio correrebbe?

E poi dopo un mese che cerca una intesa con Grillo può permettersi ora di rifiutare la sua proposta? Ma d’altra parte: che succederà nel PD se l’accetta e poi viene beffato? Che ripercussioni ci sarebbero? Che farà “baffino”D’Alema? E Renzi, che già sta flirtando col cavaliere? Il partito andrà in pezzi?

Non è una situazione semplice, ma la scelta che farà Bersani metterà in luce le sue capacità di uomo di Stato. Caro Bersani, per dirla col divino Dante “Qui si parrà la tua nobilitate”.

Infatti la scelta è fra dare al paese un presidente della Repubblica affidabile e retto e forse un governo con quei matti dei 5 stelle, coi quali comunque si potrebbero fare delle riforme serie, oppure - per dar retta agli interessi di quelle prime donne isteriche dei notabili del PD - buttar via questa possibilità e farci restare in questa melma, per usare un eufemismo.

Dài, Bersani che ce la fai! Dopo tutto non ci sembra una scelta così difficile: basta uscire dai vecchi schemi e pensare a quello che veramente è più utile al Paese e non come sempre al proprio partito! Noi facciamo il tifo: non deluderci, per favore!

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