Bruxelles. L'Europa approva il Patto sui migranti. «È il fallimento della solidarietà»

di Redazione Avvenire - avvenire.it - 12/04/2024
ia libera del Parlamento europeo a tutti i testi. Metsola: «Abbiamo fatto la storia». Perego (Migrantes): «La deriva della politica comunitaria. Trascurata la vera accoglienza»

Il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza tutti i testi del patto Ue sull'asilo e la migrazione, nella miniplenaria a Bruxelles. I dieci testi che compongono il patto (dalla procedura comune di protezione internazionale nell'Ue alla risposta alle situazioni di crisi e forza maggiore fino alla gestione dell'asilo e della migrazione, con le procedure di rimpatrio alla frontiera e gli accertamenti nei confronti dei cittadini di Paesi terzi alle frontiere esterne) sono passati tutti con margini abbastanza consistenti. Quello più stretto, risposta alle situazioni di crisi e forza maggiore, è stato approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astenuti.

«Dopo quasi un decennio di blocco, il Parlamento ha adottato il patto, una completa rivoluzione delle leggi Ue sulle migrazioni. È fatta. L'Europa gestirà le migrazioni in modo ordinato, alle nostre condizioni» commenta via social il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas. Parole rimarcate su X dalla presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola: «Abbiamo fatto la storia, abbiamo creato un solido quadro legislativo per gestire la migrazione e l'asilo nell'Ue.

Sono passati più di dieci anni di lavoro. Ma abbiamo mantenuto la parola data, e trovato un equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Questa è la via europea».

Di segno totalmente opposto la reazione della Cei, con le parole del presidente della Commissione che si occupa dei problemi dell'immigrazione e presidente della fondazione Migrantes Gian Carlo Perego: «Questo Patto segna una deriva nella politica europea dell'asilo e il fallimento della solidarietà europea, che sembra infrangersi come le onde contro i barconi della speranza. Confidiamo - dice Perego - che l'art. 10 della nostra Costituzione rimanga come presidio sicuro per tutelare i richiedenti asilo. Le prossime elezioni europee saranno un banco di prova importante per rigenerare l'Europa a partire dalle sue radici solidali e non piegarla a nazionalismi e populismi che rischiano di dimenticare la nostra comune storia europea».

Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati approvato al Parlamento europeo a Bruxelles, osserva l'esponente della Cei, «avrebbe dovuto modificare le regole di Dublino, favorire la protezione internazionale in Europa di persone in fuga da disastri ambientali, guerre, vittime di tratta e di sfruttamento, persone schiacciate dalla miseria, con un impegno solidale di tutti i Paesi membri dell'Unione europea nell'accoglienza, il ritorno alla protezione temporanea come si era visto con gli 8 milioni di migranti in fuga dall'Ucraina, un monitoraggio condiviso tra società civili e Istituzioni del mar Mediterraneo per salvare vite nel Mediterraneo.

Invece l'Europa, mentre continuano le tragedie nel Mediterraneo, a maggioranza di voti si chiude in se stessa, trascura i drammi dei migranti in fuga, sostituisce la vera accoglienza con un pagamento in denaro. E pretende ancora di più dai Paesi di frontiera, come l'Italia: controlli più veloci, ritorni nel primo Paese di sbarco di chi si muove in Europa senza un titolo di protezione internazionale, rimpatri facilitati in Paesi terzi non sicuri, chiudendo gli occhi su esternalizzazioni dei migranti. Indebolendo, non da ultimo, la tutela delle famiglie e dei minori» conclude.

L'allarme delle Ong

Nei giorni scorsi Avvenire aveva raccolto la preoccupazione delle Ong sul Patto. Amnesty International accendeva i riflettori innanzitutto sul rischio violazione dei diritti umani. «È più che mai evidente che questo Patto farà regredire di decenni la legislazione europea in materia di asilo, esponendo molte più persone, in ogni fase del loro viaggio, a grandi sofferenze», ha dichiarato Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International. Il pacchetto di proposte rischia di esporre soprattutto i più fragili, come donne e bambini «al rischio di una detenzione de facto alle frontiere dell’Unione europea».

E proprio per quanto riguarda i più piccoli, Save the Children metteva in guardia: «Serve proteggere i bambini che cercano un futuro migliore in Europa. La decisione avrà un impatto duraturo, era fondamentale che venissero fatte le scelte giuste» sottolinea l’organizzazione umanitaria. Eppoi c’è anche la questione della natalità zero e della mancanza di manodopera che mette in ginocchio l’Italia ma non solo. «Nell’inverno demografico che caratterizza numerosi Paesi europei, l’immigrazione rappresenta una risorsa da valorizzare – sottolinea Daniela Pompei, della Comunità di Sant’Egidio –. L'Europa avrebbe dovuto puntare sulle vie legali, favorendo la migrazione regolare. Auspichiamo perciò che i corridoi umanitari, realizzati con successo dalla società civile per chi fugge dalle guerre, vengano presi a modello anche per le migrazioni economiche». «Inoltre – conclude la responsabile servizi a migranti, rifugiati e rom della Comunità – di fronte alle troppe morti nel Mediterraneo, si devono attuare operazioni di salvataggio in mare».

Qualsiasi riforma della politica di asilo e migrazione, sottolineava la Ong Mediterranea Saving Humans, «deve mettere al centro le persone ed essere guidata dai valori europei di dignità umana, solidarietà e libertà». «Siamo molto preoccupati che alcune disposizioni del Patto Ue sulla migrazione e l’asilo - in particolare quelle previste dal regolamento sullo screening e dal regolamento procedure - perpetuino gli approcci fallimentari del passato e ne aggravino le conseguenze – aggiunge Laura Marmorale, presidente della Ong impegnata nei soccorsi in mare –. Il Patto rischia di tradursi in un quadro giuridico disfunzionale, costoso e crudele, che lascia irrisolte le questioni critiche e causa una maggiore sofferenza per le persone in cerca di protezione».

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