Insieme verso il 25 e 26 marzo: dichiarazione congiunta Fridays For Future Italia e il Collettivo di Fabbrica Gkn

di COMITATI ATTAC - attac-italia.org - 03/03/2022
Fridays For Future Italia e il Collettivo di Fabbrica Gkn annunciano due giornate di mobilitazioni convergenti: lo Sciopero Globale del 25 marzo per la giustizia climatica e la Mobilitazione nazionale “Insorgiamo” del 26 marzo a Firenze. Due giorni che sfidano ogni tentativo di contrapporre questione sociale e questione ambientale, e che si fondono idealmente in un'unica giornata di lotta.

La crisi climatica è una crisi del clima ma soprattutto delle relazioni determinate dall'essere umano. E’ il risultato di uno sviluppo sociale che tutt’oggi altera e peggiora la vita delle persone, contaminando il loro rapporto con il lavoro, la precarietà, la sanità, la mobilità, con l’ambiente e con la cura dell’altro. E’ l’attuale  modo di produzione e consumo ad essere inquinante, ed è dal suo cambiamento radicale  che bisogna ripartire.

Le date di mobilitazione del 25 e 26 marzo sono esplicitamente collegate, nello spirito, nel programma e nella preparazione, dal fil rouge della transizione ecologica e lavorativa. E visto che non esiste processo più inquinante della guerra - per il suo impatto ambientale e per come ridefinisce le priorità economiche e sociali dei paesi – il 25 e 26 marzo non potrà che essere anche una scadenza di lotta contro la guerra.

<<Non permetteremo mai più di giustificare delocalizzazioni, licenziamenti, precariato con la scusa della crisi climatica. Né permetteremo di giustificare con la difesa dei posti di lavoro un rallentamento o una deviazione nella transizione ecologica e climatica.>> affermano Friday For Future e il Collettivo di Fabbrica GKN <<La transizione ecologica, se reale, deve misurare la propria efficacia anche sui tempi, e non è più concepibile alcun rallentamento. Il pianeta è in fiamme, da ogni punto di vista, e ogni secondo sprecato è un crimine.>>
In una reale transizione ecologica non c’è spazio per il Greenwashing da parte di Stati o grandi aziende, ma solo per misure sociali e ambientali adeguate all’urgenza della situazione.
In una reale transizione ecologica il lavoro inquinante cessa gradualmente  di esistere: non si lavorerà più a discapito dei diritti, dell’ambiente, della salute e della pace, ma si passerà per una ridefinizione democratica di cosa è realmente necessario produrre, definendo modelli di produzione, trasformazione e consumo  al servizio della comunità piuttosto che del capitale, nei limiti delle biocapacità del pianeta.

<<Chiediamo di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario perché le quote di lavoro siano ugualmente redistribuite tra tutta la popolazione. E’ possibile lavorare meno e lavorare tutti, ed è un diritto che ogni lavoratrice e lavoratore, di oggi o di domani, dovrebbe rivendicare.>>
Non è realmente possibile stabilire quali siano le tecnologie meno inquinanti se non si difende la ricerca e la brevettazione pubbliche, lontane da ogni conflitto di interessi che mira a massimizzare il profitto. Per questo attivisti e operai si uniscono al movimento in difesa dell’istruzione pubblica.
<< Non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone - per povertà salariale o per precarietà - sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica, sono sotto ricatto lavorativo o non hanno alcun orizzonte se non lottare per il proprio contratto in scadenza.>>
Una reale transizione climatica, ambientale, sociale non può prescindere dalla capacità della società di dotarsi di forme di pianificazione complessiva ed ecosostenibile. E tale pianificazione non si genera nel ricatto, nella gerarchizzazione dei luoghi di lavoro, nell’oppressione e repressione dei territori come succede da anni ad esempio in Val Susa, ma nel risveglio della democrazia partecipativa e rivendicativa.
La vicenda Gkn ci insegna che essere salariati sotto ricatto limita la nostra possibilità come persone e cittadini di dedicarci alle lotte a cui teniamo, nonché di essere attivamente partecipi del cambiamento. Liberarci dal ricatto significa riappropriarci del diritto di incidere sulla politica del paese e acquisire nuovo potere decisionale sulle nostre vite.

Invitiamo tutte e tutti allo Sciopero Globale per il clima del 25 marzo e invitiamo le stesse forze a partecipare al corteo di Firenze del 26 marzo.
E’ l’ora della convergenza, di sovrastare con le nostre voci unite ogni “Bla Bla nocivo”, per uscire dalla testimonianza e insorgere.

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