Tra Melenchon e Trump

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 06/09/2022
Le persone capitano per caso nella nostra, vita, ma non a caso. – Alda Merini

Ed ora sarebbe troppo facile fare del sarcasmo. Ora che Trump dice ..come sta il mio Giuseppe?. Troppo facile ed anche ingiusto. Attribuire a Conte visioni trumpiane è sbagliato e fuori quadro. Come attribuire agli odierni 5Stelle vocazioni populiste. Non è esatto ed è, a sua volta, ingiusto.

Il fatto che il Movimento abbia per troppi anni navigato a vista privo di identità politica quanto onnivoro di consensi è, appunto, un fatto. Che la mancanza di una visione realmente sociale con aperte scelte di campo sia stata la profonda debolezza di quel partito appare evidente. Che la scelta di amministrare la Repubblica, forti del consenso ricevuto, ora con una parte ora con l’altra sia stata scelta miope e destrutturante è un’altra evidenza. Infine .. che il fatto di imbarcare sprovveduti ed arrivisti sia stato un errore fatale prima di tutto per lo stesso movimento è palese più di ogni altra considerazione.

Tuttavia ognuno ha il diritto di sbagliare e va sempre, comunque, ricordato quanto la consapevolezza di aver commesso errori rappresenti per i 5Stelle l’inizio di quel percorso di maturazione che in fondo Tutti speriamo di vedere, anche se per ragioni ed in misura diverse.

Perciò che Trump faccia un endorsement, come dice qualcuno nella stampa paludata, è a mio avviso irrilevante. Abita nel quadro della molta confusione che, per caso o per malizia, il tycoon esterna. Se la frase sia frutto di ignoranza dei fatti europei o di un’ingerenza pilotata non lo sapremo mai. Certo con una discreta dose di dietrologia potremmo dire che proprio mentre Conte cerca di dare, faticosamente e non sempre in modo lineare, una posizione definita al movimento una battuta così non aiuta. Diciamo che è stato soffiato un tempestivo suggerimento? Vabbé ..dietrologie. Vedremo chi usa, e come, questa improvvida boutade.

Scrivendo qui ed altrove, da libero Cittadino che abita una parte politica dismessa e dimenticata, ho sempre usato il sarcasmo per definire i 5Stelle per come erano, per ciò che dicevano e facevano. O meglio per ciò che non dichiaravano giocando sull’ambiguità. Quello che oggi dicono è cosa altra rispetto al passato, quello che faranno nei giorni a venire si valuterà. Di certo dalla forma liquida stanno evolvendo a forma strutturata. Ed a questa trasformazione, faticosissima, va data attenzione e rispetto.

Non per fare sempre il bastian contrario, ma a me il criticatissimo intervento di Conte a Cernobbio è piaciuto. Trovo saggia la presa di distanza con l’uso della connessione e non della presenza. Rinunciare a parlare, come forse fu a Rimini, è un segno di debolezza. Andarci di persona e sedersi nel mucchio, come scolaretti all’esame della Confindustria, un ambiguo segno di incertezza. Così come ha fatto è un giusto mezzo.

Inoltre quello che ha detto è ampiamente condivisibile. Non sta a me dare patenti di buona oratoria a chicchessia e tendenzialmente lascio la critica formale a chi ama fare l’esteta. Però ho avuto una sensazione positiva ascoltando il dipanarsi del ragionamento. Qui è là risbucava l’eterna tendenza a fare il terzo senza posizione, ma erano ritorni che ci stanno in un momento di cambiamento politico. A mio avviso quel suo intervento segna una discontinuità specie nel rivendicare, in una qualche misura, la fine dell’esperienza della grande coalizione. Buttare via le paure sul come reagisce la pancia del paese aiuta a prendere decisioni di posizionamento politico più incisive. Lo facessero altri…

Indubbiamente la scelta della crisi a Luglio era intempestiva, ma non ingiustificata .. l’agenda del governo stava prendendo una piega insostenibile per chiunque abbia a cuore gli interessi della parte più debole, e non più rappresentata, dell’Italia. Conte non ha sbagliato dunque la sostanza, ma di sicuro modi e tempi. Con un staff più articolato in termini di competenza avrebbe fatto lo stesso al momento giusto .. cioè in questo autunno.. e meglio con argomentazioni precise che non avrebbero consentito ad altri, come la Lega, di giocare la partita a scaricabarile. Soprattutto si fosse dato un po' di tempo, metabolizzate le paturnie post elettorali e liberato dal Di Maio, Conte avrebbe potuto muoversi con una compagine meglio assestata e con una identità più a fuoco. Tant’è, credo serva di lezione. Dirgli: scelga meglio i compagni di strada ed i consiglieri mi sembra la fiera dell’ovvio.

La risposta alla vexata quaestio - ma i 5Stelle che diamine sono? - troverebbe forma nel ventilato incontro con Melenchon, cioè con la sinistra francese ed europea. Dopo la battuta di Trump sta a Conte offrire una risposta evidente e fattuale. Come dice Alda Merini per caso ma non a caso le persone entrano nella nostra vita. La scelta chiarirà la sua identità.

L’incontro sarebbe sicuramente un segno molto forte in grado di mettere ordine a pochi giorni dal voto. Di dare qualche stimolo aggiuntivo agli indecisi e a quelli che non hanno chi votare.

Conte deve far dimenticare quel primo, incredibile ed increscioso, passaggio con il governo Lega/5Stelle che gli ha fornito una patente di populista-sovranista, tanto apprezzata da TheDonald. Ed in egual misura vanno archiviati i seguenti spostamenti che l’hanno caratterizzato come leader ondivago.

Conte ha molto sbagliato, lo si è detto in tanti, ma può fare ancora molto. Dipende ora da lui. Da chi egli sia, veramente.

Spero riparta dalla presa di distanza motivata che lo caratterizza in questi ultimi tempi. Che si muova con serietà nella costruzione di un’identità popolare per il movimento che guida, se non ha la forza o la visione per darne una di classe, perché quell’identità sarebbe già molto rispetto alle pastette ed alle vaghezze che altri mettono in campo.

Queste elezioni si muovono in un contesto instabile e fluido con il 40% di indecisi, dunque nessuna vittoria può essere annunciata con assoluta certezza, ma certamente nessuno può vincere con assoluta maggioranza. Inoltre il terreno è friabile intriso di una sfiducia totale nella classe politica che sfiora il 78%, cosi come sintetizzato dal sondaggio Quorum Trend per Sky TG24. Spazio ce n’è.

Si può tentare, quanto meno, di fare in modo che il cosiddetto argine alle destre, che Letta si è intestato, si sposti qualche metro più a sinistra. E che lo spostamento si esprima sia nella priorità che va data alle molte problematiche sul tavolo, che alle strategie di risposta.

Infatti se vince la destra, come possibile, sarà necessario condizionare il governo con una opposizione significativamente orientata a sinistra. In grado – proprio per questo posizionamento - di dare contrappeso politico anche all’opposizione intera. Da solo Fratoianni non ce la può fare.

Vedremo se nel percorso di maturazione e nei progetti dei 5Stelle ci sarà questa scelta.

In tempi difficili come questi lo scetticismo non aiuta, ma certamente è utile la speranza. Perciò ..speriamo. Alla prova dei fatti si faranno i conti.

 

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