Cose turche

di Barbara Fois - Liberacittadinanza.it - 10/04/2021
Attraverso Ursula van der Leyen Erdoğan offende l’Europa

I fatti: il presidente turco Erdoğan accoglie la delegazione europea, ma ignora la signora van der Leyen, presidente del Commissione europea, al punto che non le destina nemmeno una sedia: infatti le sedie sono solo due, una per sè e una per Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. La signora van der Leyen resta in piedi, scioccata, a vedere i due uomini che si siedono, senza considerare la sua presenza. Dopo un attimo di disorientamento, si siede in un divano a latere, con estrema dignità. E noi tutti possiamo solo registrare un atto di inciviltà incredibile, veramente scioccante in sé e inimmaginabile in un consesso ufficiale e civile. A questo punto ci chiediamo: che caspita ci siamo andati a fare in quel paese sottosviluppato, governato da un dittatore ignorante e anacronistico, che ultimamente ha anche negato i diritti civili alle donne, ritirandosi dalla Convenzione di Istambul? Il suo comportamento ci ha indignato, ma non ci ha sorpreso: l’individuo è quello che è, un bullo arrogante, col cervello incrostato di ottuse convinzioni religiose, misogine, omofobe, razziste etc.

Quello che ci ha indignato di più è stato il comportamento consenziente, remissivo, ipocrita e inscusabile di Charles Michel. Ci chiediamo come ha potuto sedersi senza pensare di offrire la propria sedia alla sua collega. Sarebbe stato un atto dovuto di cortesia e nel contempo uno schiaffo in piena faccia a quel prepotente, un modo per insegnargli un po’ di educazione, senza scatenare un incidente diplomatico. Perché con quel gesto inqualificabile verso un’ospite e una rappresentante di quell’Europa in cui vorrebbe entrare, in realtà Erdoğan ha cercato di umiliare la nostra comunità europea e questo non dovremmo lasciarglielo passare senza conseguenze.

In un tweet Rapaël Glucksmann, europarlamentare e fondatore del movimento Place publique, ha postato una foto che ritrae un precedente incontro fra il presidente turco Erdoğan e l'ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker insieme all'ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. I tre sono seduti l'uno accanto all'altro in tre poltrone. A sottolineare proprio la volontà di offendere non solo la donna, ma la comunità europea che rappresenta.

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Ma, come dicevamo all’inizio: cosa siamo andati a fare in Turchia? Non doveva venire da noi Erdoğan col cappello in mano? Così scopriamo invece che addirittura lo stiamo pagando per fare il cane da guardia dei nostri confini, “salvandoli” dai migranti. Che schifo, cari amici e compagni! Che cosa ignobile, disumana, deprecabile. Ci siamo messi nelle mani di quel ceffo, che ora ci fa gli sberleffi e ci umilia davanti al mondo, per tener lontani i migranti, i fuggitivi, i disperati. Nel 2016, in piena crisi migratoria, Bruxelles infatti, su spinta tedesca, ha firmato un accordo che garantiva a Erdogan sei miliardi di euro (!). In cambio la Turchia ha trattenuto nei propri confini quattro milioni di rifugiati. A marzo 2020 Erdogan ha usato la gestione dei flussi come arma di ricatto per partite geopolitiche come quella siriana. Ha reclamato più soldi, e secondo la Grecia ha “spinto” artatamente verso la frontiera i migranti per alzare la posta. Atene a sua volta li ha respinti e von der Leyen ha definito la Grecia “scudo d’Europa”. La stessa von der Leyen che all’indomani dello schiaffo subito, oggi dice “Noi vogliamo rafforzare i legami economici, siamo i primi partner commerciali della Turchia” e ha aggiunto “Miglioreremo e modernizzeremo l’unione doganale con Ankara”.

L’Ue dunque intende continuare a finanziare la Turchia, come prima e anzi di più. Ora, a conferma di una visione da Europa “fortezza”, la presidente garantisce «la continuità dei fondi. E se la Turchia rispetta gli impegni, previene le partenze, prevede i rientri dalla Grecia, i fondi Ue garantiranno ancor più opportunità». I sei miliardi concordati nel 2016 stanno per terminare e l’Ue è pronta a fare il bis. A settembre Bruxelles ha inserito nella sua proposta su asilo e migrazione questo passaggio: lo stanziamento di fondi alla Turchia «continua a rispondere a bisogni essenziali. Essenziale sarà perciò che l’Ue dia alla Turchia un sostegno finanziario continuativo». Anche l’Italia è d’accordo. «Per noi l’importante è che tutte le rotte migratorie beneficino di fondi adeguati, non solo il Mediterraneo orientale ma anche centrale e occidentale, Libia e Spagna», dice un funzionario del nostro governo a Bruxelles. Una posizione, spiega, «ereditata dai governi precedenti». L’accordo sui rifugiati è contestato da una pletora di organizzazioni per i diritti umani. Amnesty lo definisce «un fallimento» e fa appello ai governi europei. Per tutta risposta, von der Leyen oggi ha parlato di quel modello come di schema replicabile con altri paesi..

Perché?Perché è più facile pagare un disgustoso cane da guardia, che cercare di capire le ragioni di queste migrazioni e trovare una soluzione. I migranti visti come un pericolo, come orde di barbari alle porte della “civilissima” Europa, non come creature umane, gente come noi, più sfortunata di noi, che ha perso tutto e cerca solo un posto in cui vivere in pace e crescere i propri figli, lontano dalle guerre, dalle violenze, dalle privazioni, che stanno subendo anche per colpa nostra.

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A questo punto è chiaro che noi non siamo migliori di Erdoğan e lui lo sa bene e se ne approfitta, trattandoci con disprezzo e, come direbbe il Padrino di Puzo, “tenendoci per le palle”. E l’Europa non può che ingoiare l’insulto e subire il ricatto, ammonendo solo debolmente, che un secondo gesto del genere non sarà tollerato. Un secondo gesto?? Ma perché gli vogliamo dare anche una seconda occasione per prenderci a calci in faccia?

Ma santo cielo, come siamo arrivati a questi abissi di abiezione? E’ chiaro come. Per parafrasare l’inizio del Manifesto del Partito Comunista scritto da Marx ed Engels “Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro della sinistra…”. Ma non sono le potenze della vecchia Europa a essersi coalizzate “in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro” è la sinistra stessa che si è suicidata ed io credo che la sua assenza si senta molto in questo Paese e in Europa ed il vuoto che ha lasciato consente alle forze politiche peggiori di prendere decisioni sbagliate ed esecrabili, che pagheremo salatamente in un futuro non troppo lontano. Pagheremo questo scotto noi, ma soprattutto i nostri figli e nipoti, verso i quali abbiamo responsabilità che stiamo scaricando, con inqualificabile debolezza.

Barbara Fois

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