Metto giù due righe su quello che vedo e vivo in questi giorni con qualche partecipazione e con molto stupore.
La parte politica ambigua ed a mio avviso manipolata che sta tentando di infiltrare il movimento proPal, e la retorica bolsa messa in campo dai politicanti sul tema sono parte opposta ad ogni mio modo di pensare. Dico dunque la mia in proposito partendo da un assunto di base, non si deve mai essere complici. Non lo si può essere ascoltando passivamente le misere cose del solito goffo ed inopportuno Salvini, ma neppure guardando ad incidenti di piazza assolutamente cercati dai prevedibili infiltrati.
Prima vorrei sottolineare un punto apparentemente secondario, ma in realtà parte della cornice: chiunque provi ad inventare simmetrie ed equivalenze tra Hamas e Israele ha torto, banalizza ed in sostanza si lascia dirottare da emozioni e da visioni astratte perdendo di vista gli elementi di fattualita'. Oppure, come sono propenso a credere, è un prezzolato in malafede.
L’attuale governo di Tel Aviv, che io considero uno dei peggiori al mondo, rappresenta il lato sionista nazionalista presente nel Popolo di quel paese. Il tempo e la pressione internazionale hanno trasformato la terra dei deportati in un polo della geopolitica imperialista occidentale, e questa contraddizione – che ha spinto Israele in prima linea - ha profondamente mutato l’atteggiamento complessivo di quella comunità.
Hamas è invece una organizzazione mercenaria prodotta come cancro da elementi esterni al Popolo di Palestina, includendo in questo i finanziamenti ricevuti a suo tempo anche da alcune parti di Israele per combattere contro OLP, cioè l’unico vero rappresentante delle istanze dei palestinesi.
Chiunque scenda in piazza oggi inneggiando ad Hamas è nella migliore delle ipotesi un imbecille. Così come lo è chiunque agiti vessilli anti ebraici, o la meni per strada con slogan assolutamente ripugnanti. Questa gente che vediamo inneggiare alla strage del 7 Ottobre è la tipica manovalanza che viene infilata dentro un movimento nascente da chi ha interesse a creare caos, da chi tenta di manipolare dall’interno ogni manifestazione realmente antagonista. Gli infiltrati li conosco bene, li ho visti nelle grandi manifestazioni di piazza del passato, li vedi nelle strade di Parigi o di Roma e Torino. Reclutati nelle borgate, vengono pagati quattro lire proprio per fare questo, per fare casino e tenere il più possibile lontana la gente dalla piazza. Sono cani in mano ai padroni. Ci sono sempre stati. Ai tempi belli provvedeva il Servizio d’Ordine a prenderli a calci nel culo.
A fianco agli squadristi c’è poi la banda degli idioti. Andare in giro a festeggiare un massacro di inermi, donne stuprate e mutilate, ragazzetti fucilati è una vergogna. Parlare di violenza rivoluzionaria per il 7 ottobre è assolutamente una menzogna. Offrire a quella macelleria una qualsiasi copertura rivoluzionaria è chiaramente una azione foraggiata dai reazionari. Appunto robaccia da infiltrati. Quella strage è solo criminale ed è stata attuata da mercenari libici, egiziani e yemeniti pagati per fare sangue. Stupratori e drogati che hanno sfogato la loro miseria umana su gente inerme. La strage del 7 ottobre è una disgustosa mattanza. Chiunque dica che la strage del 7 ottobre è un atto di guerra popolare non è solo un coglione è anche un traditore del popolo palestinese, un sionista provocatore, od un infiltrato. Quella gente che – in un’autentica fase rivoluzionaria – Robespierre o Trotszkj avrebbero fucilato seduta stante.
