Palestina

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 12/10/2023
Ogni colpo che viene esploso, ogni nave da guerra che viene inviata, ogni razzo che viene sparato, significa, in ultima analisi, un furto a coloro che soffrono la fame e non sono nutriti- Eisenhower

Un orrore. Come si può definire freddamente quello che ha fatto Hamas? In nessun modo. Si può solo dire che è un orrore. Una violenza perpetrata da gente che sa solo uccidere inermi e che da sciacalli si maschera delle sofferenze del popolo palestinese. In realtà Hamas è una milizia criminale e mercenaria che agisce per conto dell’Iran nel contesto sia dei conflitti politici con altri paesi musulmani che della situazione mondiale complessiva.

La mia parte emotiva dice il solito orrore di questi sciacalli, ma la mia parte razionale considera che bisogna cercare di capire il disegno generale nel quadro di quell’area territoriale violentata dal colonialismo, destabilizzata dal sionismo e tenuta nella grettezza e nell’ignoranza dalla religione musulmana. Provo a ragionare in questo pezzullo, anche se sicuramente quelle due parti si mescoleranno. Le immagini orribili che ogni giorno ci propinano i telegiornali si innestano su ciò che mi fa disgusto e rabbia più di ogni altra nefandezza, la vigliaccheria violenta. I bulli in gruppo che pestano il ragazzino, gli stupratori, i preti pedofili, i terroristi che sparano alle spalle. I massacratori degli inermi. Nessuna comprensione per gente simile e se li si acchiappa, nessuna clemenza.

Strane e tristi ragioni

Personalmente considero la causa del popolo palestinese, quello che abita la parte perdente, giusta da sempre. Cosi come considero la nascita di Israele un errore frutto del nazionalismo sionista e delle strategie politiche del dopoguerra, esattamente com’è errata qualsiasi forma di nazionalismo e qualsiasi suo frutto, sia esso spontaneo o manipolato.

Richard Cohen, nato ebreo ma assolutamente agnostico, sosteneva questa tesi. Il più grande errore che Israele possa compiere è dimenticare che Israele stesso è un errore. Onesto, figlio di buone intenzioni, per il quale nessuno è colpevole, ma creare una nazione di ebrei europei in un'area di arabi musulmani ha generato un secolo di guerra. 

La crisi lunga 75 anni ha varie cause, alcune molto significative e complesse. Le stanno trattando giornalisti e storici molto bene in questi giorni, inutile sottolinearle. Le banalizzerei, vanno oltre le mie competenze. Mi fermo a ragionare su due, quelle per me più eclatanti e su cui si fa un’ipocrita velatura. La causa emotiva, cioè la shoah, che ha determinato il principio di difesa alla base del sionismo, ed il sostrato religioso che funge ancora da collante per tutte le parti in causa. Ci ragiono a modo mio, conversando tra Cittadini senza la pretesa di voler spiegare od interpretare nulla.

Hitler è la causa iniziale del disastro geopolitico alla base di Israele. Non si può applicare un genocidio lungo 7 anni con oltre 6 milioni di morti senza creare le basi di una disperata follia collettiva nella comunità perseguitata. Isolati e circondati dal rancore degli stessi concittadini milioni di tedeschi o croati, italiani o francesi - e via via tutti in Europa- di religione ebraica sono stati massacrati. Quando, finita la seconda guerra mondiale, si è scoperto l’orrendo massacro i nazionalisti sionisti hanno avuto campo libero nel convincere gli ebrei europei a diventare cittadini di Palestina inventando così uno stato confessionale. La ragione della scelta geografica è chiara. Il gruppo di nazionalisti aveva radici ed interessi locali. Inoltre vi è Gerusalemme, la città delle mille guerre. Un posto che è allo stesso tempo calamita e calamità per le tre religioni monoteiste.

Vi è di più. Il movimento sionista aveva preso accordi con gli USA, nel quadro della situazione geopolitica col crescere dell’indipendentismo arabo sostenuto dalla Russia. Essendo schiettamente di destra ( come dicevano Einstein ed Hannah Arendt ) il sionismo si allineò alla dottrina Truman e si propose come argine anti-sovietico nello scacchiere mediorientale ottenendone subito l’investitura. In questo crogiuolo di interessi e di emozioni nasce Israele.

