Le prime partenze si sono registrate il 31 agosto da Barcellona e da Genova. Nel porto catalano venti barche hanno imbarcato delegazioni provenienti da 44 paesi, tra cui volti noti come Greta Thunberg, Ada Colau e l’attore irlandese Liam Cunningham. A Genova, invece, decine di migliaia di persone hanno salutato la partenza delle navi italiane che trasportano tonnellate di beni di prima necessità raccolti in pochi giorni. A breve si uniranno al convoglio anche altre imbarcazioni, attese a salpare il 4 settembre da Tunisi, Catania e Siracusa. E da alcuni porti della Sardegna è già partita una flottiglia minore, a bordo della quale viaggia anche il pacifista Marco Loi, simbolo di un impegno che non conosce confini.
Gli attivisti hanno seguito corsi di resistenza nonviolenta, consapevoli delle minacce israeliane e delle difficoltà che li attendono. Eppure il loro viaggio continua a raccogliere sostegno: ogni approdo, ogni incontro, ogni testimonianza rafforza la convinzione che la società civile possa spingersi là dove i governi non hanno avuto il coraggio o la volontà di arrivare.
La reazione di Tel Aviv è stata durissima. Le parole del ministro israeliano contro gli attivisti della Flotilla sono state definite dalla Unione Sindacale di Base “un gravissimo atto di intimidazione e la conferma della natura criminale del governo Netanyahu”. Ma, aggiunge l’USB, “sono anche il segnale della preoccupazione che serpeggia nel governo israeliano per una iniziativa umanitaria che sta mobilitando centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo e che ogni ora cresce di intensità”.
Il sindacato USB sottolinea che i lavoratori, e in particolare i portuali del CALP, hanno già mostrato la loro determinazione con i blocchi alle navi e agli aerei carichi di armi. “Hanno conquistato un ruolo fondamentale ed hanno i titoli per allargare lo sguardo alle politiche di riarmo ed alle conseguenze che queste producono nelle nostre vite”, scrive l’USB. E avverte: “Se bloccano la Flotilla, blocchiamo tutto”.
Un messaggio chiaro e diretto, che ribadisce la forza di questa iniziativa. La Global Sumud Flotilla non è soltanto un convoglio umanitario: è la manifestazione di un popolo planetario che rifiuta la guerra e l’oppressione. Una resistenza fatta di coraggio, solidarietà e determinazione, che in queste ore naviga verso Gaza con un carico prezioso di cibo, acqua, medicinali e, soprattutto, dignità.
Laura Tussi