Socialismo .. hacer

di Corrado Fois - Liberacittadinanza.it - 29/03/2021
La tradizione di tutte le generazioni passate pesa come un incubo sul cervello dei vivi. —  Karl Marx

I tempi cambiano. Una bella banalità, tanto insulsa quanto vera. E quindi che si fa.. si cambia coi tempi? Si dovrebbe tentare, avendo sempre ben chiaro che non è strettamente necessario seppellire tutto per sentirsi ancora vivi. Basterebbe evolvere.

In questi tempi il tema del socialismo è tornato prepotentemente nei miei ragionamenti. Forse perché la sua dissoluzione in Italia è così evidente e clamorosa che persino io mi sono accorto di questo vuoto di idee e di valori in cui ci siamo inabissati. Forse il lockdown, che lascia tempo alle letture dato che le piscine sono chiuse. O forse perché da quando sono nato, in famiglia, ho respirato la visione socialista della società che , come una nostalgia , mi segue dovunque io vada.

Così ho ripreso in mano articoli, interviste , libri per cercare di capire cosa si potrebbe scegliere come fondamenta, mescolare come sostanza, definire come proposta .. per provare ad immaginare, almeno dentro me, cosa connota un modo di essere socialisti oggi. Mi è servito come esercizio mentale ed in un qualche modo per costruirmi un filtro rispetto alle proposte che , forse, vedremo comparire nella scena politica.

Provo a condividere nel blog questa ricostruzione arbitraria e soggettiva per chi ha voglia di leggere. Sarebbe bello poterne discutere .. non delle mie robe marginali, ma del tema .. perché senza un movimento socialista ogni democrazia è più arida e debole. Credo spetti ad ognuno di noi che ancora ci sentiamo tali, immaginare il socialismo e ricostruire, forse, un partito. Nei limiti di ciò che siamo e di ciò che possiamo, ma comunque provando .. facendo.

A Fidel chiesero ..cos’è il socialismo?.. rispose .. molte cose giuste per il popolo come avere case, istruzione , assistenza sanitaria gratuita .. ed alcune ingiuste, come il doverle conquistare con la lotta e difenderle ogni giorno. Vede, il socialismo non è una illusione, è una prassi .. e non è culla calda, perché nessuno te lo regala. Il socialismo è disciplina e volontà .. esso si basa su un verbo. Fare. . . . Hacer, in spagnolo

Per sintetizzare i vari elementi su cui ho ragionato prendo in prestito idee e parole da quattro Persone diverse -- di cui traccio ovvi profili perché il pulpito qualifica la predica - di quattro diversi Paesi. Chiuderò poi il pezzullo con una mia personale riflessione, non perché mi senta alla pari con i citati, ma perché, più o meno da sempre, nelle cose che leggo e dibatto devo metterci del mio. Vanitas vanitatum et omnia vanitas.

  1. Italia – Riccardo Lombardi - Una società socialista è quella nella quale a ciascun individuo sia data la massima possibilità di influire sulla propria esistenza e sulla costruzione della propria vita

Profilo : Riccardo Lombardi . Siciliano, nasce a Regalbuto. Si laurea in Ingegneria a Milano. Parte politicamente dai Cristiano Sociali, milita tra gli Arditi del Popolo scontrandosi con le milizie fasciste più volte. Entra in Giustizia e Libertà agli inizi degli anni ’40. Ne diventa uno dei capi politici. Partecipa alla famosa riunione con Mussolini nell’Aprile del ’45 e ne chiede la resa senza condizioni. Nello stesso anno è Prefetto della Milano liberata. Nel palazzo di Corso Monforte una targa posta per i 60 anni dalla Liberazione lo ricorda. Il dopoguerra lo vede tra i leader del Partito d’Azione. Qualche anno dopo la sua componente entra nel Partito Socialista, di cui diventa uno dei massimi esponenti. Lombardi è stato definito "una delle figure più originali e significative della storia del movimento socialista italiano".

La Frase di Lombardi pone in evidenza la peculiarità del pensiero socialista che si fonda sulla costruzione soggettiva delle proprie fortune a partire da una società costruita su un’architettura di condizioni oggettive ( istruzione, occupazione, accesso ) che permettano a Tutti eguali opportunità. Questa è la visione realmente progressista del Socialismo che non accetta l’assistenzialismo al pari dello sfruttamento. Il socialismo, nella visione di Riccardo, considera l’egualitarismo una forma strutturale di tipo economico legislativo, non un valore astratto e filosofico. Un sistema gestionale aperto, pensato e realizzato in direzione esattamente contraria ad ogni forma di omologazione. Dunque una visione contemporanea che coniuga la giustizia sociale con le libertà personali, così come oggi le vorremmo.

