Entra in campo un’area di 120 associazioni che cercheranno di coinvolgerne tante altre per dare vita ad uno schieramento sociale il più ampio possibile per sostenere le ragioni del No, per fermare la sfida all’indipendenza della magistratura che è il nucleo patogeno della Nordio
Martedì si riunirà la Via Maestra per costituire il Comitato per il No nel referendum sulla legge Nordio. Entra in campo un’area di 120 associazioni che cercheranno di coinvolgerne tante altre per dare vita ad uno schieramento sociale il più ampio possibile per sostenere le ragioni del No per fermare l’attacco all’indipendenza della magistratura che è il nucleo politicamente e istituzionalmente patogeno della Nordio.
Sono già in campo i magistrati con il comitato promosso dall’Anm e i partiti che hanno chiesto il referendum popolare. Lo hanno chiesto anche i partiti di governo, una vera stranezza politica visto che hanno approvato la legge costituzionale forti di una maggioranza “drogata” dalla legge elettorale in vigore che ha trasformato il 44 per cento dei voti nel 59 per cento dei parlamentari, un regalo del 15 per cento.
Era naturale che le destre attendessero il responso delle urne, invece hanno raccolto le firme convinti di vincere il referendum, mentre la vittoria del No annullerebbe la fatica del governo di scrivere questa legge imposta al parlamento impedendo qualunque modifica, all’opposizione e anche alla maggioranza.
C’è chi cerca la terza via, ma come potrebbe esistere visto che il governo ha voluto questo testo senza sentire ragioni e imponendolo – forte dei numeri parlamentari – e ora vuole un plebiscito di conferma.
Omaggi e critiche
Questa legge non è solo un omaggio postumo a Berlusconi. Forza Italia gli ha dedicato le modifiche della Costituzione per intaccare l’indipendenza della magistratura. Il governo vuole una conferma plebiscitaria per portare avanti il premierato, cioè il capo assoluto che dovrebbe guidare il governo e ridimensionando il presidente della Repubblica (guarda caso al centro di attacchi) riducendo il parlamento ad un mero ruolo di ratifica delle decisioni del governo (cioè del capo o della capa).
Questo governo non sopporta le critiche, sia quelle della società sintetizzate nell’importante sciopero generale della Cgil del 12 dicembre e nelle manifestazioni dei giovani per Gaza e contro il riarmo, sia quelle dei magistrati che sono il corpo previsto dalla Costituzione per attuare le leggi e garantire il rispetto dei diritti dei cittadini, fermando interpretazioni incostituzionali o contrarie a normative sovranazionali.
Il governo è allergico alle osservazioni delle varie magistrature e le ha unite nella critica di invasione del campo della politica, mescolando giudici e accusa, corte dei conti e cassazione. Tutti nel ruolo dei cattivi che mettono i bastoni tra le ruote.
La Corte costituzionale ha bocciato buona parte della legge Calderoli sull’autonomia regionale differenziata ma il governo se ne frega ed insiste sui propri obiettivi, firmando in Veneto un’intesa (come in Lombardia, Piemonte e Liguria) che contiene contenuti sanzionati, pur sapendo che il risultato sarebbe rompere l’unità nazionale dell’Italia in settori come la sanità, i contratti di lavoro, le pensioni, ecc.
Comportamento eversivo
Il governo ha un comportamento eversivo verso la Costituzione repubblicana ed antifascista, vuole intaccare l’indipendenza dei giudici, mettendo a rischio i diritti dei cittadini, attacca il presidente della Repubblica per ridimensionarlo e il parlamento è ridotto a ratifica dei diktat del governo. Le norme sulla sicurezza hanno l’obiettivo di reprimere le manifestazioni dei giovani e gli scioperi dei lavoratori che come all’ex Ilva difendono occupazione e industria siderurgica nazionale.
Il referendum costituzionale sulla controriforma Nordio sarà la prima prova elettorale che dovrebbe dare il via libera alla riduzione del ruolo dei giudici e dell’accusa e dare segnale verde agli altri provvedimenti, a partire da una legge elettorale conveniente e realizzare il premierato, completare l’autonomia differenziata, rendere inefficaci le proteste sociali togliendo loro la protezione delle leggi e di una magistratura indipendente, silenziando la stampa. Il tasso di trumpismo nel governo sta aumentando.
La legge Nordio è presentata come separazione delle carriere, ma ai livelli attuali non giustifica stravolgere la Costituzione, in realtà è il cavallo ruffiano che punta ad impedire che i magistrati si autorappresentino, come oggi, eleggendo il Csm. Si vuole spaccare il Csm in due e estrarne a sorte i componenti, per di più con la creazione di un diverso organo disciplinare per i magistrati, ma unico per tutti.
La legge Nordio va bloccata, impedendo un ritorno al passato, tanto più che Nordio trova normale la coincidenza con le idee di Gelli.
Vicepresidente Coordinamento per la democrazia costituzionale