Ma torno ad Hitler, sopravvalutato dittatore politico di fatto un delinquente. Quell’ometto secondario, che stava agli standard tedeschi come un emigrato turco, ha organizzato il più grande e lungo saccheggio della storia. Da astuto gangster sapeva di non poter perpetrare un crimine del genere senza complici. Così ha ammantato il colossale furto –oro e diamanti, denaro in valuta pregiata, imprese e beni immobili- con una cappa di grotteschi deliri razzisti. Puttanate buone per la piccola borghesia europea infarcita di invidie e frustrazioni economiche. La banda di ladri, Himmler Hitler Goebbels ed altri delinquenti come loro, riuscì nell’intento criminale al di là delle loro stesse aspettative - un genocidio senza precedenti - grazie a due complici egualmente colpevoli, la brava gente cui accennavo e la chiesa.

La chiesa cattolica, incluso il papa Pio qualcosa, e la protestante sono corresponsabili di quel genocidio. Ma questo è solo la punta terminale di un lungo assedio ideologico. Da sempre, per interessi economici, la chiesa ha dato ogni sorta di colpa agli Ebrei chiamati il popolo degli assassini di Gesù. Frase assurda da tutti i punti di vista. Prima di tutto, se credi nell’Onnipotenza, non puoi sostenere che qualcuno agisca fuori dai Suoi disegni. I bigotti ed i bacia banchi sono sempre i peggiori infedeli.

Punto secondo, ovviamente gli Ebrei non sono un popolo. Appartengono trasversalmente a vari popoli e tantomeno sono una razza, definizione buona per i gonzi assunto che esiste scientificamente solo la razza umana. Sono una comunità religiosa. Sarebbe assurdo immaginare che i presbiteriani, od i mormoni siano un popolo. Lo è parimenti per gli ebrei. Ma se questo assurdo è diventato patrimonio collettivo, lo si deve proprio alla chiesa. Miliardi di prediche sanguinose perpetrate dai preti in ogni piccolo paese in ogni angolo d’Europa, per venti secoli. E’ dunque la chiesa, cattolica e protestante, che ha dato le basi agli assassini qualunque per sterminare milioni di ebrei. Hitler ne ha solo approfittato per saccheggiare meglio e di più. Gli è bastato scatenare la brava gente e qualche migliaio di sadici criminali per rubare qualcosa vicina, in cifre attuali, a 20 mila miliardi di euro.

Gli ebrei, povera gente, appartenendo ad una confessione, non solo venivano vessati dai preti delle altre parrocchiette, ma anche dai loro rabbini con tonnellate di regole e regolette tanto inutili quanto invadenti. Perché sono i dettami del libro la sfiga del pianeta ed è in quelle radici religiose che si incrocia l’altra causa della guerra in Palestina.

La Fede è un dono, io ne sono personalmente grato perché ho sempre creduto in Dio, senza dubbi e senza reticenze. La religione è invece una trappola del potere. Dalla Bibbia, scritta da alcuni esseri umani, in poi le confessioni hanno condizionato scelte private e pubbliche di miliardi d’altri esseri umani. Ebrei, cristiani e musulmani hanno privato la donna di pari opportunità, limitato le libertà sessuali, negato il libero arbitrio. Servito o condizionato il potere.

Le religioni sono sostanzialmente infedeli poiché prescindono dalla fede. Sono le regolette che contano. C’è un episodio, sconcertante per il mio modo di pensare, che rappresenta cosa intendo. Secondo la Bibbia Mosè incontra l’Onnipotente e quando torna non reca con sé una risposta centrale, perché esistiamo, quale è il valore assoluto della vita. Torna con le regolette. Prega qui e non desiderare là, non dire le bugie e non mangiare questo e quello. E che cos’è, l’Asilo Mariuccia?!

Da una religione fondata su principi comportamentali e non su valori alti, possono nascere solo altre religioni altrettanto parrocchiali. Ed ecco quella cristiana, che forse all’inizio ricorda vagamente una dottrina sociale, e la musulmana. Da subito le tre religioni diventano il recinto del popolo, lo ingabbiano, lo indirizzano, lo manipolano. Forniscono alibi per ogni sopruso.

Israele nasce con queste radici saldamente incrociate: il nazionalismo, il ruolo di barriera mediorientale anti comunista, la religione. Ed essendo circondato da paesi altrettanto malati e manipolati è destinato alla guerra perpetua. Il tutto poi si innesta sulla natura umana che non prevede l’innocenza e che fatica a fare il bene. Lo si vede tutti i giorni nella violenza che la gente qualunque impone ai suoi simili, alla natura, alla vita in generale.