L’unico vero slogan sul 7 ottobre è troppo complicato e pericoloso per tutti, ed è solo in una domanda: Come avete fatto a non vedere e non sapere? Come è possibile che i migliori sistema di sicurezza del mondo, come CIA Mossad KGB MI6 in grado di beccare con un missile capi terroristi della Jihad o scienziati iraniani sconosciuti ai più non abbiano visto mille sciacalli mercenari di Hamas correre seduti sui motorini in un deserto? Mi rendo conto che per una bella fetta di ragazzotti cresciuti nei cessi di Zuckemberg sia una domanda un pochino troppo complicata, ma è li il nodo. Chi ha manovrato Hamas quel giorno? Nessuno di quei mercenari ha autonomia di giudizio e testa. Con quali complicità internazionali si è mossa quella organizzazione criminale? Quali interessi sono riscontrabili, ben aldilà di Israele, tra USA e Cina, tra Russia ed Inghilterra? Una roba del genere deve essere stata preparata per mesi e di certo non poteva sfuggire assunto che una organizzazione come Hamas guidata ed imbottita di mercenari di certo è infiltrata da servizi segreti di almeno dieci nazioni.
Il governo di Tel Aviv ha messo in atto una guerra distruttiva e totale che nessuno, a parte gli USA in Viet Nam od Iraq e Putin in Cecenia, ha mai osato fare. L’obiettivo era cancellare Gaza come sistema indipendente ed aprirsi una grande via al mare. Il perché è da cercare nei nuovi assetti che il mondo post globalizzazione sta dandosi. Ed in proposito va detto per chiarezza che aver individuato Gaza come terra indipendente per i Palestinesi era a suo tempo la scelta più assurda che si potesse fare. Non c’è niente lì. Sabbia, vento e mare. Buono per un club vacanze, non certo per viverci. Vorrei sapere a chi diamine è venuto in mente che quella striscia di nulla potesse essere una casa in grado di ospitare milioni di Persone. Solo un idiota o un mascalzone poteva individuare un futuro in un luogo che mai avrebbe potuto essere indipendente. Non ha acqua, non ha spazio. Era una grande prigione od un dormitorio, di certo un mercato di mano d’opera a basso costo utile per i capitalisti israeliani od occidentali.
Chi ha foraggiato Hamas in chiave anti palestinese ha ottenuto il suo successo. Un lago di sangue separa oggi il popolo Semita. Israeliani e Palestinesi, stesse facce stessa storia, sono stati divisi prima dall’imperialismo miope degli inglesi e poi dagli eventi della guerra fredda. Quando si era intravista una soluzione possibile i servizi segreti di vari paesi sono intervenuti per depistare e distruggere ed alla fine Arafat e Rabin sono stati assassinati. Era un messaggio chiaro ed inequivocabile di chi disegna in modo imperialista i confini ed il futuro dei popoli. Oggi viviamo le conseguenze di quegli omicidi. E non vedo innocenti da nessuna parte guardi.
Da anni scendo in piazza per la Palestina, lo dico senza alcuna pretesa di fare il fenomeno, non ero mai solo anche in tempi meno trendy, qualcuno c’era. L’ho sempre fatto da decenni perché il popolo palestinese è davvero solo, non ha più alcun supporto onesto e concreto. Nessuna potenza alle spalle e con il tramonto delle sinistre vere ha vissuto un abbandono reale e lungo. Un silenzio pesante condito qui e là nel tempo da schiamazzi e slogan presto dimenticati. Come fu dopo le stragi in Libano, la violenza in Cisgiordania, l’eliminazione dei leader dell’OLP.
In questa circostanza ero in Sicilia e sono andato in strada a Palermo. Trentamila persone riempivano i viali del centro, le strade verso il porto. Vicino a me non c’era nessuno che gridava slogan assurdi o violenti, c’era ottima gente. Ho vissuto una bella manifestazione partecipata e serena, ho visto un comportamento eccellente della piazza ed un atteggiamento maturo e responsabile della Polizia. Nessun problema, vero.
Chi oggi nei media e nei soliti stucchevoli e pallosi dibattiti da spazio a qualche centinaio di coglioni è strumento della manipolazione imperialista. La responsabilità di rendere un grande movimento di piazza secondario rispetto a pattuglie di picchiatori a libro paga è della informazione, tutta. Sempre alla ricerca del rumore e dello schiamazzo per vendere due pezzi in più l’informazione ha enfatizzato il nulla, come c’era da aspettarsi. In quanto ai consueti e desueti quattro politicanti da asilo Letizia che imbottiscono un governo incapace ed una “opposizione” vacua ed inutile, hanno fatto la loro figura sfruttando le sofferenze di quella parte del mondo per farsi pubblicità. Cavalcano questo orrore per mero opportunismo senza buonafede, altrimenti si sarebbero ingaggiati anche per il Sudan disastrato ed alla fame, per lo Yemen invaso da mercenari, per i massacri in centro africa. Se ne fottono di tutto, perché cercano solo un tema di interesse pubblico da cavalcare inseguendo così un briciolo di attenzione che hanno ormai perso.
