Fermare l’attacco delle destre. Votare No alla “legge Nordio”

di Alfiero Grandi - 30/10/2025
Presentare questo come il referendum per la separazione delle carriere è ridicolo. Invece con questo referendum si potrà dire No al tentativo di attaccare l’indipendenza dei magistrati.

Oggi è prevista la 4° lettura della legge Nordio che interviene sulla magistratura modificando la Costituzione. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale partiranno i 3 mesi per chiedere il referendum costituzionale.

​Il referendum costituzionale si farà, lo vogliono tutti, favorevoli e contrari. Il governo continua a presentare la legge Nordio come separazione delle carriere tra P.M e giudici. In realtà i passaggi da una funzione all’altra sono pochissimi e si può una volta sola, questa modifica della Costituzione persegue un obiettivo ben diverso che si può sintetizzare come un atto di bullismo del governo verso la magistratura, per condizionarla, per metterla sotto botta, altrimenti come si spiega che il centro della Nordio è distruggere la rappresentanza eletta dei magistrati prevedendo il sorteggio nella composizione del Csm, che diventeranno due.

La giustizia è amministrata essenzialmente dai magistrati sulla base della Costituzione e delle leggi. La nostra Costituzione non a caso prevede che i magistrati agiscano in piena indipendenza e con il solo rispetto delle leggi (coerenti con la Costituzione) quindi è ovvio che preveda una loro rappresentanza eletta, che vada oltre i singoli e abbia realmente il potere di controllo sui comportamenti nel rispetto dei diritti delle persone.

Le destre hanno insofferenza e fastidio per questo potere che non è sotto il controllo del governo e che guarda caso ha affidato proprio ad un Ministro che viene dalla magistratura il compito di iniziare a smontare questo fastidioso potere autonomo dei magistrati. Eppure Nordio in passato ha firmato con altri magistrati contro la separazione delle carriere.

​Gherardo Colombo ha scritto che avere un’unica magistratura, con un’unica formazione fondata sulla Costituzione è garanzia per l’Italia che tutti i magistrati, anche se esercitano l’accusa, si sentano impegnati nella ricerca di prove anche a discarico degli imputati, non solo a carico. Tanto è vero che quando alcuni hanno “dimenticato” di presentare prove a favore dell’imputato sono stati oggetto di azione disciplinare. Quindi indagini a 360 gradi.

Che poi i magistrati si conoscano, si frequentino non è molto diverso dal farlo, come avviene, con avvocati e tanti altri, ciò che conta è che la funzione venga svolta in piena indipendenza di giudizio e se vengono fuori commistioni improprie si profila un reato, grave.

I magistrati hanno un numero di morti ammazzati dalla criminalità e talora da trame che hanno coinvolto pezzi di stato. Falcone Borsellino non possono essere ricordati solo quando fa comodo.

Le madri e i padri costituenti avevano dedicato attenzione al ruolo della magistratura, custode ad esempio dell’obbligatorietà dell’azione penale che è garanzia che anche i ricchi e potenti verranno perseguiti dalla legge, oggi un po’ meno a causa di leggi che hanno depenalizzato reati dei colletti bianchi.

 E’ il governo che vuole questa modifica della Costituzione, in realtà uno stravolgimento perché queste destre, trainate da chi con la Costituzione non ha mai fatto pace - come con l’antifascismo – e puntano a stravolgere l’assetto democratico italiano, ringalluzziti dall’iniziativa di Trump, che sta stravolgendo la democrazia americana, verso una deriva autocratica, un richiamo forte.

 Colpisce che questo stravolgimento venga dedicato a Silvio Berlusconi, c’è chi non trova di meglio che richiamare la memoria di una persona condannata per reati fiscali e se l’è cavata con i servizi sociali. E’ la conferma che in queste destre oggi al governo albergano orientamenti che vanno contrastati.

 I magistrati, rappresentati dall’Anm hanno deciso di contrastare la legge Nordio (non chiamatela riforma) in nome della Costituzione, della loro indipendenza, della loro autonomia e rivendicano il diritto di autorappresentarsi per far valere ragioni non corporative ma di fondo per la democrazia costituzionale in Italia.

 Presentare questo come il referendum per la separazione delle carriere è ridicolo. Invece con questo referendum si potrà dire No al tentativo di attaccare l’indipendenza dei magistrati.

 E’ un referendum costituzionale, senza quorum, vince chi ha più voti. Chi vota conta e decide. In altre occasioni di voto possono esserci state delusioni che hanno rafforzato un preoccupante astensionismo. In questo caso chi vota decide.

 Occorre costituire a fianco dell’Anm un comitato unitario per il No con tutte le organizzazioni della società, i partiti sono garantiti dalla Costituzione e dalle leggi.

 Alfiero Grandi   

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