Roma capitale: la legge grimaldello per giungere all’autonomia differenziata

di Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l ’ uguaglianza dei diritti - 01/08/2025
Comunicato primo agosto 2025

Il governo Meloni, un governo di destra, ha deciso, con l’appoggio del PD, la presentazione alle Camere di un ddl di revisione dell’art. 114 della Costituzione per dare poteri legislativi al Comune di Roma, elevata tra gli enti costitutivi della Repubblica. Secondo il Comunicato ufficiale del Governo, saranno attribuiti all’Assemblea capitolina ‘trasporto pubblico locale; polizia amministrativa locale; governo del territorio; commercio; valorizzazione dei beni culturali e ambientali; promozione e organizzazione di attività culturali; turismo; artigianato; servizi e politiche sociali; edilizia residenziale pubblica; organizzazione amministrativa’.

Roma capitale sarà il primo ente istituzionale a fruire dell’autonomia differenziata, e il ddl di revisione dell’art. 114 Cost. ha una finalità tutta politica: aprire il varco all’autonomia differenziata su scala nazionale. Tale finalità si evince dalla lettura dell’attuale art. 114 Cost. che, al terzo comma, prescrive l’emanazione di una ‘legge dello Stato’ per disciplinare ‘l’ordinamento’ di Roma capitale. Perché non si è semplicemente dato corso a questa disposizione costituzionale, ricorrendo invece all’ennesima revisione della Costituzione per raggiungere obiettivi politici? La risposta è ovvia: il governo Meloni e il ministro Calderoli – da sempre un alfiere di ‘Roma ladrona’ –, e con loro il PD, che ha partecipato alla stesura del ddl, attraverso il sindaco Gualtieri, vogliono aprire finalmente un varco politico all’attuazione dell’autonomia differenziata su scala nazionale. Come farà il PD a dire no ai governatori di Veneto, Lombardia e Piemonte e a quanti altri chiederanno di ottenere poteri legislativi differenziati, quando è stato parte attiva e diligente nella presentazione del ddl costituzionale su Roma Capitale?

I Comitati contro ogni AD torneranno a esprimere le proprie più complete valutazioni dopo attenta analisi del ddl su Roma Capitale quando sarà ufficialmente depositato alle Camere; tuttavia già ora si può affermare che esso, per la materie la cui potestà legislativa viene trasferita a Roma capitale, prefigura una lesione dell’art. 5 della Costituzione, posto a garanzia della fruizione uniforme dei diritti su scala nazionale; infatti trasporti, casa, politiche sociali incidono direttamente sui diritti. E, attraverso la loro devoluzione, si avranno diritti differenziati per chi risiede a Roma rispetto a quelli di cittadini/e residenti nel resto dell’Italia. Differenziati, peraltro, nel senso che si aggraveranno le disuguaglianze sociali che attraversano la Città eterna. E che dire poi del governo del territorio e dei beni culturali? Essendo stato chiamato l’architetto Boeri a designare la Roma del futuro verrà importato il modello urbanistico di Milano, dove una cupola di affaristi, amministratori e professionisti hanno speculato sulle aree e prodotto disuguaglianza sociali e territoriali tra quartieri di lusso e periferici. È questo il triste destino di Roma, già afflitta da mali eterni: mancanza di case, affitti alle stelle, gentrificazione del centro storico, disoccupazione e precariato, degrado delle periferie e povertà dilagante, come i dossier della Caritas cittadina da anni documentano.

Infine: proprio la rilevanza storico-mondiale di Roma richiederebbe non poteri speciali all’Assemblea capitolina – quasi fosse un Areopago internazionale. Essa è, invece, solo un’assemblea comunale; che per questo dovrebbe cooperare e collaborare con gli altri livelli di governo – con i governi regionale, nazionale, e con gli organismi internazionali – per quelle aree tematiche che superano la dimensione locale, proprio in virtù delle quali Roma è speciale: una città ‘eterna’, sede dei più importanti siti archeologici a livello mondiale, del Vaticano, di enti internazionali. A Roma si potrebbero sperimentare innovative forme di governo democratico cooperativo multilivello, mentre invece ci si avvia a trasformare il Comune di Roma in ‘governatorato’, come avvenne con il regio decreto 1949 del 28 ottobre 1925.

Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l ’ uguaglianza dei diritti

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