La verità fattuale è scomoda, spigolosa, ma anche evidente. Mi spiace apparire come un vecchio bizzoso che ha da dire su tutto, ma non si possono passare sotto silenzio dei fatti così gravi, delle manipolazioni così sfacciate senza esserne complici, come dicevo all’inizio del pezzullo. Ero certo che quella bella piazza sarebbe diventata da un lato bersaglio dei reazionari e dall’altro fiume da navigare per i battelli sgonfi del centro sinistra. La malafede e l’improvvisazione sono oggi i connotati della comunicazione di massa e della partitica non bisogna stancarsi mai di rendere evidente la manipolazione. Questi due conniventi, governo ed opposizione, non hanno la minima idea di cosa fare, di come farlo e di cosa occuparsi prioritariamente, ma sono bravissimi nel gonfiare fantasmi e spettri, oppure nel cavalcare i demoni generati in altri luoghi per evitare di essere misurabili nella concretezza dei bisogni del Paese.
Di fronte alla complessità crescente, a scelte difficili che richiedono pensiero elaborato e determinazione il governo Meloni & Cialtroni si inventa un muro di odio da cui difendersi e parla praticamente solo di questo. Ora va bene tutto, ma definire pericolosi l’innocua Schlein e Giuseppi Conte, l’indignato meglio pettinato d’Europa, è la cosa più ridicola che abbia mai sentito. In quanto alla sedicente opposizione, essa ha cavalcato l’orrore di Gaza e ne ha fatto l’unico punto centrale dei suoi interventi perché non ha né testa né palle per affrontare i temi interni come il crescente sfruttamento, l’impoverimento collettivo, le spese militari istigate da Trump e Von der Layen. Non può dire nulla perché da un lato è responsabile dello sfascio sociale in corso, dall’altro sostiene le scellerate politiche di riarmo della peggiore UE mai vista.
In Francia ed in Germania, in Spagna ed in Inghilterra Gaza è centro della politica estera perché drammaticamente in corso, ma non è protagonista del confronto sociale interno. Con tutti i limiti evidenti, in quei paesi si fa ancora politica, qui in Italia il vuoto culturale perseguito con tenacia dai vari governi che si sono affannati a fare a pezzi scuola e libera informazione, ha prodotto questa patetica ed imbarazzante canea da pollaio.
Se ormai va a votare meno di una persona su due, minando di fatto le fondamenta della Democrazia, non bisogna scomodare sociologhi o demografi o politologhi, basta guardare cosa fanno questi scappati di casa che schiamazzano nei banchi di quello che fu il Parlamento Repubblicano. Gente che la comunità, tutti noi Cittadini inclusi i vecchi pensionati da 800 euro, paga ventimila euro al mese con benefit e vitalizi vari a parte. Non bastava dimezzare il numero dei parlamentaristi, bisognava anche dimezzarne lo stipendio. Oggi avremmo candidati che vogliono davvero servire il Paese, non servirsene.
P.S.
Non vedo cosa ci sia da festeggiare per l’immunità alla Salis. Politicamente era più importante ed emblematico essere a processo a Budapest ed affrontare il tema delle democrazie apparenti. Era andata li per combattere la sua battaglia politica, poteva portarla a termine. Pare chiaro che oggi la Salis ha scelto altri modi più socialdemocratici e ben retribuiti di fare politica e che riflettendo abbia preferito un albergo ad un carcere e si sia parata alla fine il culo. Lo trovo comprensibile, niente da eccepire è la sua vita la scelga come crede. Capisco anche che sia andata bene pure al governo, specie al ministro degli esteri, che si è evitato di dover gestire questioni imbarazzanti con uno incazzoso come il corpulento ungherese. Insomma, bene per tutti, ma non ci vedo proprio nulla da festeggiare.