  1. America- Bernie Sanders - La rivoluzione politica non è sostenere un candidato progressista, ma lottare nel continuo per ottenere che la Repubblica garantisca la giustizia economica, sociale, razziale, ambientale .

Profilo : Bernie Sanders nasce negli anni 40 da una famiglia ebrea. Si laurea in Scienze Politiche e partecipa attivamente ai movimenti antirazzisti ed integrazionisti degli anni 60. Colpito dalla ricerca delle radici culturali del movimento afro americano va a vivere per qualche tempo in un Kibbuz israeliano alla ricerca delle proprie. Al ritorno negli USA lavora come carpentiere e come giornalista indipendente. Milita nei movimenti politici di sinistra, lotta contro la guerra del Viet Nam. Fonda la corrente socialista all’interno del Partito Democratico e collabora con i movimenti ambientalisti, anti razzisti, anti omofobi e sostiene attivamente i diritti sociali dei lavoratori stranieri. Si candida alle primarie per la Presidenza , come ebbe modo di dire, per lasciare testimonianza del pensiero sociale.

La posizione di Sanders si inserisce nel quadro del socialismo non di classe eppure aperto alla tutela delle fasce deboli della società e più in generale di contrasto alla diseguaglianza. Aggiungere il suo apporto concettuale a questa raccolta di stimoli politici implica accettare che il movimento socialista contenga in sé una parte della visione entrista, ma riformatrice tesa a costruire nell’ambito della società esistente un sistema di leggi e di norme che regolino l’appetito dei nuovi capitalisti , vigilino sull’equità e favoriscano il metabolismo sociale, limitando la visione liberista dell’economia. Anche questa visione non marxista è compatibile con un ampio movimento socialista in grado di realizzare un sistema di gestione della Repubblica aperto ed inclusivo.

  1. Germania – Karl Marx La  storia di ogni  società sinora esistita è  storia di lotta di classe

Profilo : tanto nomini nullum par elogio.. o profilo.

Marx pone da subito come elemento centrale , in ogni sua concezione economica quanto storico politica, la dinamica di classe. Un movimento che si dichiara socialista e non contenga, in sé e per sé, la visione e la difesa di classe é meglio vada in malora. La suddivisione per classi e sempre esistita e l’evoluzione del capitalismo non l’ha risolta od alleggerita, ma acuita. Non sono dunque le contrazioni o le crisi economiche, frangenti inevitabili nella progressione storica, che hanno determinato la sottrazione di ricchezza collettiva a vantaggio di pochissimi , ma sono state precisamente le scelte gestionali tempo per tempo realizzate dal sistema di potere politico orientato dal capitalismo. Sono i sistemi di governo di ogni tinteggiatura che , tramite il varo di leggi liberiste ed agendo come una sorta di Robin Hood alla rovescia, l’hanno imposta. Senza questa precisa convinzione si sarebbe tentati di considerare che la diseguaglianza sia una conseguenza imprevedibile e non voluta, una sorta di deriva inattesa che si osserva a bocca aperta stupiti come bambini. Sono palle. Se sommiamo le leggi Clinton sulla deregolazione nel settore finanziario ( posso comprare senza soldi sul tavolo, entro ed esco dal possesso di azioni senza pagare tasse di movimento etc ) alle leggi sul decentramento produttivo ( impianto aziende dove voglio , quindi dove i diritti dei lavoratori sono azzerati ) volute dalla UE, abbiamo chiarissimo il quadro delle responsabilità attribuibili ai governi politici. Essi sono colpevoli di aver scientemente tradito gli interessi dei Paesi che rappresentano poiché hanno tradito gli interessi della stragrande maggioranza dei Cittadini, che appartengono alle classi subalterne. Il contenuto di classe è essenza prima del socialismo. Senza questa dirittura ideologica esso perde ogni significato è diventa la cosiddetta ala compassionevole del potere. Lasciamo il nobile sentimento della compassione ai Frati. I Socialisti agiscono.

  1. Uruguay – Pepe Mujica L’impossibile richiede un po’ più sforzo, ne esce sconfitto solo chi abbassa le braccia e si rassegna.

