Uguaglianza è fatta, Berlusconi si dimetta

di Pancho Pardi - 07/10/2009
Consulta: lodo Alfano illegittimo "Non basta una legge ordinaria". Pronuncia a maggioranza dei giudici della Corte costituzionale sulla legge che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato. "E' in conflitto col principio di uguaglianza dei cittadini"

Grande notizia: la Corte costituzionale ha stabilito che il Lodo Alfano è incostituzionale. La legge ad personam per proteggere Berlusconi dai processi che incombono su di lui è stata bocciata dalla Consulta. Importante la motivazione: non un artificio giuridico di scarsa caratura ma il riconoscimento della inviolabilità dell'articolo 3 che sancisce l'uguaglianza tra tutti i cittadini e dell'articolo 138 che stabilisce che una sospensione dell'articolo 3 a favore delle massime cariche dello stato può passare solo attraverso lo strumento di una legge costituzionale.

Le reazioni di esponenti del centrodestra (Bonaiuti, Cicchitto, Gasparri) rivelano una totale mancanza di senso delle istituzioni. Hanno la spudoratezza di dire che la sentenza è politica, che la Consulta ha esercitato un'offensiva contro il governo e che con questa sentenza ha perso il ruolo di organo di garanzia. Per loro c'è solo il loro padrone. Tutto il resto, Parlamento e organi di garanzia non sono nulla. Minacciano. Anche Bossi, sempre accreditato di una dose superiore di saggezza, non si trattiene da immaginare sollevazioni popolari.

In realtà la decisione della Consulta dimostra che, nonostante la degradazione subita negli ultimi decenni sotto i colpi ripetuti della peggiore televisione al governo, la democrazia è ancora viva e vitale, la separazione dei poteri è ancora operante. Un pilastro della democrazia regge bene e fa sperare nella possibilità di ridare forza a quelli indeboliti.
Motivo speciale di soddisfazione è la sconfitta personale dei due giudici costituzionali che ebbero la sfacciataggine di andare a cena col presidente del Consiglio, cioè con l'oggetto fondamentale del loro futuro giudizio.

A questo punto Berlusconi si rassegni ad affrontare i processi che ha cercato a lungo, ma invano, di evitare. E se è proprio vero ciò che affermano i suoi avvocati parlamentari (non è possibile guidare il governo e difendersi nei processi allo stesso tempo) ne tragga le conseguenze: lasci la guida del governo e pensi a difendersi.

Pancho Pardi

Il commento di Fabrizio (bloguepol@gmail.com)

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