L’ennesima guerra

Zelenskj si è affrettato a strillare all‘indirizzo americano ohi Pippi, non è che mò vi scordate di noi? Il cinismo connaturato al sistema capitalista è dietro l’angolo. Il congresso americano, come il parlamento europeo già si erano raffreddati sugli aiuti militari e monetari anche per l’opaca gestione ucraina degli stessi. La crisi finanziaria determinata dalla strategia di destabilizzazione voluta da Putin e dai suoi ha infatti dato i suoi frutti. Bisogna adesso fare i conti con le regole basiche dell’economia come il mercato interno, l’inflazione, il costo del denaro ed il disagio sociale. Una nuova pedina di guerra mossa nello scacchiere, imposta con altrettanto efferata modalità dell’invasione russa, può determinare il riassestarsi degli interessi globali determinando un re indirizzo dei finanziamenti. Con la Russia si potrebbe ora trattare, se mostrerà una faccia aperta al dialogo in Medio Oriente, ed arrivare ad un raffreddamento complessivo.

Paradossalmente, ma neanche tanto, è proprio quando la minaccia si estende che si può trovare un nuovo punto di partenza. Di questa opinione sono Cina e India che stanno dietro un pacato e formale commento. Siamo certi che il sangue ed il dolore palestinese saranno usati con il consueto egoismo dalle potenze imperialiste.

Intanto sul campo si consuma l’ennesima guerra, con le atrocità connesse, con la fame ed il dolore del Popolo, qualunque esso sia. In questo ennesimo tritacarne le convenienze politiche iraniane si mescolano a quelle occidentali ed anche ad alcuni interessi degli attuali governanti di Israele che hanno trovato il modo, sfruttando l’orrore, di assicurarsi altri anni di potere.

Come sempre la guerra ha un portato naturale di insensatezza artatamente nascosto dietro le solite ideologie, religioni, motivazioni.

L’assassino di hamas, reclutato in qualche sperduto angolo, è un ignorante, perché tenuto in soggezione da sempre, per di più imbottito di cazzate religiose rifilate da quei paraculi in accappatoio che già manovrano lo sfortunato popolo iraniano. La religione musulmana, uguale per negatività alla altre, mostra attraverso gente simile il suo volto peggiore. Eccoli tanto pronti a sgozzare inermi quanto rapidi a scappare davanti ad un fucile. Queste bande sono quello che sono, sottoproletariato musulmano incosciente, affamato d’Occidente che poi odia ed invidia. Che vuole distruggere perché non lo sa raggiungere. Senza rendersi nemmeno conto di quanto sia vuoto questo simulacro di progresso che chiamiamo primo mondo. Sono simili ai sottoproletari di Berlino che bruciavano i negozi dei commercianti ebrei per odio religioso o per fottersi un paio di scarpe. Orribili e meste prove viventi di cosa produca il capitalismo nei margini della società.

Non sono i miliziani di Al Fath, come li ricordo io. Ideologici, socialisti, rivoluzionari che lottavano per il loro popolo palestinese. E non sono nemmeno Settembre Nero di George Abbash, terroristi politici. Presumibilmente non sono nemmeno palestinesi. Come i loro cugini del Daesh sono pescati ovunque, nelle immense e miserabili periferie del Cairo o tra le rovine di Mosul, oppure criminali comuni reclutati nelle carceri di Teheran a cui si è promessa libertà di violenza e saccheggio, e poi portati laggiù a Gaza con i soldi dell’Iran. Massa di manovra o killers a salario fisso.

Di contro Israele ed il suo governo si dicono pronti a fare a pezzi chiunque in nome dei mille morti di questo attacco e dei martiri sepolti nel loro passato. Certo che hanno ragione a ricordare per sempre le vittime della shoah, non c’è dubbio. Ma loro, le vittime di quell’orrore, appartengono a tutta l’Umanità, come i 20 milioni di morti russi così come tutti i morti di tutti i popoli, vittime della guerra, del capitalismo e dell’odio religioso.

L’ennesima guerra. Inutile. Orribile. Dove si smarrisce ogni ragione ed ogni responsabilità, tutto diventa confuso, permettendo così a chi ha le proprie strategie imperialiste, di imporle accaparrando sia la guerra che il dopoguerra. Nuovi profitti. Nuovo potere.

Non c’è – in nessuna delle parti in campo - un briciolo di consapevolezza storica, non vedo buona fede, non scorgo redenzione possibile. Vedo solo, nella specifica zona di guerra, l’ennesimo tormento per il Popolo Palestinese, sia esso sotto bandiera israeliana che sotto quella che fu di Arafat.

Perché questo poi è l’assurdo insito nel dramma. Che è tutto, comunque e sempre, Palestina.

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