Profilo : Di famiglia Basca José “ Pepe” conosce il principio alienante dello sfruttamento fin da giovane. La scelta politica di opposizione che lo vede nel finire degli anni 50, giovanissimo, nella sinistra di classe lo porta negli anni 60 ad essere tra i fondatori del movimento rivoluzionario dei Tupamaros di cui diventa un dirigente. Finita l’epoca della conflittualità aperta entra nella politica istituzionale diventando in breve tempo il leader morale del sud America. La sua vita semplice, la scelta della rinuncia ad ogni lusso, la spietata lotta alla corruzione lo rendono il Presidente più amato nel suo Paese. Pepe è l’esempio internazionale di una visione socialista anti imperialista modernamente intesa che incorpora i diritti delle minoranze, la ricerca della felicità e dell’armonia, il rispetto per la Natura e la vita nel conflitto di classe recuperando quel ..non perdiamo la tenerezza.. che fu di Che Guevara.

Mujica pone in evidenza un tema : l’utopia che diventa obiettivo. Il socialismo senza sogni è come una vela tesa, ma senza vento. Volere una società più equa è certamente un obiettivo concreto ma è mosso dalla grande utopia della Giustizia. Che triste vedere nella sinistra lo spegnimento di ogni afflato morale, di ogni respiro emotivo, di ogni visione ampia. Le parole anche vere di qualche residuo del socialismo in politica, sfilano in un grigiore pragmatico. Il realismo serve per fare, indubbiamente aveva ragione Fidel, ma è l’ideologia che guida il voler fare. Un fare senza volere è solo mera esecuzione, la disciplina senza illusioni è solo militarismo. Non c’è niente di male in tutto questo .. ma non c’è niente di bene. Mao disse ( parafrasando Lenin ) la pratica è superiore alla teoria poiché contiene oltre al principio dell’universalità quello dell’immediata realtà. Certo, ma senza la teoria la pratica è macelleria. Certamente ogni lunga marcia comincia da un primo passo. Ma in che direzione? Stiamo consegnando i concetti alti ..il bene..il giusto ..la speranza.. alla Chiesa. Vuol dire tenersi il pragmatismo come unico bene e vuol dire consegnare la visione del futuro a chi si occupa di Anime. Ed, ahimé, di tutte le anime. Piove sui giusti e sugli iniqui , lo dice Matteo nella Bibbia. Il Libro. I Socialisti pensano che non deve funzionare così . Pensano che la speranza guidi l’azione e che il fare, cioè la lotta politica, sia teso a rendere i giusti asciutti.

E quindi?

E quindi, a mio avviso, il socialismo va inteso oggi come un grande mosaico. Un’opera talvolta incompiuta perché composta da tessere diverse. Alcune sono fondate su valori ed altre su prassi .. il rispetto dell’individuo .. la crescita libera del talento.. le leggi di controllo sull’accumulazione capitalista .. le pari opportunità ..il rispetto per l’ambiente.. la ricerca della felicità. Cose articolate e complesse che tuttavia non divergono perché escono come rami dal tronco robusto del pensiero marxista. Dalla concezione del materialismo storico, dalla difesa di classe, dalla lotta per imporre a chi detiene il potere limiti precisi . Dalla costruzione di un ordine nuovo.

Crescono , questi rami, nella certezza di voler rendere equo l’esistente, subito, per poi prendere il potere, in un modo o nell’altro, costruendo una società strutturata e disciplinata in modo coerente con i bisogni collettivi. Una società onesta e trasparente, partecipata ed aperta, controllata dai Cittadini. Una Repubblica.

Bisogna muoversi nella direzione della ricomposizione. Fungendo da aggregante il socialismo, inteso come valore e come prassi, deve poter richiamare le mille disperse formazioni a sinistra, in Italia come in Europa, partendo dalla difficile ma essenziale conciliazione tra libertà personale, giustizia sociale, difesa dell’ambiente. Difficile quanto necessario.

Non so ancora come si potrà, ne se si farà e neppure cosa potrò offrire come contributo individuale ad un lavoro collettivo. Ma so che si può fare, e se si può .. si deve.

Il confronto per far risvegliare il socialismo, sopito dall’ipocrisia e dalla malafede di una classe dirigente infiltrata, deve ripartire da dove si è interrotto. Dalle sue radici e dal tronco. Dal pensiero di Marx ,rivisto con gli occhi contemporanei, rivisto ..dopo il secolo delle illusioni.. oggi, nel secolo della comunicazione, dell’internazionalismo e della globalizzazione.

ma rivisto, Compagni, non sepolto.

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